Lapo Pistelli

America Take Away

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Quanta America è entrata in Italia, quanta ne potrebbe arrivare

Collana:
Numero collana:
129
Pagine:
182
Codice ISBN:
9788881127351
Prezzo cartaceo:
€ 16,00
Data pubblicazione:
10-03-2006

Prefazione di Massimo D’Alema

L’America ha sempre giocato un ruolo di primo piano nella società italiana, nell’economia e nelle scelte politiche come negli stili di vita: terra promessa dell’emigrazione ai tempi della povertà, fonte continua di mode e tendenze, solido alleato politico e militare. Negli ultimi vent’anni, da quando hanno cominciato a scricchiolare le certezze ideologiche e istituzionali della Prima Repubblica, l’America ha via via contaminato anche le regole, i linguaggi, le forme della politica europea e italiana. Dopo l’avvento del maggioritario, con la personalizzazione della politica e la centralità del mezzo televisivo, è iniziata l’adozione diretta degli strumenti e delle tecniche in vigore oltreoceano. Ma sappiamo davvero come funzionano la politica e le istituzioni negli USA e perché gli Stati Uniti hanno deciso di adottare quelle regole e quei codici di comunicazione? Quando ne abbiamo utilizzato le forme e gli strumenti, abbiamo soltanto modernizzato la superficie o abbiamo innovato in misura sostanziale il nostro sistema? In quali casi si è trattato di una scelta positiva e in quali altri si è semplicemente combinato un gran pasticcio? La democrazia americana funziona davvero e rappresenta un modello coerente ed esportabile? E infine, quali spunti ancora possiamo trarre dall’esperienza americana e quali trappole dovremmo evitare? In America take away Lapo Pistelli compara i due sistemi con una lettura in tre parti (le istituzioni, i partiti, gli strumenti della politica) e analizza le contaminazioni tra i due sistemi con tono semplice e divulgativo, con ricchezza di dati e di esempi. Una lettura adatta non solo agli addetti ai lavori ma anche a coloro che sono curiosi di capire cosa ci potrebbe attendere nella prossima puntata.

AMERICA TAKE AWAY – RECENSIONI

 

Mario Lancisi, IL TIRRENO
– 06/11/2007

 

L’ascesa del più kennediano dei toscani

 

 

 

Ennio Cicali, TOSCANA OGGI
– 23/07/2006

 

Difficile per l’Italia “copiare” l’America

 

 

 

Francesco Verderame, CORRIERE DELLA SERA MAGAZINE
– 23/03/2006

 

E D’Alema bocciò “la trasparenza” Usa

 

Non è un libro, è un piccolo caso politico-editoriale. È come se Marco Follini avesse chiesto al Cavaliere la prefazione per un suo pamphlet. Non che tra Lapo Pistelli e Massimo D’Alema i rapporti siano conflittuali come tra l’ex segretario dell’Udc e il premier, anzi negli anni trascorsi all’Europarlamento i due esponenti dell’Ulivo hanno scoperto una certa affinità intellettuale. Ma è singolare che un autore accetti di vedere le proprie tesi confutate da chi si incarica di presentarle. Forse è la metafora del centro-sinistra. Sta di fatto che il responsabile Esteri dei Dl fu entusiasta quando nei lunghi e piovosi pomeriggi di Bruxelles, dopo aver accennato l’idea del libro al presidente del Ds, ottenne la promessa dell’introduzione. America take away, edito da Fazi, doveva essere un racconto sulle analogie e le differenze tra le due sponde dell’Atlantico, invece si sarebbe rivelato un omaggio alla “trasparenza” del sistema a stelle e strisce, e un chiaro atto d’accusa verso i meccanismi del potere in Italia.
Il Palazzo non era ancora stato scosso dagli scandali bancari mentre Pistelli stendeva il capitolo sugli “strumenti” della democrazia statunitense. In quelle pagine sottolineò come “il vero nodo irrisolto è il rapporto tra economia e politica”, e volendo spalancare le finestre per cambiare l’aria, rivelò la preferenza per il modello delle lobby. Rispetto all’ipocrisia del finanziamento pubblico, “rispetto alla retorica delle maiuscole – come la definì con un amico – scelgo un sistema adulto”. E scrisse: “….Allora è meglio che i legami tra politica ed economia producano pure sostegno e un esplicito finanziamento, ma siano noti e trasparenti per gli elettori, che sapranno valutare i partiti sia per la loro effettiva autonomia sia per gli amici che si scelgono o riscelgono nei mondo produttivi”. Destino volle che l’incontro per la prefazione coincidesse con i giorni roventi del caso Unipol. Pistelli era titubante: “Massimo, non vorrei che…”. “Nessun imbarazzo”, rispose D’Alema. Che presenta il libro come “merce rara e preziosa di questi tempi”, se non fosse per certe tesi: “Per esempio, troverei discutibile e velleitario importare dalle nostre parti il loro modello hobbistico”. Al massimo in Italia si può fare il tifo.

 

Massimiliano Panarari, IL SECOLO XIX
– 28/03/2006

 

Le parole della politica

 

 

 

Massimo D’Alema, L’UNITÀ
– 11/03/2006

 

L’America che ci piace

 

 

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