Alberto Maggi
Versetti pericolosi
Gesù e lo scandalo della misericordia
Se Dio è amore, e non potere, non può essere comunicato attraverso la Legge o la Dottrina, ma solo mediante gesti che trasmettono vita.
L’amore incondizionato però scandalizza, perché la gratuità sovverte l’ordine del potere su cui si fonda ogni società, compresa la società particolare chiamata “Chiesa”.
I “versetti pericolosi” narrano l’episodio dell’adultera: ci vollero tre secoli prima che questi undici scandalosi versetti di Luca trovassero ospitalità nel Nuovo Testamento e altri due per essere inseriti nella liturgia.
Ma parlando del passato, Maggi allude al presente e suscita un vento di profetica ribellione contro una fatua spiritualità dell’apparire e del potere.
Bibbia alla mano, ecco un viaggio capace di stravolgere il comune modo di guardare alle cose.
Una rivoluzione nell’alfabeto dei sentimenti e nella cultura dei valori, che sostituisce l’amore alla forza, la misericordia al castigo, la generosità all’interesse.
In Italia, dai tempi di David Maria Turoldo, nessuno riusciva a leggere con tale forza i testi sacri del cristianesimo.
I versetti pericolosi:
«Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro:
«Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei».
Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno.
«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
«Nessuno, Signore».
«Neppure io ti condanno;
va’ e d’ora in poi non peccare più».
Pericolosi per chi?