Josè Maria Castillo
Vittime del peccato
Traduzione di Isabella Mastroleo
Il saggio di Castillo, teologo disobbediente e per questo allontanato dall’insegnamento da Joseph Ratzinger nel 1988, lancia un atto d’accusa a una Chiesa capace soltanto di impaurire e immagina una teologia senza l’ossessione del peccato, profilando una religione più attenta alla sofferenza umana.
La preoccupazione e perfino l’ossessione religiosa per il peccato hanno impedito di prendere coscienza del problema più immediato e urgente della sofferenza umana. E, peggio ancora, la lotta stessa contro il peccato ha causato a volte (e continua a causare) enormi sofferenze a molte persone, suggerendo inoltre l’idea non corretta di un Dio violento e vendicatore.
Non si vuole, in questo libro, mettere in dubbio l’esistenza del peccato, ma capire in che cosa consiste: non è solo il male che gli esseri umani compiono ma il male interpretato religiosamente, che riceve così una dimensione trascendente che sfugge a qualsiasi verifica.
La teologia della Chiesa, la sua liturgia e la sua attività pastorale hanno posto il peccato al centro delle proprie preoccupazioni. È vero che lo si è fatto con l’intenzione di esercitare il perdono e la misericordia. Ma la domanda di Castillo è: perché Gesù è venuto nel mondo, per salvarci dal peccato o per rimediare alla nostra sofferenza? Da quello che raccontano i Vangeli, risulta evidente che ciò che veramente preoccupò Gesù fu la sofferenza della gente. E, infine, come interpretare la morale della Chiesa? Sono i temi che questo saggio vuole affrontare.
Josè Maria Castillo è uno dei più prestigiosi teologi europei. Gesuita vicino ai teologi della liberazione, già docente alla Facoltà di Teologia di Granada e visiting professor all’Università Pontificia Gregoriana di Roma e di Comillas a Madrid e nel Sud America, per le sue posizioni critiche verso la Chiesa è stato allontanato dall’insegnamento da Joseph Ratzinger e Angel Suquia nel 1988, pur ricevendo nel 2011 dall’Università di Granata il dottorato honoris causa in quanto teologo. È fondatore e membro dell’associazione Teólogos y Teólogas Juan XXIII. Ha pubblicato, tra gli altri: Los pobres y la teología. ¿Qué queda de la teología de la liberación? (1998), Dios y nuestra felicidad (2001), La ética de Cristo (2005), Espiritualidad para insatisfechos (2007). Nel 2005, con altri 11 teologi europei e americani, ha firmato un “Appello alla chiarezza” nel tentativo di contrastare il processo di beatificazione di Wojtyla e nel 2007 ha lasciato l’ordine dei Gesuiti a seguito del tentativo della Congregazione della Fede di bloccare l’uscita di un suo libro.
«Il messaggio di Gesù si riassume nella massima: “chiedo misericordia, non sacrifici”. In questo libro Castillo lo ha formulato con nitidezza e convinzione».
El País
– 05/11/2012
Vittime del peccato