Stewart O'Nan
Canzoni per la scomparsa
Traduzione di Alberto Cellotto
Qual è l’impatto di una scomparsa nella vita quotidiana di chi resta? Quali i modi di reagire, profondamente diversi, di ciascuno?
«Era l’estate della sua Chevette, l’estate di J.P., e l’estate in cui si era lasciata crescere i capelli». Era l’estate in cui, senza alcun preavviso, la diciottenne Kim Larsen scompare da Kingsville, Ohio. Era insieme alla sorella, con cui festeggiava l’arrivo della bella stagione con un primo bagno al fiume prima di cambiarsi e andare al lavoro. Poi, il nulla. Dietro di sé, una ridda di ipotesi e poco più. Uno spazio vuoto nel quale alcuni, coloro che a lei erano più vicini, che più le volevano bene, deciderà di abitare, incastrato in un dolore attento a ogni dettaglio, a ogni intervallo nella cronaca di quel suo ultimo giorno. Ripercorrendone gli ultimi istanti, guardando a quel vuoto con un’angosciosa sensazione di vertigine: per la sorella, i genitori, gli amici, Kim è un fantasma, e loro lo specchio della sua assenza. Con dolorosa, esatta precisione, Stewart O’Nan segue le mosse dei propri personaggi attraverso i luoghi e i non-luoghi della provincia americana, in un affresco corale di voci e di contesti.
Stewart O’Nan, nato nel 1961 a Pittsburgh, ha pubblicato il suo primo romanzo, Snow Angels, nel 1993. Oggi ha all’attivo dodici romanzi, oltre ad alcune opere di saggistica. Il suo penultimo romanzo, Last night at the Lobster, un bestseller in patria, è stato finalista al Los Angeles Times Book Prize. Nel 1996 Stewart O’Nan è stato selezionato dalla prestigiosa rivista «Granta» tra le venti migliori nuove voci americane e, grazie a un suo lungo articolo apparso nel 1999, l’allora dimenticato Richard Yeats è stato riportato alla notorietà, culminata con la produzione del film Revolutionary Road tratto dal suo più celebre romanzo. Vive con la famiglia ad Avon, nel Connecticut. In Italia ha già pubblicato Mi chiamavano Speed Queen (Feltrinelli, 1999).
«L’empatia con i personaggi è uno dei maggiori pregi di Stewart O’Nan».
The New York Times Book Review
«Il mondo che O’Nan cattura ostacola le nostre attese di una tragedia catartica o di una scintillante celebrazione, cosa che rende la storia ancora più devastante. Questo non è l’incubo di perdere una figlia; questa è l’indifferente realtà che sopraggiunge in questi casi».
The Washington Post
«Canzoni per la scomparsa non è un thriller, ma un romanzo coinvolgente, a tratti emozionante, ma mai sentimentale, sulla sopravvivenza dopo la catastrofe. E Stewart O’Nan si conferma ancora una volta uno scrittore brillante, che non si avvale di effetti speciali, ma di una precisione artistica».
Sueddeutsche Zeitung
«Stewart O’Nan ha un orecchio infallibile, non solo per le parole ma anche per le sfumature del dolore: il suo è un risoluto impegno a rappresentare la realtà, non importa con quali conseguenze».
San Francisco Chronicle
«Canzoni per la scomparsa è anche la cronaca iperrealista di un’America che scompare, come succede a Kim, per dissolversi come un miraggio in una nuvola di sogni frustrati e di illusioni perdute. Un romanzo che non ha pace, senza happy end, senza la pur minima speranza alla fine del cammino. Firmato dal grande O’Nan».
L’Express