
Nadia Noio
Tornerà la primavera
Il luminoso esordio di una giovane scrittrice. Un romanzo familiare che attraversa un secolo di Storia con la leggerezza di una scrittura delicata e toccante.
Campania, fine Ottocento. La Piccerella, ingenua e credulona per natura, lavora a servizio presso un’aristocratica famiglia napoletana, in cui il padrone, detto Mascariello, e anche suo figlio, soprannominato Zufolo, approfittano ripetutamente della sua innocenza con il benestare della moglie del primo, la Libbardèra, da sempre al corrente dei tradimenti del marito. Tutto cambia quando la ragazza scopre di essere incinta, senza che si conosca l’identità del padre. La Libbardèra, così, decide di relegarla in casa di una mammana, dove la Piccerella metterà al mondo il piccolo Orlando, candido e buono quanto sua madre. I due per un po’ si terranno lontani ma pian piano riusciranno a tornare nella casa dei padroni, dove Orlando crescerà fino a diventare uomo. La mammana spera per lui un futuro migliore, ma i suoi sogni s’infrangono quando Orlando incontra la misteriosa Luisa, figlia di girovaghi e capace di sentire voci in grado di captare la malasorte.
Come in una filastrocca, le vicende di questa famiglia continuano a dipanarsi seguendo un ciclo naturale destinato a procedere nonostante i rivolgimenti della Storia. Come un albero genealogico che si svela davanti agli occhi di chi legge, la narrazione procede spedita, sorprendendo il lettore a ogni svolta.
Un libro di straordinaria potenza narrativa, ricchissimo di storie e personaggi. Un romanzo di autentica bellezza in cui si incrociano i destini di figure indimenticabili e in cui ricordo intimo, magia e superstizione si mescolano per un racconto quasi epico da tramandare di generazione in generazione.
«Nadia Noio cuce una canzone ritmata, una nenia che incanta. Nascita dopo nascita, il suo romanzo trascina nel mistero delle generazioni, nella pervicacia di ogni vita, nella fede verso la parola letteraria, vera custode del tempo e della storia».
Simona Lo Iacono
«Dal largo all’andante all’allegretto e poi ancora dall’adagio al tenuto, una trama scandita da tempi musicali, una lingua felice che alla trama s’inguaina».
Milena Palminteri