Michele Navarra
Una giornata cominciata male
Durante una sera d’agosto sferzata da un nubifragio estivo, l’imprenditore romano Federico Santini guida a tutta velocità verso l’Argentario per raggiungere Claudia, la sua ultima conquista, mentre rimugina sull’ennesima questione legale in cui lo sta trascinando la sua ex moglie. Tra distrazione ed eccesso di velocità, l’auto di Santini travolge un ciclista. Non sembra esserci nessuno nei paraggi, e l’uomo, incurante dell’accaduto, riprende la sua corsa.
Nel giro di pochi giorni, però, tutto precipita. La mattina di Ferragosto, Santini si risveglia con la mente confusa e la memoria offuscata in un luogo che non conosce. Non riesce a ricordare nulla della notte precedente e, mentre decide di cercare Claudia nella speranza di scoprire cos’è accaduto, si trova invischiato nelle indagini su un terribile omicidio. Sarà l’avvocato Gordiani ad accettare di aiutare Santini, provando a districare la matassa e a ricostruire i fatti avvenuti a Ferragosto. Insieme alla sua abile quanto affascinante collaboratrice, l’avvocato trascorrerà le calde giornate d’estate tra Roma e l’Argentario, tra yacht ormeggiati nei porticcioli e suggestivi scorci del paesaggio toscano, cercando di farsi strada verso la verità e, possibilmente, verso la giustizia.
Sui libri dell’autore hanno scritto:
«È duro e convincente Solo Dio è innocente. Già solo l’acceso contrasto tra la legge del sangue e il diritto penale vale la lettura».
Giuliano Aluffi, «il Venerdì – la Repubblica»
«Solo Dio è innocente è un serrato legal thriller, un giallo insulare, dove a dominare è il profilo delle montagne della Sardegna anziché l’orizzonte del mare».
Fabrizio D’Esposito, «Il Fatto Quotidiano»
«Un legal thriller serrato, maschio, crudele ma anche sentimentale».
Francesca Frediani, «D – la Repubblica»
«Nella tana del serpente è un legal thriller oscuro e avvincente».
Francesco Musolino, «Il Messaggero»
«Un paesaggio cupo e ritratto con precisione, come un’incisione in bianco e nero su cui poi si accendono le luci della verità».
Caterina Maniaci, «Libero»