Fëdor Sologub


Pseudonimo di Fëdor Kuz’mič Teternikov, nasce in un ambiente indigente e violento e deve la sua istruzione alla nobile famiglia pietroburghese presso cui la madre lavora come domestica. Diventa insegnante di matematica e ispettore scolastico ma, tediato da questa vita, coltiva le proprie aspirazioni letterarie durante le ore notturne. Figura schiva e poeta precoce, a trent’anni arriva ad affermarsi tra i simbolisti grazie alla collaborazione con la prima rivista decadente, «Il Messaggero del Nord». Ha pubblicato sei romanzi, diversi racconti e due opere teatrali, che gli hanno procurato in patria una grande fama, elevandolo a figura di spicco della mondanità letteraria pietroburghese di inizio Novecento. Dopo la rivoluzione bolscevica, che accoglie con ostilità, e il suicidio della moglie, Sologub dedica i suoi ultimi anni di vita all’Unione degli scrittori di Leningrado, di cui ricopre altresì il ruolo di presidente.

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