Paul Johnson
Napoleone
Traduzione di Ilaria Belliti
Pochi personaggi storici come Napoleone hanno tanto esaltato gli animi e ispirato artisti, suscitato amori assoluti e odii feroci, proiettato fino ai nostri giorni la forza di una figura assurta a mito. Tra le pieghe di questo mito scruta la penna irriverente di Paul Johnson, ripercorrendo con ricchezza di dettagli e testimonianze la parabola di un eroe/tiranno che dalle anonime origini corse seppe elevarsi ad arbitro di tutto un continente. Le prime vittorie ottenute in Italia e il trionfo di Austerlitz, ma anche i disastri della campagna di Russia e di Waterloo sono ricostruiti da Johnson nei loro risvolti strategici, e sempre, dietro la strategia, emergono la psicologia e le motivazioni di una personalità guidata da un’ambizione smisurata, che parve incarnare la degenerazione dell’ideale illuministico di una volontà padrona di sé. Eppure il Romanticismo che prende in consegna l’eredità di Bonaparte: come sconfitto, innanzi al risveglio della spiritualità e del nazionalismo germanici, e come figura tragica, titanica e predestinata; l’”eroe imperfetto” che tanto entusiasmò Byron, il quale si rammaricò che non avesse incontrato la sua fine sublime in battaglia. Senza intenti agiografici, Johnson ci restituisce il ritratto di un maestro di opportunismo e improvvisazione, che in politica come sui campi di battaglia seppe plasmare le circostanze a proprio vantaggio, uscendo indenne dai sanguinosi colpi di coda della Rivoluzione francese e tenendo in scacco per vent’anni tutte le potenze che si coalizzarono per annientarlo. La genialità e il talento del personaggio sono così riconosciuti, ma tutto si offusca innanzi ai milioni di morti che costarono le guerre scatenate da Bonaparte, oscuro antesignano di tanti, ancor più tragici epigoni del ventesimo secolo, che ne seguiranno le orme sulla via dello Stato e della guerra totali.