La biblioteca dei sussurri – è di scena l’udito!

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Biblioteca

Esistono in ogni città quelle vecchie casette dall’aspetto rurale e un po’ dimesso, che ci sorprendono nel bel mezzo di un moderno e anonimo quartiere periferico.
Piccole al cospetto degli edifici che le circondano, quelle vecchie case sembrano essersi addormentate quando “qui una volta era tutta campagna!”, per poi risvegliarsi accerchiate da alti caseggiati.
Anacronistica, solitaria e un po’ trascurata; così appare ai passanti la casa che fa da sfondo alle vicende narrate ne La biblioteca dei sussurri, il terzo romanzo della mia pentalogia dedicata ai cinque sensi e all’amore per la lettura.

Dopo L’annusatrice di libri, ispirata al senso dell’olfatto, e La ragazza con la macchina da scrivere dedicata al tatto, ora è di scena l’udito.

 

La casa del rumore

Costruita a Torino al principio del secolo scorso, la casa sulla Dora ospita una numerosa e rumorosa famiglia.  Siamo negli anni Settanta e Torino sta vivendo forti mutamenti politici e sociali, ma nella casa sulla Dora nessuno ci bada; il tempo scorre a un ritmo differente, e tutto quel che accade nel resto della città appare lontano ed estraneo.

Gli abitanti della casa trascorrono le loro giornate seguendo regole bizzarre ma inderogabili, prima fra tutte: fare il maggior baccano possibile.

Eravamo gente comune, che nella casa sulla Dora faceva cose comuni, solo che le facevamo emettendo il maggior fracasso possibile: sbattevamo le porte, ci lanciavamo lungo le scale facendo rimbombare ogni gradino, trascinavamo le sedie sul pavimento costringendole a gemere e ci chiamavamo a voce spiegata da una camera all’altra come se una sterminata distanza ci separasse.

Cullata dal perpetuo frastuono, vive e cresce una bambina di nome Dora, che è stata chiamata così in onore del fiume che scorre sul resto della casa; talvolta placido, talaltra irrequieto. Con lei vivono i giovanissimi genitori, gli zii, il cugino Fulvio e la capofamiglia, l’eccentrica e misteriosa prozia Dorina.

La giovane Dora è “una che sente”, come afferma con fierezza la prozia.

Anche la prozia Dorina è “una che sente”, nonostante sia sorda come una campana. Gli altri membri della famiglia, invece, non sentono affatto, o almeno non nel modo di Dora e della prozia; in compenso, però, si impegnano a fare un gran fracasso.

 

Il silenzio del lutto

Un giorno il roboante equilibrio della famiglia viene incrinato da una visita inaspettata; è zia Catlina, presenza incorporea e sinistra, che solo Dora e l’anziana prozia riescono a percepire.

L’aspetto di Catlina non era spaventoso come ci si potrebbe immaginare; il suo querulo sospirare e il crepitio della sottana mi restituivano l’immagine di una donnetta dal viso paffuto e mansueto, con folti capelli castani e un dimesso abito scuro che la faceva sembrare una via di mezzo tra una vedovella e una novizia. Addosso a lei splendevano però decine di gioielli, quelli che – diceva la prozia – gli avari avevano tenuto nascosti con cupidigia, pensando di serbarli per sempre, senza fare i conti con la propria mortalità.

Dopo il passaggio di Catlina la casa precipita in un luttuoso e opprimente silenzio, rotto soltanto da rumori sconosciuti e inquietanti, che tanto turbano la giovane Dora.

Per sfuggire all’atmosfera opprimente e alle voci misteriose che sembrano volerla attirare in un mondo oscuro e pauroso, Dora trova rifugio in un luogo dove il silenzio è persino più intenso di quello nel quale è sprofondata casa sua; si tratta però di un silenzio differente, dolce e fecondo, nel quale i lettori si rifugiano per ascoltare storie, spesso molto lontane nel tempo e nello spazio: la biblioteca.

Tra il frusciare leggero delle pagine e i passi cauti e ovattati, Dora fa la conoscenza del “lettore centenario”, l’avvocato Ferro, che i miei lettori hanno già avuto modo d’incontrare nei due precedenti romanzi della pentalogia sensoriale, L’annusatrice di libri e La ragazza con la macchina da scrivere; e nel racconto natalizio Il fantasma del lettore passato.

 

Il lettore centenario

L’avvocato Ferro, che ha dedicato la sua secolare esistenza ai libri, decide di prendere la ragazzina sotto la sua ala protettrice per educarla al piacere della lettura e offrirle un rifugio dalle paure che, da quando zia Catlina ha visitato la casa sulla Dora, le si manifestano sotto forma di tetri richiami.

Ma crescere non è facile neppure quando si ha accanto un mentore straordinario come l’avvocato Ferro, e la vita di Dora prenderà pieghe inaspettate che la porteranno lontano dalla casa natale e dalla sua singolare e amorevole famiglia.

L’infanzia spensierata e rumorosa diverrà una eco lontana, il passato sarà ben presto dimenticato ma quando Dora si sentirà ormai estranea a tutto, in primis a se stessa, una voce lontana, questa volta famigliare e benevola, le farà ritrovare la via di casa.

 

Desy Icardi

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