Leonard Peltier


Leonard Peltier nasce nel 1944 nella "Anishinabe Turtle Mountain Indian Reservation" nel Nord Dakota, all’interno della comunità indiana degli Ojibiway. Peltier fa parte del Movimento Indiano Americano (AIM), un movimento non violento nato nel '68 sulla falsariga del movimento per i diritti civili dei neri e che guadagna in poco tempo un rilievo inatteso. Leonard Peltier è fra i primi ad aderire. Impegnato in azioni militanti, partecipa alla lotta contro l'alcoolismo, alla distribuzione del cibo e degli aiuti, alla creazione di programmi per l'autosufficienza, alla difesa della religione tradizionale e delle lingue indigene. Nel 1972 è fra gli organizzatori del Trail of Broken Treaties (Marcia dei trattati violati) che termina a Washington con l'occupazione della sede del Bureau of Indian Affairs ed ha ampio spazio sui media. Nel novembre 1972, accusato di aver aggredito due agenti dell'Fbi, Leonard Peltier è incarcerato per cinque mesi e alla fine viene prosciolto perché si riconosce che si trattava di una montatura. Al tempo stesso, l'Fbi fa eleggere alla presidenza del consiglio tribale di Pine Ridge (la più importante riserva sioux) Richard «Dick» Wilson, un «collaborazionista». Wilson crea un corpo di polizia, le Goons Squads. Nel febbraio 1973, per protestare contro gli abusi compiuti da questa milizia, i sioux occupano il villaggio di Wounded Knee con l'aiuto dei militanti dell'Aim. Con loro c'è anche Leonard Peltier. L'assedio delle autorità federali dura tre mesi, durante i quali perdono la vita due indiani. Nel maggio 1973, i ribelli si arrendono. Nei mesi successivi, Dick Wilson e la sua milizia personale vengono lasciati liberi di compiere ritorsioni sui ribelli. Su Pine Ridge si abbatte un'ondata di terrore: vengono uccisi ottanta militanti. Davanti a questi crimini, gli anziani del villaggio invocano l'aiuto dell'Aim. L'intervento dei suoi attivisti, fra i quali c'è anche Peltier, riesce a frenare la repressione dei Goons. Gli uomini dell'Aim si insediano nella riserva di Pine Ridge. Una mattina del giugno 1975, la proprietà viene circondata dai Goons e dagli agenti dell'Fbi. Due agenti federali, Ronald William e Jack Cooler, entrano nella proprietà mentre inseguono l'auto di un giovane sioux, Jimmy Eagle. Gli agenti iniziano a sparare. Gli uomini dell'Aim rispondono al fuoco e uccidono William e Cooler. Vengono emessi numerosi mandati d'arresto tra cui quello contro Peltier. Il suo processo ha luogo a Fargo (North Dakota), zona di allevatori ostili agli indiani. Non a caso la giuria è interamente composta da rappresentanti di questa categoria. Il giudice non prende in considerazione tutte le testimonianze della difesa, influenzate dal clima di terrore dell'epoca in cui si sono svolti i fatti, così come tutte quelle che possono coinvolgere l'Fbi o i Goons. A riprova della sua parzialità, non rifiuta invece la testimonianza di alcuni agenti che dicono di aver visto Peltier sparare a William e a Cooler con un fucile AR 15. Il giudice non accoglie nessuna obiezione della difesa, e in base a prove molto vaghe condanna Peltier a due ergastoli. L'indiano ricorre in appello ma la sentenza viene confermata. Nel 1981 emergono alcuni documenti che permettono il ricorso a nuovi appelli. Un esperto testimonia che il fucile AR 15 sul quale si basa l'accusa a carico di Peltier non poteva essere quello che aveva ucciso gli agenti, perché i bossoli non corrispondevano... Nella sentenza del 22 settembre 1986, la Corte d'Appello conclude che il rapporto balistico fornito durante il processo era «sospetto». Nonostante tutto questo, la sentenza di condanna viene confermata. Nel 1993 la Commissione per la libertà condizionata rifiuta una domanda di scarcerazione. Durante l'udienza tenutasi nel 1995, dove Peltier viene difeso dall'ex ministro della giustizia Ramsey Clark, il procuratore Lynn Crook ammette che «non esistono prove contro Leonard Peltier»! Il magistrato aggiunge che il governo «non l'ha mai accusato di omicidio volontario» e che in caso di nuovo giudizio «la giustizia non potrebbe condannarlo di nuovo». Nonostante questo, il Consiglio della libertà condizionata conclude che non può scarcerarlo, perché Peltier continua a proclamarsi innocente e questo è «incompatibile con la decisione della giuria». Sembra sempre più chiaro che il vero crimine del prigioniero 89637-132 è quello di essere un indiano e di aver difeso i diritti fondamentali di questi popoli autoctoni con i quali gli Stati Uniti non hanno ancora regolato i propri conti storici.

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