«Aria di novità»: molti viaggi, molti eroi

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Aria di novità

In occasione dell’uscita di Aria di novità, il terzo volume della trilogia di Carmen Korn iniziata con Figlie di una nuova era, Giulia Pretta riflette sul tema del viaggio, un fil rouge che percorre tutto il romanzo.

 

Ci siamo guardati negli occhi e per la prima volta abbiamo capito che il giorno dopo saremmo arrivati alla tappa finale. Come dimenticare la frase dell’Orsetta “Oh, Julio, quant’è durato poco il viaggio…” così esclama Carol Dunlop alla fine del viaggio con Julio Cortázar sull’autostrada Parigi Marsiglia raccontato nel romanzo Autonauti della cosmostrada. Così si sente il lettore alla fine di una trilogia.

Abbandonare una saga è sempre difficile, soprattutto se ci ha tenuto compagnia per quasi un secolo e oltre millecinquecento pagine: è dura staccarsi dai personaggi. A partire dal quartetto originale di Henny, Käthe, Ida e Lina, abbiamo seguito la moltiplicazione dei punti di vista: le numerose storylines sono state come tanti piccoli viaggi dell’eroe che ci hanno guidato nel corso del turbolento XX secolo. Mentre la Storia scorre in time lapse sullo sfondo, guerre e muri scoppiano e crollano in quello che sembra essere un soffio, tutta la tragicità del momento è affidata a dettagli minimi che fanno della pacatezza la cifra stilistica dell’autrice.

Gli eroi di Aria di novità allargano il loro orizzonte geografico e sociale: sempre in movimento, con spostamenti più o meno lunghi, mostrano un mondo ampio e in pieno ribollire. Ed è proprio l’attitudine al “viaggio” dei personaggi, siano essi della vecchia, della mediana o nuova generazione a definire i loro rapporti.

C’è chi affronta il viaggio come parte integrante della vita e ne fa vessillo. Florentine, figlia di Ida e Tian e modella internazionale, attraversa il globo con disinvoltura. Prima a Parigi e poi dall’altra parte dell’oceano, Florentine non si fa problemi ad affrontare viaggi che la portano lontano da chi la ama, mostrando così un nuovo modo di vivere la relazione di coppia con il suo Husky, Robert Langeloh. Ma se il viaggio è parte integrante della sua vita, il suo abbandono diventa metro per dimostrare l’affetto che nutre per la sua famiglia. La rinuncia del contratto con la prestigiosa Ford Modeling Agency di New York è una scelta che Florentine fa sapendo che, da ogni viaggio, l’eroe deve ritornare per costruire una nuova realtà “ordinaria” per dirla alla Voegler. Ed è così che la modella internazionale crea una piccola pensione che, nelle intenzioni, dovrebbe essere per artisti, ma che si trasforma nell’accogliente nido che ricalca le orme di quella di Guste e che ha offerto rifugio a tutti loro.

C’è chi il viaggio fisico non lo affronta o lo rifiuta per amore. È il caso della coppia composta da Klaus, figlio di Henny ed Ernst Lühr, e Alex, quelli che vengono definiti “figli del paragrafo 175”. La paura di Alex di volare ha da sempre condizionato Klaus che, per amore, ha posto molti vincoli ai suoi movimenti. Non solo quelli dati dai viaggi, ma anche al vissuto della loro relazione che deve fare in conti con l’accusa di illegalità e immoralità che li perseguiterà fino all’abolizione del paragrafo 175 nel 1994 e che spingerà Alex a nascondere la propria bisessualità per paura di ripercussioni sulla sua carriera. Nel momento in cui Klaus riuscirà a ritagliarsi una propria nicchia e la possibilità di esplorare il mondo senza Alex al suo fianco, si scoprirà eroe in balia dei mostri del mondo esterno: un mostro che prende il nome di AIDS.

Katja, figlia di Marike e Thies, deve solo attraversare un muro, uno degli effetti negativi della ricostruzione vista in È tempo di ricominciare. Un muro a metà di Berlino che simboleggia una distanza di pensiero e stile di vita che sembra impossibile coesistere in una stessa città. Un viaggio dato dall’amore per Jon, attore nella DDR e con il fratello epilettico a carico: se già l’attraversamento normale della “soglia” necessita di visti, autorizzazioni e controlli costanti da parte della Stasi, la fuga da quella realtà diventa un viaggio dai toni rocamboleschi.

Queste tre linee narrative sono le più esplorate, le più rappresentative del mondo che cambia rispetto a quello vissuto dall’originale gruppo di amiche. Per loro infatti, i viaggi affrontati e patiti nel corso della guerra, forse avevano un orizzonte geografico più ristretto, ma sono stati così incidenti da influenzare il presente. Non possiamo vedere l’attivismo nella RAF di Ruth senza pensare al lungo viaggio di Rudi e Käthe di ritorno dai campi di concentramento.

Non tutti i viaggi sono diretti a un vittorioso ritorno dell’eroe. E non tutti i viaggi sono dati dal movimento. Perché Henny, che ha avuto la responsabilità nel marzo del 1919 di aprire la saga, ora diventa epicentro e porto calmo in cui tutti possono ripararsi. Le amiche sempre più fragili e anziane, figli infelici, nipoti travagliati sanno che possono trovare nel salotto di Henny e Theo un luogo di calma e aggregazione che sa di torta ai semi di papavero. L’eroina che ha attraversato il secolo con calma e forza d’animo si accomiata ora con il Capodanno che ci porta nel nuovo millennio mentre noi aspettiamo che un nuovo quartetto di amiche sia pronto a raccontare nuove storie e intraprendere nuovi viaggi.

 

Giulia Pretta

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