John Hick
Dio ha molti nomi
Traduzione di Michele Zurlo
Nel tempo del dialogo interreligioso, il saggio di John Hick ci illumina sul vero significato delle religioni, sugli aspetti in comune tra le varie fedi che avvicinano l’uomo alla spiritualità.
Il teologo inglese ci guida attraverso un viaggio spirituale da una visione cristiano-centrica che ha accompagnato la storia dell’Occidente – con particolare risalto alla Gran Bretagna – a una fede vera, che riesca a focalizzarsi sul dio di tutti. Un saggio sul pluralismo religioso che si conferma anche manifesto antirazzista.
I flussi migratori, principale conseguenza della globalizzazione, hanno portato a una rivoluzione religiosa senza precedenti: culture e sensibilità religiose che per secoli hanno saputo poco o nulla le une delle altre – o, peggio ancora, le hanno immaginate in maniera distorta e ostile – si trovano a convivere nelle metropoli. Cristiani, musulmani, ebrei, indù e sikh dovrebbero fare molto di più che “tollerare il diverso”, ci insegna Hick. Dovrebbero considerare ogni religione un linguaggio dello stesso alfabeto, venerare una stessa divinità.
Il teocentrismo dell’autore, che ha attirato le critiche di papa Benedetto XVI, allora a capo del Sant’Uffizio, parte dai molti nomi di Dio che renderebbero pacifico e costruttivo il dialogo tra le fedi. Raggiungendo i limiti del relativismo, attraverso argomentazioni storiche e filosofiche di matrice kantiana, John Hick racconta il dogmatismo che ha coinvolto tutto l’Occidente mettendone in luce i limiti nella ricerca della verità.
John Hick è nato in Inghilterra, dopo aver studiato Legge si convertì all’Evangelismo e si dedicò agli studi teologici e filosofici. Ha avuto una ricchissima carriera accademica, ha insegnato, tra i vari atenei, a Oxford, Cambridge, Princeton e Cornell. Fautore del pluralismo religioso e ammiratore della filosofia kantiana, ha scritto più di venti libri tradotti in moltissimi paesi.
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