Paul Scott
Il giorno dello scorpione
Traduzione di Stefano Bortolussi
Dopo Il gioiello della corona, il secondo volume di The Raj Quartet, capolavoro del Novecento definito il Guerra e pace anglo-indiano.
India, 1942. L’Impero britannico è una fortezza in rovina. L’eco dello stupro di Daphne Manners e dell’incarcerazione di Hari Kumar non si è ancora spenta, mentre Ronald Merrick, il responsabile dell’iniquo trattamento di Kumar (nonché di ripetute torture ai suoi danni), è diventato ufficiale dell’esercito. Trattenuto in prigione per un anno, Hari non è mai stato informato del fatto che Daphne ha partorito una bambina e poi è morta. È in questo scenario che fanno la loro apparizione i Layton, un’antica famiglia del Raj le cui vicende si intrecceranno a quelle del primo libro del quartetto. In primo piano, le due giovani figlie: Sarah, vero centro morale della storia, incapace di venire a patti con l’ambiguità dei suoi connazionali, e Susan, che spinta da un senso di vuoto sposerà Teddie Bingham, un incolore e convenzionale ufficiale del prestigioso reggimento Fucilieri di Pankot, compagno di stanza di Merrick. Gli inglesi non sono più ciò che erano: come lo scorpione circondato da un anello di fuoco – protagonista di un’immagine impressa nella memoria di Susan – finirà per incontrare la morte, così il Raj britannico, minacciato dalle fiamme dell’indipendenza indiana, si avvicina alla propria fine. E nel mezzo del caos, gli inglesi si ritirano da un mondo che non conoscono più per cercare conforto nella negazione, nell’alcol e nella follia.
Con grande forza e sottigliezza, Paul Scott si spinge ancora più a fondo nella sua epopea indiana, raccontando un intero subcontinente giunto a un punto di svolta.
Su Il gioiello della corona è stato scritto:
«È un’opera poderosa e avvincente, e penso che ancora oggi possa incontrare il favore del pubblico. Si rassicuri il lettore, Paul Scott è uno scrittore amico: la sua prosa è leggera e scorrevole».
Luigi Sampietro, «Il Sole 24 Ore»
«L’autore è maestro nell’intrecciare drammi macroscopici e vicende personali. Seguendo e incastonando le vite di sei personaggi, Scott allestisce un romanzo coloniale che dietro un dramma privato svela le secolari crudeltà degli inglesi nei confronti di un popolo che non vuole più essere il gioiello della corona britannica ma lotta per trovare la propria identità».
Angelo Molica Franco, «il Venerdì – la Repubblica»
«Una tetralogia sontuosa. Scott tesse un quadro storico con cura dei particolari, del miscuglio fra i sentimenti personali e la rivalsa di un paese narrato con acutezza».
Francesco Musolino, «Il Foglio»