«“Trauma” è, in effetti, parola che sembra condensare l’esperienza del romanzo, assieme forse ad “allucinazione”. Il lettore non si spaventi: è tutto funzionale a quanto è giusto attendersi da un thriller, ossia una fitta trama di colpi di scena, giochi d’ombre, percezioni altalenanti tra verità dell’istinto e pure paranoie; il tutto narrato in uno stile galoppante, sempre dentro e fuori al flusso di coscienza dei due protagonisti».
Elisa Ronchi, traduttrice di «Portami a casa», racconta le particolarità linguistiche e tematiche del nuovo romanzo di Sebastian Fitzek.
Facebook
Instagram
Twitter