Pubblichiamo il discorso di Thomas Williams alla consegna del National Book Award nel 1975 per I capelli di Harold Roux, uno straordinario esperimento di romanzo nel romanzo, ma soprattutto una potente riflessione sul potere della narrazione, su come le storie e il processo creativo con cui le raccontiamo ricostruiscono il passato e la memoria e contribuiscono a definire chi siamo.
Se la parola è sacra (e di certo lo è), la fiction ne abita il tempio. È in grado, da sola, di rivelare un universo; tutte le altre voci si limitano a informare.
All’interno dell’universo della fiction dovrebbero muoversi e respirare personaggi tondi, vivi, vulnerabili. Non mi importa se la voce dello scrittore mi piace. Se è al culmine del suo potere, la disposizione d’animo di chi legge non conta più nulla. Lo scrittore al culmine del proprio potere non ha tempo di essere affascinante, triste o intelligente. Crea persone che sono tutte queste cose, persone che non sono classificate, messe a servizio di una causa, contraltari usa e getta in un gioco di allegorie, commenti politici, analisi sociali, discussioni teologiche o indovinelli esistenziali.
Tutto ciò può ovviamente ossessionare le persone che popolano quest’universo, proprio come la forma della sua creazione ossessiona lo scrittore di fiction. Ma se la sua gente nasce morta, se i loro atteggiamenti sono infarciti di meccanismi intellettuali, l’opera dello scrittore sarà trascurabile.
Penso riconoscerete le opere non trascurabili. Magari saranno manchevoli e imperfette – forse così devono essere per loro stessa natura. Ma non avrete difficoltà a riconoscerle, perché quando vi ci imbatterete vi assorbiranno completamente, e stretti nella loro morsa non ci sarà spazio per smorfie di autocompiacimento. Non le potrete mai capire. Si avvicinano all’imperdonabile, vi fanno sentire come non vorreste sentirvi. E quando accade, già vi hanno cambiato la vita.
Questo è quanto, a proposito di ammonimenti da zio rivolti a chi voglia cimentarsi con la scrittura e la lettura. Ma tutti noi andiamo avanti e proviamo a immaginare cosa accadrà, inseguendo quel potere che è una qualità fondamentale della fiction.