Traduzione di Thomas Fazi
«Sono sempre stato un ottimista; uno dei tratti più deprimenti del mio carattere». Howard Kapostash non parla da trent’anni. Vittima di un incidente di guerra, ha perso l’uso della parola scritta e parlata così che la sua ristretta gamma di gesti e suoni gli procura spesso l’attributo di ritardato. Eppure nel giardino del monastero in cui lavora come tagliaerba c’è qualcosa che riesce a scuotere in profondità il suo animo: il muro dell’ha-ha, un fossato ricoperto d’erba che assomiglia a un prato infinito. Rischiando ogni volta di cadere, Howard ama avvicinarsi il più possibile a questo «trucco del paesaggio» – a questo modesto portale verso un mondo fatto di luce – perché lì rivive il brivido intenso e fugace in cui è condensata la sua vita di prima. Soltanto lì, davanti all’ha-ha, Howard riesce ancora a stupirsi e a ricordare il suo unico grande amore, Sylvia, la vecchia fiamma del liceo, oggi madre single e sbandata, che ora deve ricoverarsi in clinica per disintossicarsi dalla cocaina e chiede al suo amico silenzioso di occuparsi del figlio Ryan. Con un bambino di nove anni in casa il bisogno di comunicare si fa più urgente e la scelta di ridurre al minimo l’angoscia del contatto umano diventa impraticabile. Deciso a porre fine a questo esilio autoinflitto, Howard riscopre così le gioie di un tempo: il baseball, il lavoro, l’amicizia, e la sua casa si riempie di nuovo di problemi e di allegria. Fino a quando non dovrà però fare i conti con una rabbia a lungo repressa e dalle imprevedibili conseguenze. Poetico, commovente e pieno di umanità, Ha-Ha racconta l’appassionante ritorno alla vita di un uomo ferito. Un originale romanzo d’esordio sul silenzio, la famiglia e la potenza dell’amore.
«Mai borioso né artefatto, Ha-Ha è un romanzo che trabocca di verità emotiva e consacra Dave King come un autore di enorme talento».
«New York Times»
«Romanzo d’esordio molto interessante, pieno di una luminosa e profonda sensibilità, Ha-Ha fa pensare al Buio oltre la siepe di Harper Lee».
«Time»
«Dave King è tra le voci più vivaci e brillanti della nuova narrativa americana».
Michael Cunningham
