Tradurre «Vita Nostra» di Marina e Sergej Djačenko

•   Il blog di Fazi Editore - Parola ai traduttori
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Vita Nostra

In occasione dell’uscita di Vita Nostra, il bestseller internazionale di Marina & Sergej Djačenko, le traduttrici Denise Silvestri e Silvia Carli ci raccontano la loro esperienza con la traduzione del libro.

 

La letteratura russa contemporanea è un fiume in piena, che alcuni guardano con sospetto, altri con curiosità ma senza concedersi alle sue acque. Solo chi decide di navigarlo sa quante soddisfazioni può dare.

A ingrossare quel fiume, oltre agli scrittori del vasto territorio dell’attuale Russia, ci sono anche autori di altri paesi dell’ex Unione Sovietica che esprimono il proprio talento letterario in russo. Per i lettori italiani non è sempre facile uscire dal territorio letterario europeo, ma quando succede si possono incontrare creature di enorme bellezza e ricevere grandi soddisfazioni.

Per esempio, nella letteratura fantasy degli autori ucraini Marina e Sergej Djačenko, filosofia, scienza e fantascienza si fondono con grande maestria e fascino, dando forma a un genere di romanzo che sa valicare il semplice intrattenimento.

Tradurre le loro opere, dunque, non è per nulla facile; è una responsabilità e un orgoglio. Così almeno è stato per noi.

Vita Nostra è arrivato sulle nostre scrivanie come una doppia sorpresa: per la fascinazione con cui ognuna di noi l’ha spontaneamente accolto, e per il fatto di doverla condividere con un’altra traduttrice sconosciuta in quanto a sensibilità, scrittura e metodi.

Una casa editrice può decidere di affidare la traduzione di un libro a team di due o più traduttori per varie ragioni (urgenza, difficoltà, importanza del libro, cambi stilistici…) e quando questo accade chi traduce ha più scelte: non accettare; accettare di malavoglia, e il risultato probabilmente ne risentirà; oppure cogliere l’occasione per trarre il meglio da questa circostanza e lavorare per creare una sola voce da menti diverse ma pronte a rispettare lo stile, la professionalità, le intuizioni e le idiosincrasie altrui, e disponibili a confrontarsi per cercare insieme le soluzioni migliori.

Coordinarsi non è mai semplice, eppure tra noi la sintonia è stata immediata. Come se la magia di Vita Nostra si riversasse sulla nostra capacità di tradurlo in italiano e di collaborare. Il nostro confronto, da un lato mosso dalla necessità di creare uno stile unitario, dall’altro alimentato dal desiderio di approfondire l’interpretazione e cogliere i significati di un testo così complesso, si è quindi sviluppato su diversi livelli e ci ha rese costantemente consapevoli delle nostre scelte: come districarsi nel labirinto lessicale fatto di esami con voto, prove senza voto, esami di passaggio, recuperi, colloqui, test di riparazione, lezioni, giorni di controllo, verifiche? E come chiamare quell’uomo misterioso, se il suo abbigliamento scuro è un simbolo di qualcosa di più profondo? Cosa farne del significato nascosto dietro il nome di Sterch, parola che in russo indica la gru siberiana? Il glossario che rimbalzava in continuazione da una all’altra diventava tanto più imprescindibile quanto più si allungava, mentre procedevamo per tentativi, discutevamo, limavamo.

Un aspetto che ci ha affascinate in modo particolare è stato il gioco del silenzio. L’intuizione degli autori di scandagliare le sfumature percettive che può assumere un silenzio ci è sembrata fin da subito brillante e delicata, e il nostro entusiasmo è stato alimentato dalla sfida che questo aspetto ha posto in traduzione; sì, perché l’italiano può dire solo silenzio, mentre in russo le parole sono due, e gli autori saltano da una all’altra creando una rete fitta che non è sempre facile districare. Doverne sciogliere il senso per poter poi giocare consapevolmente con le soluzioni dell’italiano ci ha permesso di scavare nel testo in profondità e di amarlo quindi ancora di più.

Quelle di Vita Nostra sono pagine che irretiscono, inghiottono, che alludono senza dire, suscitando domande e curiosità alle quali vuoi costantemente trovare risposta. Dalla prima all’ultima pagina. Questo vortice ci ha prese insieme, da traduttrici e da lettrici, spinte dal desiderio di divorare le pagine per capire come andasse a finire.

Quando questo accade, capiamo di lavorare a qualcosa di particolare, che dopo il percorso di traduzione e le altre fasi di lavorazione lasciamo con fiducia nelle mani delle lettrici e dei lettori, certe che anche loro sapranno amarlo per quello che è e per quello che nasconde.

 

Denise Silvestri e Silvia Carli

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