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Marcel Schwob (Chaville, Parigi, 1867 - Parigi, 1905) fu un erudito finissimo, chiuso nelle biblioteche di scienze medievali e di lingue antiche e moderne. Scrisse su Villon; tradusse Catullo e Luciano. All'improvviso cominciò a viaggiare in Europa e in Asia: alla ricerca di quell'assoluto che lo ossessionava. Fra i suoi libri più famosi emergono le Vite immaginarie (1896). La sua opera apre la strada a scrittori come Jarry, Apollinaire e Artaud.