Aspettando «Riviera»

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Riviera

In occasione dell’uscita di Riviera, Valentino Ronchi racconta il suo nuovo romanzo.

 

Ho detto al ragazzo cinese che gestisce il bar trattoria nel mio paese che il romanzo sta per uscire. Quel romanzo – Riviera – che lì ho cominciato, tre anni fa, una manciata di domeniche mattina, quando ancora tutti dormivano tranne me e lui, che appunto eravamo svegli. Mi è sembrato molto contento, anche se non so se ha capito. Soprattutto la parola “manciate”. Però era visibilmente felice per me. E questo è molto: mi ha reso felice il fatto che lui fosse felice del fatto che io ero felice. Non capita tutti i giorni.

L’ho detto anche alle signore della latteria, dove altra parte del lavoro è stato alacremente  compiuto. La latteria sotto i portici, dove il tempo è fermo da un po’, appunto sotto i portici, lì a guardare il passaggio. Anche loro sono state contente, pensiamo di presentare il romanzo nella piccola saletta, tra i biscotti, i succhi di frutta, le marmellate e i latte a lunga conservazione che non stanno nel frigorifero. Non vedo l’ora.

Sono anche andato in Riviera. Un giorno meraviglioso di marzo, ho traversato Milano a piedi, un viandante, ho raggiunto quel luogo dove il libro è ambientato. Via Padova, meravigliosa, nei pressi di Pasqua, via San Mamete, via Trasimeno. Strano vederle lì, reali, bellissime. Sull’autocertificazione ho candidamente scritto che mi spostavo “per un sopralluogo”. Il comandante della polizia locale, riconsegnandomi il foglio, ha sentenziato:

– Ci si sposta sempre per un sopralluogo, caro mio. È la vita.

E gli occhi – ve lo giuro – un po’ gli luccicavano. Poi:

– Buona fortuna – ha aggiunto – a lei e al suo romanzo.

Insomma, a quanti potevo dirlo, l’ho detto. Ho scritto agli amici, ho fatto un paio di telefonate, trovato il modo di dirlo anche ai parenti. I personaggi del libro ne erano al corrente, avendoli inventati io, ho molto poco che possa nascondere loro, oramai.

Un romanzo, dunque, un roman sans romanesque ou un romanesque sans roman, si arrovellerà la critica, la più arguta e raffinata. D’accordo, ma per sempre un romanzo, una vicenda, una vita. Posso metterlo a fianco degli altri che ho sugli scaffali, storia fra le storie, si fanno compagnia: staran mica lì troppo a vedere quale è scritta meglio, staranno assieme e basta, come stanno i ragazzi.

Ah, mentre attendevo che uscisse, fra le altre cose, ne ho scritto un altro. C’era modo di farlo, l’ho fatto: mi piace la Vita, andiamo d’accordo. Noto che, tutto sommato, gli appunti che da anni prendo su di lei non le danno fastidio. Li accoglie con una certa benevolenza, li mette con garbo fra le sue cose.

 

Valentino Ronchi

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