Sarah Dunant

Trasgressioni

COD: 65b9eea6e1cc Categorie: , Tag:

Collana:
Numero collana:
30
Pagine:
288
Codice ISBN:
9788881121267
Prezzo cartaceo:
€ 14,00
Data pubblicazione:
14-12-2000

Traduzione di Ada Arduini

In un’enorme casa vittoriana nei sobborghi di Londra, in compagnia di un gatto e del violento thriller che sta traducendo dal ceco, Elizabeth Skvorecky cerca di trovare un senso alla propria vita dopo la dolorosa rottura con il suo compagno. A un certo punto accade qualcosa: prima scompare un compact disc, poi in cucina, a mezzanotte, si accende lo stereo e qualcuno mette a soqquadro le stoviglie. Chi c’è in casa? Un poltergeist, un uomo vero, oppure Elizabeth sta perdendo la ragione? Ricorrere all’aiuto di uno psichiatra o di un esorcista non servirà: deve affrontare da sola l’incubo che l’attende.
Trasgressioni è un inconsueto giallo “al femminile” in cui si intrecciano le vicende personali di Elizabeth e l’avventura, tramata di sesso e violenza, vissuta dal poliziotto protagonista del libro che lei sta traducendo: presto il mondo crudo e stereotipato della fiction si fonde con la vita della traduttrice, che si ritrova al centro di una vicenda angosciosa e drammatica.

«Un thriller raffinato e avvincente da centellinare, che ad ogni passo ti spalanca nuove porte».
Danilo Maestosi, «Il Messaggero»

TRASGRESSIONI – RECENSIONI

 

Marco Maugeri, CONQUISTE DEL LAVORO

 

La trasgressione al femminile

 

Diciamolo subito: questo “Trasgressioni” della scrittrice inglese Sarah Dunant, è un romanzo ad alte, altissime temperature emotive. Che sono, poi, le temperature di un thriller che inchioda il lettore fino all’ultima pagina, in una giostra forsennata di situazioni e colpi di scena fuori dal comune. E questo non solo perché la Dunant, conduttrice in patria di fortunati programmi radiofonici, modula le formule che sono, poi, del giallo e del thriller, appunto; ma perché le agita, in ogni momento, all’interno di quell’inesauribile gioco delle domande e delle ipotesi che è sicuramente il punto di forza del romanzo. E tante sono le domande che l’autrice sembra suggerirci: domande sulla trasgressione e sulla violenza. Se basta, cioè, la violenza alla trasgressione o se, piuttosto, in una società come la nostra, la trasgressione non costituisca l’unica via di fuga alla comune e deprimente violenza che ci circonda. Domande del genere, che non sono niente di speciale, ma che trovano qui un ritmo che ci è sembrato nuovo, inusuale. E indubbiamente le parti più riuscite della storia sono dove la Dunant riesce a disegnare quella particolare zona d’ombra che si sedimenta fra il sopruso e la violenza: la linea sottile che divide il malcapitato dall’aguzzino, la vittima dal suo carnefice. Come quando fa dire al suo personaggio che “se non ti sentivi una vittima, allora forse non lo eri. Era ora che lo riconoscesse e accettasse la verità”. É infatti Elizabeth, la protagonista, vittima o non è forse, più sottilmente complice del suo stesso aggressore? Non scioglie il dubbio l’autrice. Ma la sua storia è appunto quella di Elizabeth, orfana di padre, cultrice accanita dei dischi di Van Morrison, che traduce romanzi dal ceco in una New York assonnata e sostanzialmente estranea. Ma ecco che un giorno Elizabeth torna a casa e scopre che qualcuno si è “intrufolato”, a sua insaputa, nel suo appartamento. La semplice irruzione, o se vogliamo “il suo scandalo”, porteranno Elizabeth a fare i conti con la più generale idea dell’intruso “l’altro” , “lo straniero”. Niente di strano che ad un certo punto, questo intruso, altro e straniero si materializzi in un terribile persecutore che costringerà la protagonista ad una spietata caccia all’uomo, senza risparmio di colpi. La storia potrebbe risolversi in questo, finire qui, se non si sovrapponesse più volte con quella di Mirka, protagonista del romanzo che la stessa Elizabeth sta traducendo. Il romanzo nel romanzo, insomma. Sfuggita alla Cecoslovacchia invasa dai carri armati, Mirka trova ricovero in una Grande Mela che la spinge a un medesimo destino di sopraffazione e violenza. Il rapporto che lega Mirka al poliziotto Jake è lo stesso che lega Elizabeth al suo persecutore: ne paga, cioè, la medesima ambiguità. Ma la sottomissione di Mirka è poi la sottomissione a un Occidente apparentemente ospitale, ma nella sostanza chiuso e onnivoro. Ad entrambe le protagoniste alla fine, solo la trasgressione offrirà una reale possibilità di fuga. Quella trasgressione che è gioco complice con le offese, mobilità paziente con la parte del carnefice. Non è molto, ma per un romanzo che doveva solo intrattenerci, può anche sorprendere.

 

Marilia Piccone, BELLA

 

Quante stranezze in quella casa

Mentre sta traducendo un giallo Elizabeth assiste a fatti misteriosi. Suggestione o minaccia reale?

Un romanzo particolare, un giallo dentro un giallo: in una vecchia casa vittoriana (con tanto di giardino sul retro che ne rende facile l’accesso agli estranei), in una Londra invernale in cui le impronte restano sulla neve, Elizabeth sta vivendo un periodo difficile, la fine di un amore durato sette anni. Si butta nel lavoro, la traduzione dal ceco di un giallo violento a sfondo sessuale che finisce per coinvolgerla. Tanto da sostituirne alcune parti con altre scritte da lei, che rivelano un lato oscuro della sua personalità. Nel frattempo sono successe cose strane nella sua casa, cose che appaiono persino ridicole in una denuncia alla polizia. Elizabeth sta forse impazzendo? Ma poi la minaccia si concretizza; dal ruolo di vittima Elizabeth passa a quello di investigatrice (influenzata dal detective del giallo che sta traducendo) e di adescatrice (influenzata dal personaggio femminile dello stesso testo) in un gioco pericoloso e perverso, che si basa sulle distorsioni della personalità sia di lei sia del maniaco di cui lei è diventata l’ossessione. Il gioco termina drammaticamente, in una mattina di Natale ammantata di neve, simbolo dell’inizio di una nuova vita per Elizabeth. questa storia potrebbe diventare un film, visto che l’inlese Sarah Dunant, autrice di racconti gialli e produttrice tv, ne sta scrivendo la sceneggiatura.

 

DONNA MODERNA
– 04/05/2000

 

Trasgressioni

Un giallo che porta allo scoperto le paure più profonde dell’animo femminile

Alcuni soggetti scompaiono. Altri si spostano da soli. Sulle prime, Elizabeth, la protagonista di questa storia, dà la colpa delle cose strane che succedono in casa sua al proprio nervosismo. Si è lasciata col marito, vive da sola, fuori la notte è buia e tempestosa. ma quando accadono fatti sempre più inspiegabili, Elizabeth non sa più cosa pensare. E’ come se dalle pagine del giallo che sta traducendo si sprigionassero misteriose forze maligne. Chi si immerge in questo thriller non potrà lasciarlo fino alla fine. “Trasgressioni”, oltre a essere un bel giallo, racconta con finezza gli effetti della paura su una donna di oggi, emancipata, eppure sempre potenziale vittima di violenze di ogni tipo. Le aggressioni vengono da un mondo ignoto ma la paura affonda le sue radici in qualcosa di atavico, e fa riflettere la protagonista sul lato oscuro che sta al fondo di ciascuno di noi.

 

LEGGENDARIA
– 02/01/2000

 

Da sola

 

Questa è la storia di una ossessione, anzi di due ossessioni che si incrociano: quella di un uomo che non sa esprimersi altro che con la violenza e quella di una donna prigioniera della sua solitudine. Ma anche la storia di una casa, di un amore, di una sfida, letteralmente, all’ultimo sangue. C’è una colonna sonora che è parte integrante della trama – e dell’ossessione – di Lizzie: una delle sue “trasgressioni”, forse, come recita il titolo. E un testo che scorre parallelo – quello che Lizzie sta traducendo dal ceco – in un intreccio di violenza immaginata con la violenza reale di cui è vittima. Il dato rilevante, e narrativamente assai prezioso del romanzo, è proprio il modo con cui Lizzie reagisce a questa doppia violenza: non accetta il ruolo di vittima, né per sé né per la protagonista della storia che deve tradurre. Sarah Dunant registra con la precisione dell’entomologa il progressivo slittamento di senso che subiscono gli assetti della vita quotidiana di Lizzie, presa in un incrocio di gesti di sopraffazione: del compagno che l’ha abbandonata, del maniaco che la perseguita, dell’amica che vuole forzarla a ciò per cui non è ancora pronta, dei poliziotti che la credono una isterica, dello scrittore che sta traducendo. La casa – una grande villa vittoriana alla periferia di Londra – è lì, scena primaria degli eventi ma mai nemica, neanche quando viene violata. Elizabeth non riesce a tradurre quel romanzo commerciale che ha l’ambizione di diventare un best-seller tutto sesso e violenza senza smontare ogni sequenza, tentando di capire come si produce quell’abietto infierire sul corpo di una donna. Allo stesso modo cercherà di entrare nella mente del suo stupratore, giocando una partita ad alto rischio. Nessun cavaliere dalla bianca armatura verrà in suo aiuto: in entrambi i casi, sarà solo la comprensione profonda del meccanismo che genera la violenza maschile a consentirle do salvarsi. Da sola, in quella casa che è ora sua, spazio da ricomporre e in cui, a primavera, lasciare entrare di nuovo il mondo.

 

Chiara Vatteroni, IL PICCOLO
– 03/01/2000

Una traduttrice protagonista di “Trasgressioni”, avvincente romanzo di Sarah Dunant edito da Fazi

Vince la donna, nonostante la paura

 

La tradizione del thriller impone solitamente alle donne ruoli di vittime. Esiste una sorta di sadico piacere nel variare le sfumature del terrore vissuto da donne variamente soggette alla malvagità maschile. Rari sono i romanzi incentrati su ruoli di donne vincitrici; anche quando incarnano la legge – poliziotte o investigatrici – non riescono comunque a sfuggire al viscido contatto con la paura. Questo è il destino della protagonista di “Trasgressioni” di Sarah Dunant (Fazi editore), un romanzo dalla trama avvincente chela vede prima subire le oblique persecuzioni di un piccolo maniaco e poi farlo oggetto di una caccia serrata. Riassunta così, la vicenda sembra fatta apposta per attirare le simpatie di un pubblico femminile, ma in realtà l’eroina risulta abbastanza antipatica. o meglio, non tanto il personaggio, quanto la “voce” autoriale (impavidamente tradotta da Ada Arduini), terribilmente presente con affettazioni di stile e personalismi che vorrebbero rendere disinvolto lo stile e che invece lo appesantiscono con gravose intrusioni di dettagli reali. Le attese suscitate dal personaggio di Elizabeth Skvoreshy, traduttrice-traditrice di un violento thriller cecoslovacco, sono abilmente orchestrate dalla Dunant: le presenze misteriose e discrete che si insinuano nella sua casa fanno dapprima pensare a un poltergeist provocato dallo stress conseguente alla fine della relazione con Tom. Ma le ingerenze si trasformano presto in una persona in carne ed ossa che si materializzano nella sua camera da letto con un dosaggio della tensione veramente magistrale. da qui in poi la vicenda si carica di tutte le infinite e ambigue sfumature insite nel rapporto carnefice-vittima, vivacizzate da più o meno esplicite riflessioni inerenti alla sfera dell’eros. Vicenda narrata e trama del libro tradotto si intrecciano in modo un po’ pasticciato (la Dunant non riesce a gestire al meglio il gioco retorico dei rispecchiamenti narrativi) fino alla tragica conclusione che prevede la morte del maniaco e una sofferta maturazione per Elizabeth. Che, al suono della sua canzone preferita, può finalmente risalire le scale di casa e andare a dormire. “Domani è un altro giorno”.

 

LA REPUBBLICA

 

Sarah Dunant, Trasgressioni

 

Sogni, ricordi drammatici e strane inconfessabili fantasie assediano Elizabeth. Soprattutto il thriller che sta traducendo dal ceco le fa perdere quasi la ragione perché il romanzo, fatto di sesso e violenza in un mondo crudo e senza speranza, si insinua nella sua stessa vita, pericolosamente, confondendo tutto.

 

Manuela La Ferla, SETTE – CORRIERE DELLA SERA
– 03/09/2000

 

Trasgressioni

 

In “Trasgressioni” di Sarah Dunnant ( Fazi, pp.228, lire 28,000), una spaventosa intimità tra violenza maschile e incoffessabili fantasie femminili travolge l’esistenza di una traduttrice chiusa in casa con i fantasmi di un amore e un thriller in cui – lavorando – si é pericolosamente immersa. Ma soltanto quando una delle sue ossessioni le si materializza davanti, nell’affrontare i propri incubi, ricomincerà davvero a vivere.

 

Mauro Castelli, IL SOLE-24 ORE

 

Cornwell e altri brividi rosa

 

… Un romanzo per molti aspetti singolare porta invece la firma dell’inglese Sarah Dunant, nota anche per il suo apporto a diversi programmi culturali della BBC, che in “Trasgressioni” (Fazi editore, pagg. 278) propone il “viaggio” di una traduttrice, tornata “single” da quattro mesi, alle prese con strani avvenimenti che finiscono per intrecciarsi con quelli contenuti in un thriller su cui sta lavorando, condizionandole in maniera drammatica la vita. Una storia di sofferenze che, alla fine, le consentirà quanto meno di “ritrovarsi”. Tirate le somme va detto che l’idea proposta è buona, a tratti ben condotta, ma giocata su ritmi narrativi un po’ lenti…

 

GIOIA
– 03/07/2000

 

Sesso, segreti e trasgressioni

 

Un romanzo che, una volta cominciato, non si riesce a lasciare. Perché la storia è incalzante come un thriller e tocca temi molto vicini alla sensibilità femminile: amore, abbandono, sesso (“lo spaventoso segreto di ciascuno di noi”), passione, giù giù fino alla scoperta di quel lato torbido e oscuro che ha a che fare con la violenza. Lizzie, la protagonista, sta cercando di rimettere insieme la sua vita dopo un storia durata sette anni; per mantenersi traduce romanzi e vive da sola con la gatta Millie in una villa con giardino, a Londra. Quando si accorge che qualcuno sposta gli oggetti in casa, ruba i cd e imbratta i muri di ketchup pensa a uno scherzo della solitudine, poi ai poltergeist. Ma una notte, in camera da letto, un uomo in carne ed ossa la minaccia con un coltello. Per non morire, Lizzie, vincendo l’orrore, lo seduce? E poi gli dà la caccia, animata da un solo sentimento: la vendetta. ma non sarà così facile. Viaggio all’inferno e ritorno: e Lizzie non sarà mai più quella di prima.

 

Danilo Maestosi, IL MESSAGGERO
– 02/01/2000

 

Con Dunant brividi al femminile

 

Quanti copioni, quante tracce di possibili storie, quante false piste si mescolano nel romanzo “Trasgressioni” di Sarah Dunant, una scrittrice inglese che ha maturato la sua vocazione nel giornalismo radiofonico. C’è il classico incubo da giallo all’antica o da ghost stories della camera chiusa: chi si diverte a riempire di brividi e dubbi la solitudine di Elisabeth, appena lasciata da Tom, l’uomo con cui viveva da vari anni, entrandole in casa senza lasciar segni, facendole sparire e riapparire i suoi dischi, apparecchiandole o sparecchiandole la tavola? C’è il canovaccio del romanzo nel romanzo: la protagonista è una intellettuale di origine cecoslovacca che sta traducendo un morboso best seller di spionaggio in cui finisce inevitabilmente per specchiarsi. C’è la minaccia incombente di un bruto che come un serial killer aggredisce e violenta le donne del vicinato. E c’è a legare l’uno all’altro questi spezzoni e a dar loro sapore il flusso d’introspezione tutto al femminile: rabbia, dolore, sensi di colpa, desideri di vendetta, fantasie. Un universo di sentimenti e reazioni messo in moto dalla sconvolgente esperienza di uno stupro subito senza reagire, anzi assecondando l’aggressore e poi sfidandolo a colpire ancora per metterlo in trappola. Un thriller raffinato e avvincente da centellinare, che ad ogni passo ti spalanca nuove porte. Merito di una scrittura asciutta e avvolgente, che evita le scivolate di genere.

Trasgressioni - RASSEGNA STAMPA

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