Lydia Flem

Casanova

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L'uomo che amava le donne, davvero

Collana:
Numero collana:
123
Pagine:
280
Codice ISBN:
9788881127153
Prezzo cartaceo:
€ 15,00
Data pubblicazione:
13-01-2006

Traduzione di Stefano Simoncini
Introduzione di Michel Onfray

Credevamo che Casanova fosse un bieco maschilista, uno sfruttatore dell’arrendevolezza e della frustrazione di svenevoli ochette o di povere vittime. Il prototipo dello sciupafemmine, interessato come Don Giovanni alla compilazione di un catalogo di prede. Di donne, invece, Casanova ne ebbe “solo” 122; e alla fine della sua vita ne ricordava tutti i nomi, i discorsi intrattenuti, perfino le pietanze consumate assieme. E le sue compagne erano donne per lo più emancipate e autonome, sessualmente molto libere, perfettamente consapevoli di ciò che volevano da lui: l’ascolto – Casanova era un grande ascoltatore – e il piacere, un piacere che per Casanova era soprattutto condivisione, e mai egocentrica appropriazione. Queste le tesi più originali della preziosa, lucida, brillante biografia che la psicoanalista e scrittrice Lydia Flem ha pubblicato per Le Seuil nel 1997 e che le è valsa le prime pagine dei maggiori giornali culturali mondiali. Una biografia che attraversa l’intera esistenza di Casanova, dall’infanzia di bambino infelice e abbandonato fino al ritiro in un tetro castello di Boemia, facendo ampio uso di stralci dal suo capolavoro, Le memorie, e che, come ha scritto la “New York Times Book Review”, “ci fa rimpiangere di non averlo potuto conoscere, come amico o come amante”.

CASANOVA – RECENSIONI

 

IL GAZZETTINO
– 22/08/2006

 

Scaffale

 

 

 

Fabrizia Ramondino, L’ESPRESSO
– 22/06/2006

 

Ricordi libertini

 

 

 

Nicoletta Tiliacos, IL FOGLIO
– 08/06/2006

 

Risé ci spiega che la libertà assoluta di Don Giovanni è solo schiavitù

 

 

 

Massimiliano Melilli, CORRIERE DEL VENETO
– 12/04/2006

 

Casanova, vita di un seduttore per necessità

 

 

 

CLASS
– 01/03/2006

 

Casanova

 

Credevate che Casanova fosse un bieco maschilista? Vi sbagliavate in pieno. Parola della psicanalista Lydia Flem, che smonta in questo libro lo stereotipo Casanova. Il quale di donne ne ebbe “solo” 122; e alla fine della sua vita ne ricordava tutti i nomi, i discorsi intrattenuti, perfino le pietanze consumate assieme. Per lui il piacere era soprattutto condivisione.

 

Stefano Guarini, IL FOGLIO
– 04/03/2006

 

Casanova

 

 

 

Stefano Guarini, IL FOGLIO
– 04/03/2006

 

Casanova

 

 

 

TTL – LA STAMPA
– 25/02/2006

 

Altri amori

 

 

 

IL TIRRENO
– 25/02/2006

 

L’altra faccia di Casanova

 

 

 

STILOS
– 14/02/2006

 

LYDIA FLEM. Casanova.

 

«Dell’uomo che amava le donne, davvero», come recita il sottotitolo, la Flem, scrittrice e psicanalista freudiana, dà un’immagine diversa, né maschilista né femminista, comunque lontana dal suo solito ritratto corroso da distorsioni. Non sciupafemmine, né corruttore e sfruttatore, ma un amante raffinato per il quale il piacere è soprattutto condivisione di sensi come di intenti e non soltanto una mera egocentrica conquista.

 

Eugenio Tassini, OGGI
– 08/02/2006

 

Casanova? Macché playboy era lo zimbello delle donne

 

Di Casanova non ce n’è uno solo. Lui è stato anche soldato, spia, mago, fuorilegge, scrittore, diplomatico, musicista, viaggiatore, giocatore, medico, imprenditore. Un uomo che ha vissuto molte vite, e tutte assai intense. Ma noi lo ricordiamo come l’uomo capace di far innamorare di lui tutte le donne che incontrava. Per questo, in fondo, ha conquistato l’immortalità, non perché è stato il primo a tradurre l’Iliade, o perché ha aiutato Mozart a scrivere le parole di Leporello nel Don Giovanni, o per la sua fuga avventurosa dal carcere veneziano dei Piombi. Sono quelle 144, in fondo “solo” 144, tre all’anno, donne conquistate, e che lui ha raccontato nella sua monumentale autobiografia, che fanno parlare ancora oggi di lui.

Adesso esce un film (Casanova, appunto, di Lasse Hallström, regista svedese e marito di Lena Olin), presentato all’ultimo festival di Venezia e dal 17 febbraio nelle sale italiane, e viene tradotta in italiano (da Stefano Simoncini) la biografia firmata da Lydia Flem (Casanova. L’uomo che amava le donne, davvero, Fazi editore, 15 euro). Due modi assai diversi di rendere omaggio al nostro eroe. Nel film, infatti, Casanova (interpretato da Heath Ledger, il biondo attore protagonista anche dei cowboy innamorati di Ang Lee, ne I segreti di Brokeback Mountain, e nuova stella di Hollywood) è un seduttore spadaccino che non si fa troppi problemi. Lontano dalle malinconie di Federico Fellini, è disposto a tutto per conquistare la bella Francesca Bruni (l’attrice Sienna Miller), che per un po’ gli resisterà ma che alla fine si concederà al suo amore.

Diversa la storia raccontata nella biografia di Lydia Flem, psicanalista belga, cheinvece vuole ribaltare un luogo comune. Non è vero che tutte le donne si innamoravano di Casanova, e certo è falso che lui le collezionava come un don Giovanni qualunque. Era lui che al contrario amava le donne, una per una, e davvero. Era disposto a tutto per compiacerle, sapeva ascoltarle, si faceva in quattro per farle felici, le voleva indipendenti, non sopportava rancori, quando l’amore finiva se ne stava per giorni digiuno e al buio, se incontrava anno dopo una sua amante si commuoveva, era capace di aiutarle se in disgrazia, di vegliarle se malate, e soprattutto di non scordarle mai.
La prima donna di Giacomo Casanova, quella che gli sfuggì per tutta la vita, fu sua madre, Giovanna Maria Farussi, ma tutti la conoscono come Zanetta, donna bellissima, attrice assai celebre, tanto che ne parla anche Carlo Goldoni nelle sue memorie. Zanetta lascia Giacomo una prima volta quando aveva un anno, per andare a recitare a Londra in compagnia del marito. Poi torna quando il papà di Giacomo muore improvvisamente ad appena 36 anni. Lei è incinta per la sesta volta, accompagna il figlio, che ha 9 anni, a Padova dall’abate Alvisae Grimani, che gli farà da tutore: poi se ne va in giro per l’Italia a recitare. Lo rivede l’anno dopo, prima di partire per la Russia. E poi quando lui ha 13 anni, prima di andare a Dresda. Pochi incontri, ma bastano per insegnare alcune cose fondamentali: che bisogna saper pensare (lo prenderà molto in giro per una frase sbagliata); che bisogna curar bene l’aspetto (riderà molto di una sua parrucca bionda); che l’importante è saper recitare bene, non importa se il palcoscenico è quello di una corte o quello della vita.
Giacomo da bambino perdeva sangue dal naso e più cresceva e più soffriva. Era appena nato e già era dato per morto, e i suoi genitori non gli parlavano nemmeno, per non affezionarsi. Così lui stava silenzioso, immobile. Il primo ricordo di Giacomo è sua nonna che lo porta da una maga di Murano per curare le emorragie. La maga lo chiude in una cassa, con un fazzoletto sul naso, e lui fuori sente ridere, piangere, picchiare sulla cassa… Ma le emorragie finiranno.
Il primo amore di Casanova è Bettina, che ha 17 anni ed è la più bella ragazza della strada, come scrive Casanova nelle sue memorie. Lei si prende cura del piccolo veneziano, che di anni ne ha 13, gli alava il viso, il collo, il petto e i capelli, e soprattutto gli fa delle carezze che lo turbano molto. Lei è graziosa, vivace, maliziosa e gran lettrice di romanzi. La mattina Bettina accende le fantasie di Casanova, ma la notte se la spassa con un altro pensionante. Casanova è furioso e terribilmente geloso. Lui la aspetta tutta la notte, fuori nevica, sente un rumore, si affaccia e vede il rivale uscire dalla camera di Bettina. In più viene anche preso a calci. Bettina ha paura di uno scandalo, che Casanova la denunci, fa finta di avere delle convulsioni, poi di esser posseduta. Viene chiamato un esorcista. Poi si ammalerà davvero, di vaiolo, ma quando sarà vecchia, malata e morente ci sarà Casanova a vegliarla. Ma soprattutto scoprirà d’essere, quella volta e per sempre, lo zimbello delle donne. Sono loro che conducono il gioco. “Il seduttore di professione, che fa del sedurre un progetto, è invece un uomo abominevole, nemico dell’oggetto su cui ha posato gli occhi: è un vero criminale che, se ha le qualità necessarie per sedurre, se ne rende indegno usandole per rendere infelice una donna”.

Il più grande amore di Casanova è Henriette, che incontra la prima volta nel 1749. Lei è vestita da soldato, e nascosta nel letto del suo amante, un ufficiale ungherese che parla solo latino. “Chi crede che una donna non sia in grado di rendere felice un uomo per 24 ore su 24 non ha mai conosciuto una donna come Henriette”. L’amerà per tutta la vita, perché lei ha tutte le tracce del suo canovaccio amoroso. Una donna travestita da uomo, un falso nome, una educazione aristocratica, un grande spirito, una forte personalità e una assoluta indipendenza. Quando lei se ne andrà, gli scriverà su un vetro con la punta di un diamante che lui le aveva regalato: “Dimenticherai anche Henriette”. La incontrerà di nuovo 20 anni dopo. Lei è a letto, ad Aix en Provence, con una brutta pleurite. Una donna che non si fa riconoscere ha cura di lui giorno e notte. È lei. Non la vedrà mai più, ma si scriveranno, ormai vecchi e saggi, e si racconteranno le loro vite.
La donna che gli disse di no fu una prostituta di Londra. L’anno è il 1764. Casanova non tollera la sua indifferenza. Non vuole comprarla. Lui vuole essere amato, e amare. Lei, la Charpillon, lo avvisa. Intende ridere di lui, e per punirlo farlo innamorare follemente. Non gli risparmierà umiliazioni, tanto che Casanova si troverà una notte con piombo nelle tasche su un ponte sul Tamigi. Lo salverà un giovane della nobiltà inglese. Poi, rinsavito, si vendicherà: in modo giocoso. Con un pappagallo addestrato a dire le più orribili offese lasciato davanti alla Borsa di Londra.

L’ultima avventura è tutta nella biblioteca del Castello di Dux, in Boemia, doive ormai vecchio e stanco, si è rifugiato a fare il bibliotecario per il conte Joseph Carl Emmanuel Waldstein. A 60 anni non ci sono più donne fra le sue braccia, niente più viaggi e fughe e travestimenti. C’ è solo un servitore che lo tormenta. Però ci sono le sue memorie. “Ricordando i piaceri che ho goduto, me li rinnovo, e rido delle pene che ho sofferto e che non sento più”. Così Casanova, per 13 ore al giorno, scrive le storie della sua vita, mentre la morte lo assedia.

 

 

Nicoletta Sipos, CHI
– 25/01/2006

 

Casanova

 

Lydia Flem, brillante psicanalista e scrittrice belga, sfata molti pregiudizi sul seduttore con questo acuto ritratto interiore. Che presenta come colto e attento ascoltatore, sensibile ai desideri delle sue (122) donne, tutte emancipate e brillanti al pari di lui. Una biografia provocatoria che arriva in contemporanea col film Casanova di Lasse Hallström con HEath Ledger, Sienna Miller e Jeremy Irons.

 

Katia Perrini, IL TEMPO
– 12/02/2006

 

Ecco i nuovi Casanova

 

 

 

Walter Mauro, IL TEMPO
– 06/02/2006

 

La settimana del critico

 

 

 

DONNA MODERNA
– 01/02/2006

 

Un film, un libro: Casanova

 

Siamo abituati a pensare al più grande seduttore della storia come a un cinico sciupafemmine, un collezionista di donne e di avventure di letto. Ma provate a leggere la sua biografia scritta dalla psicanalista francese Lydia Flem. Scoprirete che le amanti di Giacomo Casanova furono “solo” 122 e che di ognuna di loro, alla fine della sua vita rocambolesca, ricordava ancora il nome. Poi, correte al cinema. Nei panni dell’affascinante veneziano, nel film Casanova diretto dal Lasse Hallström, c’è Heath Ledger, al quale Sienna Miller insegna, ribaltando i ruoli classici, la vera passione: quella fatta soprattutto di attesa.

 

Francesco Gallo, AMERICA OGGI
– 22/01/2006

 

Amava le donne, davvero

 

PER CHI MAI avesse avuto un dubbio, il libertino Giacomo Casanova non incontrava le donne solo per portarle a letto, ma aveva con loro un rapporto moderno e anche un’apprezzata capacità d’ascolto per i loro problemi; insomma le amava veramente. Questa la tesi di Lydia Flem che ha dedicato al cavaliere di Seingalt (così si faceva chiamare per vezzo come per nascondere le sue origini plebee) questo libro [“Casanova, l’uomo che amava le donne, davvero”, pp. 280, Fazi Editore, Roma, 2006, Euro 15.00].
Insomma la psicanalista e scrittrice sembra aver davvero letto con attenzione le memorie del veneziano (Storia della mia vita) perché, alla fine, lo salva e soprattutto lo sdogana dai molti luoghi comuni che si legano a questo personaggio.
“Giacomo ritiene di aver reso felici le donne che ha conosciuto”, dice la Flem, “e quando la donna dipende da lui, egli fa in modo di renderla parona di se stessa: denaro, lavoro, protettore, perfino marito”.
Non solo. Pensa nell’atto erotico al piacere della donna più che al suo (“Ho sempre preferito trattenermi il più possibile, anche perché il piacere della donna ha sempre rappresentato per me i quattro quinti del mio”, dice Casanova) e anche al fatto di non metterle incinta. Così non esita a infilarsi un condor ante litteram che così descrive il veneziano letterato e filosofo: “Un vestitino di pelle finissima e trasparente che era lungo otto pollici e senza apertura in cima e che, come una borsa, aveva all’altezza dell’altro capo, dove era aperto, un piccolo nastro color rosa”.
Ma dalle memorie di Casanova se ne ricava anche una sana tempistica esistenziale, ovvero la sua capacità di uscire di scena sul fronte del libertinaggio appena si sentì vecchio (aveva solo 46 anni quando capì che l’ala della vecchiaia stava scendendo su di lui). Da qui il suo culto della memoria e della scrittura. Dopo aver tanto vissuto, e la giovinezza significava per lui proprio questo, ora poteva dare fondo a quelle sue capacità letterarie e filosofiche che da sempre aveva coltivato, ma mai trovato il tempo di approfondire.
“La mia vita”, il libro che raccoglie le sue peripezie lo scrive così ormai vecchio nel suo esilio a Dux nel Castello del conte Joseph Carl Emmanuel Waldstein dove lavorò fino alla sua morte come bibliotecario aggiunto.

“Ora, davanti al grande libro dei ricordi, aperto, con la penna in mano, pronto a cogliere il minino fremito dei piaceri di una volta, celebra la ricerca del piacere attraverso il culto della memoria. Non contento di aver fatto dalle voluttà di vivere il principio di un’esistenza, lo scrittore di Venezia ci dice che il vero piacere è quello offerto dal ricordo. La memoria – dice Lydia Flem – non prende solo il posto del piacere, lo rinnova. Perché oltre il piacere c’è ancora la felicità: è questa l’insolente eredità di Giacomo Casanova”.
Ma per Casanova come per il “Don Giovanni” di Mozart scritto dal suo amico librettista Da Ponte nessun pentimento. Scrive in una lettera il 20 febbraio del 1792 del suo lavoro letterario: “Dico tutto, non mi risparmio e tuttavia non posso, da uomo d’onore,, dare alle mie memorie il titolo di Confessioni, perché non mi pento di nulla e senza pentimento voi sapete che non si può venire assolti. Credete che mi vanti? Niente affatto. Racconto all’aria per eccitarmi al ridere…”.

 

AVVENIMENTI
– 27/01/2006

 

Libere amanti di Casanova

 

 

 

Stefania Rossotti, GRAZIA
– 17/01/2006

 

Casanova l’uomo che ascoltava le donne

 

Casanova: peccato esserselo perso. Come amante, ma soprattutto come amico. Era uno dei pochi (ormai più nessuno?) capaci di ascoltare. Così almeno ci spiega la psicanalista francese Lydia Flem, autrice di un’ardita reinterpretazione del mito più audace: Casanova. l’uomo che amava le donne.. davvero (in uscita da Fazi). Altro che sciupafemmine seriale: è vero, lui di donne ne ha avute 122, ma di tutte ricordava il volto, il nome, i desideri. Di ciascuna serbava le parole. Altro che bieco maschilista: per lui il piacere era pura condivisione. Era un avventuriero, certo, ma amante di donne altrettanto audaci. No: non erano arrendevoli e svenevoli dame, semmai emancipate signore in fuga dalla noia e dall’ovvietà.
UN MITO PIU’ VIVO che mai (a marzo sugli schermi, nell’ennesima interpretazione cinematografica, con il volto di Heath Ledger nel <i<Casanova firmato da Lasse Hallström). Il suo segreto era la dote più sommessa e potente che c’è: la capacità di ascolto. “La parola è il dono delle donne, l’ascolto è il loro desiderio”, spiega la sessuologa Robetta Giommi. “Gli uomini che “amano” le donne sanno dire tutte le parole amate dalle donne. E questo è il loro segreto. Molte delle persone che vengono per un consulto sono affascinate da uomini che sanno usare le frasi e i gesti giusti. E’ una capacità dovuta a un vistoso bagaglio di esperienza e di conoscenza del sesso femminile. L’uomo-Casanova è esperto in quello che io chiamo “ascolto attivo”, che non è solo lasciar parlare, ma è restituire alla donna un filo del suo pensiero, facendole capire che quello che ha detto è importante”.
LUI SA INDOVINARTI: capisce quello che dici, ma soprattutto quello che non hai ancora detto e non vorresti dover dire mai. Casanova sa rispondere con le parole che tu ti aspetti da lui: sempre speciali. “Le donne sono attratte dall’intensità: dello sguardo, della voce, della frase”, aggiunge Giommi. “Un’intensità che rivela una concentrazione assoluta. Perché, attenzione, lui è assolutamente monogamo: per tutto il tempo, fosse anche un’ora soltanto, in cui resta con una donna”. Casanova accende un gran fuoco di parole: le stesse che a mente fredda ci paiono ridicole, durante l’amore ci scaldano. Ma la fiamma di Casanova è giocosa, mai troppo impetuosa. Eppure qualcuna si brucia: lui, il grande seduttore, resta giusto il tempo di far felice una donna, poi pensa a un’altra: “Non può essere che così, fa parte del gioco”, conclude Giommi. “Guai se il conquistatore si innamora. Sarebbe una perdita terribile soprattutto per la donna che dovrebbe rinunciare a metà del piacere. Perché la fascinazione del rapporto con lui sta tutta nella sua imprendibilità”. Casanova è un facilitatore: con lui scivoli nell’amore, non ti ci arrampichi. Nessuna fatica, fa tutto lui. Ed è bellissimo. Lui è l’amante che ti possiede senza stringerti troppo forte. E’ dolce, a tratti femminile, eppure è – e resta – soprattutto un uomo. Qualcosa di molto diverso dal maschio emergente moderno: quello descritto in un altro best-seller annunciato in Francia, Le Musée de l’ homme: le fabuleux declin de l’empire masculin (Il museo dell’uomo: i! favoloso declino dell’impero maschile) del saggista David Abiker, che stigmatizza la tendenza dei maschi a cercare di migliorare se stessi, femminilizzandosi sempre di più. Fino al paradosso di credere che l’uomo perfetto sia, tttto sommato, una donna. “Casanova era perfettamente virile proprio perché non temeva il suo lato femminile: lo possedeva, senza esserne preda”, spiega Lydia Flem. “Era un uomo che sapeva amare perché avvertiva in sé il desiderio di essere amaro”.
MA NOI DONNE, oggi, abbiamo ancora bisogno di Casanova? “Certamente”, è il parere della psicanalista. “Mai come oggi le donne hanno bisogno di essere riconosciute e ascoltate. Casanova adorava parlare con le sue amanti, al punto da riuscire ad avere un’avventura solo con chi parlava la sua stessa lingua. Con le parole lui riusciva a creare una felicità fatta di ammirazione, accettazione, riconoscimento. Chi non vorrebbe una relazione così? Una passione che si nutre di se stessa. Perché Casanova amava molto la propria capacità d’amore. Scrivendo le sue memorie è riuscito a ricordare tutte le donne, gli incontri e le parole sussurrate in quelle occasioni. E a vivere la sua meravigliosa vita due volte”.

 

LOMBARDIA OGGI
– 29/01/2006

 

Casanova

 

 

 

Marco Lodoli, LA REPUBBLICA
– 28/01/2006

 

Lunga e felice vita di Casanova

 

 

 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
– 27/01/2006

 

Da Harry Potter alla madre di tutte le favole

 

 

 

IL PICCOLO
– 23/01/2006

 

Scaffale

 

 

 

CORRIERE DELLE ALPI
– 18/01/2006

 

Il vero Casanova

 

 

 

LA TRIBUNA DI TREVISO
– 18/01/2006

 

Libertino, ma con le donne aveva un rapporto moderno

 

 

 

LA NUOVA VENEZIA
– 18/01/2006

 

Il libro

 

 

 

IL MATTINO DI PADOVA
– 18/01/2006

 

Il vero Casanova

 

 

 

ANSA
– 17/01/2006

 

Casanova? L’uomo che amava le donne, davvero

 

Per chi ne avesse dubitato, il libertino Giacomo Casanova amava davvero le donne. Questa la tesi sostenuta nel libro di Lydia Flem. Secondo la scrittrice, Casanova non incontrava le donne solo per portarle a letto ma aveva con loro un rapporto moderno e capacita’ d’ascolto. Insomma, le amava veramente. La psicanalista, nel libro ‘Casanova. L’uomo che amava le donne, davvero’ (Ed. Fazi) sdogana cosi’ il noto libertino dai molti luoghi comuni che si legano alla sua figura.

 

Michel Onfray, LIBERAZIONE
– 13/01/2006

 

Casanova, anatomia di un libertino per necessità

 

 

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