Klaus K. Klostermaier

Induismo

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Una introduzione

Collana:
Numero collana:
69
Pagine:
240
Codice ISBN:
9788881124725
Prezzo cartaceo:
€ 15,00
Data pubblicazione:
06-02-2004

Traduzione di Mimma Congedo

Grazie a un’esposizione semplice e chiara, ma al tempo stesso accurata e precisa, il libro di Klostermaier si rivolge a chiunque voglia accostarsi all’induismo per la prima volta e a chi voglia approfondire l’argomento, offrendo interessanti spunti interpretativi. In questo libro, Klostermaier svela le molteplici dimensioni di una religione variegata e complessa, mostrandone al tempo stesso la profonda unità e l’identica ispirazione, che permeano la tradizione hindu fin dalle sue origini. Il lettore è guidato in un percorso che si snoda attraverso le maggiori tradizioni religiose e filosofiche dell’induismo: dai Veda alle Upanisad, dallo Yoga al Vedanta, secondo un quadro vivido e organico di una cultura feconda, antica, affascinante, senza tuttavia trascurarne i più recenti sviluppi e le implicazioni sociali e politiche. Particolare attenzione è inoltre dedicata agli effetti dell’incontro tra l’induismo e le religioni occidentali, tema di fondamentale importanza per una comprensione profonda di alcuni aspetti dell’induismo contemporaneo. Il libro inaugura una nuova serie formato tascabile di introduzione alle religioni.

INDUISMO – RECENSIONI

 

Giuliano Boccali, IL SOLE 24 ORE-DOMENICALE
– 04/04/2004

 

Un “collettivo” tenuto insieme dai fedeli

 

Introdurre efficacemente all’induismo non è affatto semplice, per più motivi. La tradizione di questa grande religione dura infatti, senza interruzioni o cesure marcate, da 3200 anni almeno e poggia ancora dichiaratamente sui sacri Veda, la famosissima raccolta di testi sacri che risale a quell’antichità remota. L’induismo, poi, non si lascia assolutamente circoscrivere in un “credo”; infatti non privilegia una “ortodossia” (magari in contrasto con un’altra, imparentata ma rivale): la nozione risulterebbe anzi quasi incomprensibile. Consiste invece in una “ortoprassi”, cioè nell’adesione a un sistema di norme che governa il cosmo come pure la vita quotidiana anche negli aspetti capillari: concepire, nascere, nutrirsi, lavarsi, educare e essere educati, lavorare, amare, viaggiare, morire e rinascere… Questo requisito è particolarmente ostico alla sensibilità occidentale, per la quale il valore dei due fattori è tendenzialmente quello opposto: una religione è definita innanzi tutto da un insieme di dottrine stabilite e accettate, non da una particolare maniera di vivere. Ne deriva che l’induismo, più che una religione, è un “collettivo” di religioni tenute insieme appunto dal modo di vivere dei fedeli: perfino le divinità supreme sono tre – Shiva o Vishnu o la Devi, la Grande Dea – e ciò distingue tre correnti. Così almeno si dice comunemente, ma un grande studioso invitava a ricordare (naturalmente non in un periodo tragico come l’attuale) che, applicando in Occidente gli stessi criteri applicati all’induismo, si dovrebbe concludere che cristianesimo, ebraismo e islam sono tre correnti della stessa religione.
Problemi come questi costringono chi desideri presentare l’induismo a un difficile esercizio di sintesi e chiarificazione e, prima ancora, alla scelta di che cosa privilegiare nella sua trattazione. L’operazione riesce in maniera brillante a Klaus K. Klostermaier, di cui Fazi pubblica “Induismo. Una introduzione” nella veste italiana molto ben curata da Mimma Congedo. In modo coerente l’Autore dichiara le “importanti espressioni di questa realtà” alle quali intende dare spazio, in modo che “i non hindu possano comprendere alcuni aspetti dell’induismo vivente”. Tali scelte si traducono nelle quattro parti del libro: le prime due sono dedicate rispettivamente alle origini della religione con l’ordinamento della vita che essa genera e alle tre correnti (molto propriamente chiamate “religioni hindu” al plurale) cui si accennava sopra. La terza parte illustra “la ricerca filosofica hindu”: scelta opportuna senza dubbio perché all’interno dell’induismo sono state elaborate diverse “visioni” che non hanno valenza esclusivamente speculativa, ma rappresentano vere e proprie vie di liberazione, cioè di adempimento del destino spirituale più alto assegnato all’essere umano: ci si salva da sé, con un arduo processo interiore, intellettuale e sovente anche ascetico, o affidandosi invece all’intenso rapporto d’amore, di partecipazione reciproca che lega l’anima umana a Dio? Klostermaier introduce con sintesi chiare alle grandi e diversificate costruzioni del pensiero elaborate dall’induismo per fondare e inquadrare l’uno o l’altro di questi itinerari.
La quarta parte dell’opera, infine, è dedicata all’incontro fra l’induismo e le altre religioni, al suo delicato rapporto con l’Occidente, fra la ribellione e l’assorbimento, ai nuovi volti e alle sfide attuali di questa grandissima tradizione condivisa da oltre ottocento milioni di fedeli nell’Unione Indiana e da altri quarantacinque circa al di fuori. La tematica è appassionante e contraddittoria, anche storicamente – si pensi ai rapporti con i dominatori inglesi. Nella scelta di dedicare a questi temi uno spazio non inferiore a quello accordato alle origini, ai modelli di vita, alla filosofia sta una delle scelte più originali di Klostermaier che tende sempre a tenere uniti il passato e il presente, a mostrare in ogni aspetto insieme lo sfondo della tradizione hindu e la sua manifestazione attuale. Per offrire un’immagine concreta e viva dell’induismo, dopo i suoi tremila anni e oltre di storia ininterrotta, avere vinto questa sfida è davvero decisivo.

Induismo - RASSEGNA STAMPA

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