Shane Stevens
L’ora della caccia
Traduzione di Fabio Pedone
«Era un ebreo cresciuto da francese che odiava i tedeschi. Era un uomo ossessionato da una donna che aveva ucciso. Era un cacciatore sulle tracce di una preda che nessuno voleva fosse catturata. Era un ispettore senza un incarico di comando».
Aprile 1975. Parigi. Un uomo viene trovato impiccato a una corda di pianoforte. Il suo nome è Dieter Bock, un ex capitano delle SS. La tesi del suicidio non regge e l’indagine viene affidata all’ispettore César Dreyfus, unico superstite di una famiglia ebrea sterminata ad Auschwitz. Le piste sono innumerevoli e complesse, dal Mossad ai servizi segreti occidentali che si sarebbero serviti della collaborazione di Bock nel dopoguerra. Ma quando l’ispettore scopre che le morti di un banchiere svizzero, di un industriale belga e di un diplomatico inglese sono collegate, è l’inizio di una serie di colpi di scena in cui ogni certezza si rivela infondata. In una caccia senza tregua, César estenderà le sue indagini in Austria e in Germania sulle tracce del complotto più occulto e paradossale della Storia. Perché niente è ciò che sembra, la sete di vendetta può attendere decenni e tra le pieghe delle tragedie d’Europa si nascondono segreti che hanno condannato a morte chiunque li conoscesse. Fra criminali di guerra nazisti, tradimenti e servizi segreti, in una corsa a perdifiato che non lascerà scampo al più smaliziato dei lettori, con un protagonista impossibile da dimenticare, si dispiega l’ultimo romanzo di Shane Stevens, maestro riscoperto del crime novel cui hanno dedicato grandi elogi le firme più prestigiose, da James Ellroy a Stephen King, fino al nostro Carlo Lucarelli.
«Romanzo brillante di ossessioni e vendette, è una delle storie più nere mai scritte sul male. Lo consiglio senza riserve, a patto che il lettore abbia nervi saldi e stomaco forte».
Stephen King
«Non ci sarebbero stati James Ellroy, John Connolly, Jeffery Deaver, neppure il Thomas Harris de Il silenzio degli innocenti, e neanche un po’ di King, se non ci fosse stato Shane Stevens».
Carlo Lucarelli
«Sarà difficile per voi sfuggire agli artigli dei noir di Shane Stevens!».
Luca Crovi
«Il padre dei serial killer».
Tommaso Pincio