Franco Rella
Micrologie
Territori di confine
«Il saggio non accademico, come dice Musil, “nella successione dei suoi capitoli considera un oggetto sotto molte angolazioni senza metterlo a fuoco nel suo insieme, perché un oggetto messo a fuoco nel suo insieme perde di colpo il suo volume e si riduce a un concetto”. Musil pensava qui certamente a Nietzsche, alla necessità di Nietzsche di muoversi attraverso frammenti per trovare le forme in cui poter scoprire o costruire un senso delle cose. Di qui si muove anche Micrologie, scritto in un tempo in cui anche la frammentazione saggistica sembra essere inadeguata e superata. Siamo in un tempo in cui la filosofia sembra aver ritrovato una sua legittimazione interrogandosi sulle procedure linguistiche che la strutturano, o abbandonandosi a una debole ontologia del declino, lasciandosi scivolare sulle cose, oltre ogni conflitto, al di là di un qualsiasi attrito con il mondo. Micrologie nasce in quest’epoca, ma si oppone, come può, a essa. Dopo Auschwitz, e dopo l’orrore che Auschwitz ha inaugurato e che dilaga sotto i nostri occhi, si è frantumata, dice Adorno, la compatibilità tra il pensiero filosofico e l’esistenza. Compito del filosofo è oggi cercare di stabilire un ponte, una connessione possibile tra pensiero ed esistenza, tra pensiero ed esperienza. Su questo punto Micrologie insiste, appunto in modo “micrologico”. È una sequenza di domande che vengono poste alla filosofia e che, ricevendo risposte solo parziali e frammentarie, vengono via via ribadite accanitamente, nel tentativo di pensare o di imparare a pensare, talvolta partendo da una minuscola occasione, i nodi che emergono come spigoli nella nostra contemporaneità e che resistono alla tentazione dell’indifferenza, a quella che vorrei definire apatia del pensiero. La prima parte di questo libro insiste su questa apatia. La seconda parte doveva e voleva essere dedicata al grande problema che da Platone in poi è stato al centro di ogni vera riflessione filosofica: il tema della polis, il tema dell’etica e dell’eticità. Le difficoltà che si incontrano a muoversi su questo terreno testimoniano come questo terreno sia oggi il vero compito di fronte al quale tutti ci troviamo».
Franco Rella
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