La poesia del mercoledì: Mio popolo di Piero Jahier

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piero jahier

Questa è la nostra rubrica dedicata alla poesia. Ogni settimana, il mercoledì, pubblichiamo una poesia italiana del ‘900 o contemporanea scelta dall’editore.

Mio popolo di Piero Jahier.

Eh! Eh! ragazzi, la vita
non è poi tanto preziosa!
Biglietto d’ingresso pagato:
arginare, scassare, murare
fucinare, fresare, montare…
Combattuto col piccone;
mai perso callo alla mano.
Ferite: due dita in meno.
Nostro letto abituati a portarlo lontano.

Eh! Eh! ragazzi, la vita
non è poi tanto preziosa
sentite le condizioni:
tribolare, emigrare, ammalare
ospedali, camorre, prigioni.
Ehi, ragazzi, la guerra, sapete,
non è poi tanto cattiva.
Almeno nelle antiche storie
alla fine si moriva.

Quanto alla nostra grande patria
la nostra parte di terra nativa
nel sacco, spatriando, c’è sempre entrata.
A spalla è tanto che la portiamo
nello zaino non la perderemo.
Noi dalla guerra di tutti i giorni
quando ci leviamo
un momento a cambiar le armi
e marciamo.

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