In occasione della pubblicazione de «La pietra di Luna» vi proponiamo la prefazione di Wilkie Collins al romanzo.
Le circostanze che hanno accompagnato la stesura della Pietra di Luna hanno conferito al libro un interesse del tutto particolare nella mente dell’autore.
Mentre quest’opera veniva pubblicata a puntate in Inghilterra e negli Stati Uniti, e quando ne era stato scritto non più di un terzo, mi piombarono addosso contemporaneamente il dolore più atroce della mia vita e la malattia più grave di cui avessi mai sofferto. Nel momento in cui mia madre giaceva in punto di morte nel suo piccolo cottage di campagna, io ero a Londra, colpito e paralizzato in ogni membro dai tormenti di una gotta reumatica. Pur sotto il peso di questa duplice sciagura, dovevo tenere presenti i doveri che avevo nei confronti del mio pubblico. In Inghilterra e in America i miei buoni lettori, che sino ad allora non avevo mai deluso, aspettavano regolarmente ogni settimana una nuova puntata di questa storia. E a essa dunque mi aggrappai, per me stesso come per loro. Negli intervalli del dolore, nei momenti di tregua dall’affanno, dettai dal mio letto quella parte della Pietra di Luna che sarebbe riuscita più di ogni altra a divertire il pubblico: Il racconto di Miss Clack. Non parlerò del sacrificio fisico che mi costò questo sforzo. Quello che ricordo adesso è solo il provvidenziale sollievo che questa attività (sia pure forzata) ha portato alla mia mente. L’arte, che era sempre stata l’orgoglio e la gioia della mia vita, divenne allora più che mai «l’immenso premio di se stessa». Dubito che sarei riuscito a sopravvivere per scrivere un altro libro se la responsabilità delle puntate settimanali di questa storia non mi avesse costretto a radunare le mie energie fisiche e mentali ormai in declino, ad asciugare le mie inutili lacrime e a domare le mie spietate sofferenze.
Terminato il romanzo, attesi la reazione del pubblico con un’ansia e un’impazienza che non ho mai avuto, né prima né dopo, per la sorte degli altri miei scritti. Se La pietra di Luna si fosse rivelato un insuccesso, la mia delusione sarebbe stata davvero amara. Ma l’accoglienza riservata a questa storia in Inghilterra, in America e nel resto d’Europa fu immediatamente e unanimemente favorevole. Non ho mai avuto ragioni migliori di essere grato ai lettori di romanzi di tutte le nazioni. I miei personaggi conquistarono la simpatia di tutti e la mia storia suscitò ovunque interesse. Il favore del pubblico trascurò i miei errori, ripagandomi cento volte della dura fatica che queste pagine mi erano costate nel periodo cupo della malattia e del dolore.
Devo solo aggiungere che questa edizione ha il vantaggio di essere passata sotto una mia attenta revisione. Così ho fatto tutto ciò che potevo per rendere il libro degno dell’ininterrotta approvazione dei lettori.
Maggio 1871
W.C.