«L’annusatrice di libri», un viaggio sensoriale nella Torino dello scorso secolo

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manoscritto Voynich desy icardi

Aspettando domani la passeggiata letteraria per le vie di Torino sui luoghi de L’annusatrice di libri con Desy Icardi​ e la presentazione del romanzo al Salone di Torino, (sabato 11 maggio alle 14,30 in sala Rosa), l’autrice ci conduce in un viaggio sensoriale nella Torino del suo romanzo. 

 

Il passato è da sempre una mia ossessione, ne cerco le tracce ovunque e, non a caso, il mio romanzo L’annusatrice di libri è ambientato tra il 1934 e il 1957 a Torino, città nella quale è ancora possibile “annusare” i secoli passati.

L’annusatrice di libri è una storia sensoriale, per la precisione olfattiva, e i sensi, tutti e cinque, sono una sorta di surrogato dei viaggi nel tempo.

Entrando in una delle antiche caffetterie del centro storico di Torino, come Fiorio, Platti o Il bicerin, ciò che si vede è pressappoco quel che videro Cavour o Emilio Salgari; la fresca sensazione tattile dei tavolini di marmo del bar Elena di piazza Vittorio Veneto è la stessa che sperimentò Cesare Pavese, e il profumo di caffè e pasticcini di certe vecchie pasticcerie, come la confetteria Baratti, è lo stesso che ispirò a Guido Gozzano l’ironica poesia Le Golose.

Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.

Signore e signorine –
le dita senza guanto –
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!

Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.(…)

Sono molti gli scorci di Torino che ho preso a prestito come scenario delle vicende di Adelina e Amalia, le protagoniste de L’annusatrice di libri. Alcuni di questi luoghi sono ancora esistenti e molto simili a com’erano ai tempi della narrazione, per esempio piazza Solferino dove, nell’elegante casa della sua amica Luisella, la giovane Adelina scopre di possedere la straordinaria facoltà di leggere con l’olfatto; o i giardini Lamarmora, sulle cui panchine la ragazza conduce i suoi primi esperimenti di lettura olfattiva.

Si sedette su una panchina dei giardini Lamarmora, prese il volume in pelle dalla cartella e se lo poggiò sulle gambe. Il testo era intervallato da antiquate illustrazioni in bianco e nero, che poco attraevano la sua giovane fantasia. La ragazza cercò di mettere insieme alcune sillabe, ma il carattere in stile antico delle lettere rendeva la loro decodifica ancora più complicata di quanto non lo fosse di consueto. (…) sollevò il pesante libro sui palmi delle mani e se lo portò all’altezza del viso. Per un istante le parve che non stesse accadendo nulla, la qual cosa la rattristò e la rincuorò allo stesso tempo, poi percepì un odore acre, sgradevole, un lezzo che aveva già sentito, ma non ricordava dove. La macelleria del signor Bosco! Il libro odorava di sangue e risuonava dello sferragliare di spade e armature. Un intenso e inebriante profumo di gelsomino annunciò una donna, una bellissima creatura in abiti orientali. Adelina inspirò profondamente, una lieve fitta alla testa per un attimo dissolse ogni forma, poi le immagini riaffiorarono e poté di nuovo vedere la dama orientale che sprigionava un’insolita fragranza, un misto di perfidia, seduzione e inganno. Turbata, allontanò da sé il volume, ma non riuscì a resistere e vi ricacciò il naso.

Altri luoghi del romanzo sono invece ormai scomparsi, come l’elegante teatro Maffei nel quale, negli anni Trenta Amalia, la burbera zia di Adelina, ha vissuto un’insospettabile carriera di subrettina del varietà.

Il teatro Maffei, al pari di tanti altri edifici storici, è crollato sotto ai bombardamenti del venti novembre 1942, quasi a segnare il simbolico tramonto del teatro di varietà e di rivista, che dal secondo dopoguerra perderà progressivamente i favori del pubblico, per poi estinguersi in pochi decenni.

L’annusatrice di libri racconta di un mondo passato, in alcuni casi scomparso, attraverso il potere evocativo dell’olfatto e alle avventure di Adelina, una lettrice molto speciale che, in una città un po’ austera e un po’ magica, scopre il piacere della lettura come esperienza multisensoriale.

 

Desy Icardi

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