Pierluigi Fagan

Verso un mondo multipolare

Il gioco di tutti i giochi nell'era Trump

Collana:
Numero collana:
245
Pagine:
350
Codice ISBN:
9788893250238
Prezzo cartaceo:
€ 25
Codice ISBN ePub:
9788893251181
Prezzo eBook:
€ 9.99
Data pubblicazione:
12-01-2017

Quello in cui viviamo è un mondo sempre più complesso; in poco più di un secolo la popolazione è passata da 1,5 a più di 7 miliardi e secondo le stime demografiche entro il 2050 arriverà a 10. Anche gli Stati nel giro di cinquant’anni sono quadruplicati, passando da 50 a oltre 200. Il nostro establishment politico, economico e finanziario, come nella Francia di Maria Antonietta, pare avulso dalla realtà dei popoli e inadeguato ad affrontare i profondi cambiamenti che stanno investendo il pianeta. All’aumentare della complessità del mondo corrisponde una progressiva perdita di credibilità dei piloti, quell’élite occidentale a cui nessuno riconosce più il suo ruolo di guida. Allo stesso tempo, con la crisi della globalizzazione acquisiscono nuova importanza gli Stati, le unioni, gli accordi bilaterali, il giusto mix di hard e soft power, l’equilibrio tra i diversi attori. Verso un mondo multipolare esamina lo scacchiere internazionale attingendo alle forme di pensiero della cultura della complessità e dei sistemi. Il risultato è un’analisi condotta su diversi livelli dei punti di forza e debolezza sia degli attori tradizionali (USA, Cina, Russia ed Europa), sia dei nuovi centri emergenti, tutti impegnati nel grande gioco di tutti i giochi: assicurarsi le migliori condizioni di possibilità per accedere a un futuro in cui cambieranno molte cose. Un mondo in cui se l’Europa non troverà in fretta una sua chiara collocazione finirà per essere una pedina all’interno di un gioco a tre: Cina, Russia e America. Un mondo nuovo per il quale sono necessari un agire e un pensare inediti.

Forse avremmo tutti preferito vivere in un’epoca quieta e prevedibile in cui svolgere la nostra esistenza alla ricerca del miglior beneficio personale, contando sul fatto che le più ampie strutture del mondo in cui viviamo sarebbero rimaste tra loro organiche e funzionali.
Ma non è andata così.

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