AMERICA TAKE AWAY – RECENSIONI
L’ascesa del più kennediano dei toscani
Difficile per l’Italia “copiare” l’America
E D’Alema bocciò “la trasparenza” Usa
Non è un libro, è un piccolo caso politico-editoriale. È come se Marco Follini avesse chiesto al Cavaliere la prefazione per un suo pamphlet. Non che tra Lapo Pistelli e Massimo D’Alema i rapporti siano conflittuali come tra l’ex segretario dell’Udc e il premier, anzi negli anni trascorsi all’Europarlamento i due esponenti dell’Ulivo hanno scoperto una certa affinità intellettuale. Ma è singolare che un autore accetti di vedere le proprie tesi confutate da chi si incarica di presentarle. Forse è la metafora del centro-sinistra. Sta di fatto che il responsabile Esteri dei Dl fu entusiasta quando nei lunghi e piovosi pomeriggi di Bruxelles, dopo aver accennato l’idea del libro al presidente del Ds, ottenne la promessa dell’introduzione. America take away, edito da Fazi, doveva essere un racconto sulle analogie e le differenze tra le due sponde dell’Atlantico, invece si sarebbe rivelato un omaggio alla “trasparenza” del sistema a stelle e strisce, e un chiaro atto d’accusa verso i meccanismi del potere in Italia.
Il Palazzo non era ancora stato scosso dagli scandali bancari mentre Pistelli stendeva il capitolo sugli “strumenti” della democrazia statunitense. In quelle pagine sottolineò come “il vero nodo irrisolto è il rapporto tra economia e politica”, e volendo spalancare le finestre per cambiare l’aria, rivelò la preferenza per il modello delle lobby. Rispetto all’ipocrisia del finanziamento pubblico, “rispetto alla retorica delle maiuscole – come la definì con un amico – scelgo un sistema adulto”. E scrisse: “….Allora è meglio che i legami tra politica ed economia producano pure sostegno e un esplicito finanziamento, ma siano noti e trasparenti per gli elettori, che sapranno valutare i partiti sia per la loro effettiva autonomia sia per gli amici che si scelgono o riscelgono nei mondo produttivi”. Destino volle che l’incontro per la prefazione coincidesse con i giorni roventi del caso Unipol. Pistelli era titubante: “Massimo, non vorrei che…”. “Nessun imbarazzo”, rispose D’Alema. Che presenta il libro come “merce rara e preziosa di questi tempi”, se non fosse per certe tesi: “Per esempio, troverei discutibile e velleitario importare dalle nostre parti il loro modello hobbistico”. Al massimo in Italia si può fare il tifo.