Tradurre «Bloodmarked» di Tracy Deonn

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bloodmarked

Veronica La Peccerella, traduttrice di Bloodmarked, racconta il secondo attesissimo volume, dopo Legendborn, della saga fantasy bestseller di Tracy Deonn, e suggerisce una playlist di accompagnamento alla lettura.

 

Come molti, ho iniziato a divorare saghe fantasy durante la pandemia. La causa più ovvia di questo interesse collettivo sembrerebbe la necessità di evasione, ma io credo che sia insufficiente a spiegare il fenomeno. Perché, in quel periodo, i social media non solo hanno creato dei bestseller, ma un intero sottogenere: la “dark academia”. In questa tendenza – più atmosfera che vera e propria categoria letteraria – spicca come tema unificante l’amore per la cultura e per i libri. Nel tempo, ho notato anche la forte presenza di autrici impegnate a raccontare storie di madamigelle in pericolo che si salvano da sole, o che non vogliono affatto essere salvate. E spesso la prestigiosa e antica scuola in cui è ambientato il romanzo è un luogo di rivelazione, una linea d’ombra da varcare.

Nel primo volume della saga dei Leggendari, il calore del Sud degli Stati Uniti incontra i toni cupi della dark academia in una società segreta dell’Università della Carolina. Uno dei maggiori punti di forza di Tracy Deonn è proprio l’ambientazione, e in Bloodmarked l’autrice espande ancora il territorio dei Leggendari, conducendoli in un viaggio on the road carico dei profumi del Sud e punteggiato da luoghi indimenticabili come il Crossroads Lounge e la tenuta di Volition.

Ma è nella maniera di costruire i personaggi che la voce di Tracy Deonn è diventata davvero chiara, per me, durante il lavoro di traduzione. Questo secondo volume, infatti, affronta in modo ancora più temerario il lato oscuro degli anni formativi: i traumi e le sfide identitarie di una generazione che ha bisogno di nuovi modelli.

Quello dell’autrice è un mondo senza madri, in cui i tre personaggi principali vanno alla ricerca di questa figura perduta, anche a costo di stravolgere il proprio destino. A modo suo, ognuno dei tre è nato dalla leggenda: una storia scritta molto tempo prima dai loro padri. Una storia in cui sembra che tutto sia già stato detto. In fondo, il ciclo arturiano è un insuperabile viaggio dell’eroe. Ma Tracy Deonn ci ricorda che, persino quando sembra che non ci siano più nuove storie, ci sono sempre nuove voci. Ed ecco che a prendere la parola è Bree, una ragazza nera che diventa re, e poi accetta di compiere il proprio viaggio eroico in cerca di libertà, prima che di potere. Sel, che è diviso tra la natura demoniaca e quella umana, tra la ribellione e il senso del dovere. E infine Nick: l’eroe tradizionale – bello, biondo e nobile – che non vuole avere niente a che fare con la tradizione dell’Ordine.
Tracy Deonn non si ferma al classico triangolo, né alle relazioni romantiche di Bree. In Bloodmarked sono al centro della scena anche Alice e Will: due personaggi queer finalmente credibili, ma anche due vividi ritratti dell’autentica amicizia.

Il “cast” di questo secondo capitolo è cresciuto, e non manca di personalità, ma i suoi membri hanno una cosa in comune: i libri. Sono tutti ottimi studenti, persino un po’ nerd. Così, la saga dei Leggendari continua a collocarsi a buon diritto in quella dark academia in cui la cultura non è solo una posa, ma anche una scoperta di sé. E lo fa pur allontanandosi dai suoi consueti scenari, per attraversare l’America profonda. È stato un viaggio lungo e affascinante e ho passato così tanto tempo con questi personaggi che ho compilato una playlist da ascoltare nel tragitto. Posso persino associare ogni traccia a un nome o a un momento preciso del libro, ma lascerò che siano i lettori e le lettrici a scegliere le loro canzoni preferite da dedicare ai Leggendari.

 

Veronica La Peccerella

 

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