Paula Fox

Storia di una serva

COD: 301ad0e3bd5c Categoria: Tag:

Collana:
Numero collana:
135
Pagine:
446
Codice ISBN:
9788881129065
Prezzo cartaceo:
€ 18,00
Data pubblicazione:
14-02-2008

Introduzione di Melanie Rehak
Traduzione di Gioia Guerzoni

Da una delle più importanti voci della letteratura americana del ventesimo secolo, l’indimenticabile ritratto di una donna che sfida le regole culturali americane per raggiungere la propria libertà.

Luisa de la Cueva nasce negli anni Trenta in un piccolo villaggio sull’isola caraibica di San Pedro, dove trascorre la sua infanzia. Dopo i primi anni passati nella piantagione di canna da zucchero dove sua madre è a servizio, si troverà poco più che adolescente ad abbandonare il conforto di una vita genuina per seguire i sogni di ricchezza e prosperità che New York simboleggia per la sua famiglia. Ma una volta lì i de la Cueva sono costretti ad abitare tra scantinati e squallidi appartamenti e la società americana con le sue spietate regole si rivela così lontana dall’umanità e dal senso di solidarietà che regnavano a San Pedro. I ricordi degli anni felici riaffiorano continuamente nella memoria di Luisa che accetta di lavorare come domestica con l’unico sogno di tornare presto nella sua amata isola. Lavorare a servizio nelle ricche case della borghesia newyorchese, di cui la Fox ci restituisce feroci e puntuali affreschi, le permette di guadagnare abbastanza ma anche di entrare in contatto con altri immigrati che cercheranno di coinvolgerla nel neonato movimento per i diritti civili. E, proprio nel pieno delle battaglie sociali, mentre quelli come lei cercano di affrancarsi da una condizione di inferiorità e sfruttamento, Luisa rimane estranea a qualunque forma di riscatto e vagheggia un ritorno alla purezza della sua terra. Superbo ritratto della società americana della metà del secolo scorso, questo romanzo svela tutti i tesori che si nascondono nei diseredati. Per sottrarli all’oblio, serviva l’occhio fraterno di Paula Fox, la sua tenerezza e la sua meravigliosa compassione.

«Appena ho letto Paula Fox mi è subito sembrata assolutamente superiore a scrittori come John Updike, Philip Roth e Saul Bellow. A più di dieci anni di distanza, la amo ancora di più».
Jonathan Franzen
 
«Paragonata dai critici a Cechov e Melville, a Muriel Spark e Nathanael West, a Batman e Robin, Paula Fox è grande. Grandissima».
Jonathan Lethem
 
«Un libro raro e meraviglioso… Paula Fox sa come costruire un personaggio: Luisa De la Cueva è indelebile ed eterna come molte creazioni di Dickens, Balzac o George Eliot».
Vogue

STORIA DI UNA SERVA – RECENSIONI

 

l.gal., LETTURE
– 01/09/2008

 

Il paradiso perduto dei Caraibi

 

 

 

m.p.f., GIORNALE DI BRESCIA
– 16/07/2008

 

Intrighi e sentimenti romanzeschi

 

 

 

CONFIDENZE
– 10/06/2008

 

Un grande libro

 

 

 

NATURAL STYLE
– 01/05/2008

 

Storia di una serva

 

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Susanna Battisti, NUKE.ILSOTTOSCRITTO.IT
– 08/05/2008

 

Come dare un senso alla solitudine

 

nuke.ilsottoscritto.it

Paula Fox

 

Storia di una serva

 

Trad. Gioia Guerzoni

 

pp. 446, euro 18

 

Fazi, 2008

 

 

 

Dobbiamo a Jonathan Franzen la riscoperta della grande scrittrice americana Paula Fox, autrice di numerosi romanzi per bambini e di sei eccelsi romanzi per adulti, troppo a lungo tralasciati dalla critica. Nella prefazione a una ristampa del 1999 di Desperate Characters (Quel che rimane, Fazi , 2003), l’autore di Le correzioni  la ritenne superiore a Bellow, Roth e Updike e, dopo di lui, altri critici la paragonarono a Kafka, Chechov e Flaubert.  Padrona di una prosa nitida ed essenziale, la Fox  esplora i movimenti della vita interiore dei suoi personaggi attraverso immagini epifaniche di forte impatto visivo. Nel breve romanzo Quel che rimane il graffio di un gatto sulla mano della signora Bentwood, oltre ad essere il motore narrativo dell’ intera vicenda, materializza la paura dell’ignoto che tormenta i personaggi e rivela i mille risvolti del rapporto di  odio-amore  che lega la donna a suo marito. Storia di una serva, pur presentando un impianto strutturale più tradizionale, in bilico tra il Bildungsroman e il romanzo storico, rimane un lungo viaggio all’interno di una coscienza alla ricerca dell’auto-consapevolezza. Protagonista e voce narrante del lungo romanzo è Luisa de la Cueva, nipote di un proprietario di piantagioni di canna da zucchero nell’isola caraibica di San Pedro e figlia di una serva e di un rampollo della stessa famiglia di latifondisti che si era appropriata delle terre del nonno. Ruina! Ruina! sono le parole che aprono il romanzo, le parole  scarabocchiate sulla lettera che suo nonno lasciò alla moglie prima di partire per andare a morire da qualche parte. Parole che segnano il destino della piccola Luisa, marchiata sin dai primi anni dalle stimmate della diversità. Disprezzata dalla famiglia del padre, Luisa vive in una stamberga e trova felicità e conforto nell’affetto della nonna materna che le offre un modello inimitabile di autosufficienza. Solo la penna di chi ha scritto per l’infanzia, poteva penetrare con tanta profondità e verità il punto di vista di una bambina forte e fragile, curiosa e rassegnata allo stesso tempo. La vita nelle piantagioni, la povertà della sua casa, le tensioni familiari e sociali sono filtrate dallo sguardo di chi comincia a dar forma alla propria coscienza e , sebbene rivissute nel ricordo, le sensazioni e le prime intuizioni di Luisa non perdono la loro originaria spontaneità. L’infanzia sarà sempre il paradiso perduto di Luisa che, poco più che adolescente, viene costretta dal padre ad abbandonare San Pedro per stabilirsi con la famiglia nei sordidi sobborghi della New York della Grande Depressione. Da questo momento in poi il presente e il futuro della ragazza verranno pensati in funzione di un ritorno al passato. Il racconto della vita adulta di Luisa assume infatti l’andamento dei moti delle onde del mare, con il periodico ritorno dei ricordi dell’infanzia che sembra modellare  la sua percezione del presente. Luisa vive nell’emarginazione ma  rifiuta con ostinazione il miraggio del sogno americano, condannandosi a prestare servizio presso alcune  famiglie borghesi  che ella usa come pietra di paragone per capire se stessa. Come sempre nei romanzi della Fox, il mondo esterno funziona da specchio all’interiorità dei  personaggi. La lunga vicenda di Luisa, segnata da lutti, da un matrimonio fallito, dalla gioia della maternità sempre minata dal terrore della perdita, corre parallela alla storia americana dagli anni Trenta alla guerra del Vietnam, ma i numerosi avvenimenti politici e i rivolgimenti sociali  pervengono al lettore attraverso lo sguardo interiore della protagonista . Luisa è legata alla quotidianità dei suoi lavori servili che sembrano assicurarle una apparente equilibrio. C’è in lei una ostinata volontà a ignorare i fatti del mondo , come se la non conoscenza fosse un diritto da rivendicare o una libertà da concedersi. Si accorge delle guerre perché le portano via persone amate, fa caso ai movimenti pacifisti degli anni Settanta perché si ripercuotono sui comportamenti dei coetanei del figlio. Luisa è acuta e intelligente e avrebbe potuto costruirsi un’altra vita. Ma il suo compito più incombente consiste nel ricucire le sue ferite affettive, nel colmare i suoi vuoti e nel dare un senso alla sua stessa solitudine. La sua scuola di vita è la strada e la sua conoscenza del mondo è favorita da un acuta capacità di ascolto e di osservazione. La sua fervida immaginazione si nutre di sogni , ma profonda è la sua percezione delle assenze e del bisogno di appartenenza. Ci sono momenti in cui sembra vicina alla comprensione di se stessa, soprattutto quando decide di tornare a San Pedro per ritrovarsi. Ma le illuminazioni epifaniche di Luisa sono sempre parziali  perché la narrativa della Fox offre indizi di verità senza mai azzardare risposte definitive. Nonostante la complessità del mondo interiore di Luisa, il romanzo, come anche gli altri della Fox, mantiene una struttura corale. I numerosi personaggi che popolano la scena,  lungi dall’essere secondari, si sviluppano a tutto tondo e  svelano gli anfratti più remoti delle loro personalità interagendo con la protagonista. Gli abitanti del piccolo villaggio caraibico, la comunità di immigrati ispanici dei sobborghi di New York, le infelici famiglie borghesi che  traggono sollievo dalla silenziosa metodicità del lavoro di Luisa,  svelano un ampio spaccato sociale e antropologico dell’America di quegli anni.

 

Paola Vitali, IL GIORNALE
– 20/04/2008

 

La serva serve per capire la vita

 

 

 

gci, GIORNALE DI SICILIA
– 15/04/2008

 

Novità in libreria

 

 

 

Annabella d’Avino, IL MESSAGGERO
– 10/04/2008

 

Paula Fox, il dolore e la bellezza

 

 

 

Camilla Valletti, L’INDICE
– 01/04/2008

 

Jane Eyre ai Caraibi

 

 

 

Elio Bussolino, ROCKERILLA
– 01/04/2008

 

Carta stampata

 

 

 

Sergio Pent, L’UNITÀ
– 07/04/2008

 

Paula Fox, i Caraibi nel cuore di New York

 

 

 

Marisa Poletti Scuratti, IL CITTADINO
– 27/03/2008

 

Lasciarsi vivere scoprendo la verità ad occhi aperti

 

 

 

Aiad, IL GIORNALE
– 26/03/2008

 

Franzen e Lethem fra i suoi tanti “cuccioli” adottivi

 

 

 

Alessandra Iadicicco, IL GIORNALE
– 26/03/2008

 

La vecchia volpe delle lettere Paula Fox

 

 

 

Nicoletta Sipos, CHI
– 02/04/2008

 

Paula Fox

 

 

 

Caterina Ricciardi, ALIAS – IL MANIFESTO
– 22/03/2008

 

Un’infanzia caraibica

 

 

 

M.G.L., IO DONNA
– 22/03/2008

 

Storia di una serva

 

 

 

Carlotta Vissani, MANGIALIBRI.COM
– 25/03/2008

 

Storia di una serva

 

Mangialibri.com

 

Storia di una serva

 

altPaula Fox
Traduzione Gioia Guerzoni
Fazi 2008

1926. Luisa De la Cueva nasce a Malagita, sull’isola caraibica di San Pedro, tra piantagioni di canne da zucchero ed estati torride. È la figlia illegittima del proprietario della vivienda, e sua madre presta servizio alla tenuta come cameriera. Un padre inesistente, burbero e scostante. Una madre quasi surreale per la sua presenza sulfurea, incapace di prendersi cura di se stessa, ancora meno di sua figlia. Luisa passa quindi la sua infanzia tra le braccia della nonna Nana, curanderas del villaggio dai capelli argentei, anima saggia che lenisce le ferite dell’anima e cura i mali dello spirito. Quando suo padre decide di trasferire la famiglia a New York per sfuggire dalla rivoluzione e lasciarsi alle spalle la figura di una madre dispotica, Luisa subisce questa decisione senza potersi opporre. Sbarcata in America trascorrerà la vita tra squallidi appartamenti del barrio newyorkese e una ristrettezza economica perpetua. L’unica scelta consapevole che farà sarà quella di lavorare come cameriera per le famiglie ‘bene’ della upper class covando il sogno di poter tornare un giorno a Malagita, incarnazione di valori puri in netto contrasto con la rincorsa del sogno americano e l’individualismo spietato che avvolge ogni cosa. Neanche un figlio, avuto da una relazione poi fallimentare, sarà in grado di donarle una parvenza di serenità. Per quanto sia forse l’unica cosa positiva di una vita vissuta sempre a metà…
Paula Fox – scrittrice americana ottantenne, vissuta per anni a Cuba – scrive questo romanzo nel 1984 (ma è come se l’avesse terminato ieri) e viene oggi riconosciuta come una delle migliori voci della narrativa contemporanea. Regala al lettore la figura di una donna che diventa immortale e che ricorda i personaggi dei grandi romanzi di tutti i tempi, quelli che restano nel cuore di generazioni e generazioni di lettori. Luisa rappresenta la dignità: la sua condizione di donna immigrata, che pare a tratti lasciarsi vivere, non è mai patetica né lamentosa. È una donna che vive un percorso che non le appartiene, che non ha voluto, ma lo fa senza mai mancare di rispetto a se stessa, senza mai svendersi, neanche nei momenti più bui. Un fedele affresco dell’America di metà secolo scorso a raccontare il fenomeno dell’immigrazione alla ricerca di nuove radici, di un futuro migliore che tarda ad arrivare e che spesso è l’illusione più grande che si possa coltivare. Paula Fox dona un riscatto a Luisa, e lo fa con una prosa di inarrivabile spontaneità, una narrazione sensibile ed intimista, vera e tangibile, delicatamente compassionevole. [carlotta vissani]

 

TRENTINO
– 18/03/2008

 

La serva vuole essere libera

 

 

 

IL CENTRO
– 14/03/2008

 

Storia di una serva

 

 

 

mp..f., LIBERTÀ DI PIACENZA
– 08/03/2008

 

Come trasformarsi da dominate a dominatrici

 

 

 

LOMBARDIA OGGI
– 09/03/2008

 

Una serva sognatrice per fustigare New York

 

 

 

EUROPA
– 03/03/2008

 

Romanzo

 

 

 

Antonio Monda, LA REPUBBLICA
– 04/03/2008

 

Una cameriera a New York

 

 

 

Stefano Manferlotti, IL VENERDÌ DI REPUBBLICA
– 29/02/2008

 

L’immigrazione vista dalle cucine

 

 

 

GRAZIA
– 04/03/2008

 

L’anticipazione

 

 

 

Masolino D’Amico, TTL – LA STAMPA
– 23/02/2008

 

Cuba nel cuore della domestica

 

 

 

Cristina De Stefano, ELLE
– 01/03/2008

 

Storia di una serva

 

 

 

Chicca Gagliardo, GLAMOUR
– 01/03/2008

 

Con tutta l’anima

 

 

 

Francesca Frediani, D DI REPUBBLICA
– 16/02/2008

 

La serva perfetta

 

 

 

Fulvio Panzeri, LETTURE
– 01/01/2008

 

Dall’estero o in Italia i libri non mancano

 

 

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