Care lettrici e cari lettori,
in vista delle festività natalizie, vi consigliamo alcuni nostri titoli usciti quest’anno in libreria e cogliamo l’occasione per augurarvi un sereno Natale e buone feste.
Regalate e regalatevi tanti libri, non c’è regalo migliore.
Tutto cambia, Elizabeth Jane Howard
Prima o poi doveva accadere: l’amatissima saga dei Cazalet è arrivata alla conclusione. Con Tutto cambia si chiude la raffinata ed emozionante storia che racconta le vicende della famiglia Cazalet prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, una saga appassionante in cui le vite private dei protagonisti s’intrecciano con il destino di un paese sull’orlo di una crisi epocale.
«È una scrittrice che dimostra attraverso il proprio lavoro a cosa serve un romanzo… ci aiuta a fare quello che è necessario: aprire occhi e cuore».
Hilary Mantel
Augustus, John Williams
Uno dei migliori romanzi storici di tutti i tempi, Augustus è uno scavo psicologico profondo e intimo che fa riflettere sulla solitudine che si nasconde dietro al potere.
In Augustus, che valse all’autore il National Book Award nel 1973, protagonista è la lingua meravigliosa di Williams che ci restituisce a pieno lo spirito della Roma augustea.
Un capolavoro della narrativa americana che, fra ricostruzione storica, finzione e perfezione stilistica, non manca mai di dialogare con il presente, e in cui la grande storia è lo spunto per riflettere sulla condizione umana, sulle lusinghe del potere e sulla solitudine di chi lo esercita.
Il giardino di Elizabeth, Elizabeth von Arnim
In fuga dall’opprimente vita di città, l’aristocratica Elizabeth si stabilisce nell’ex convento di proprietà del marito, un luogo isolato e carico di storia in Pomerania. A vivacizzare le giornate della signora ci sono le tre figlie, le amiche Irais e Minora, l’Uomo della collera, ma soprattutto c’è il giardino, una vera e propria oasi di cui Elizabeth si innamora perdutamente.
Una storia che ha molto di autobiografico narrata da una donna più avanti del suo tempo: una donna di mondo coraggiosa e irriverente che parla a tutte le donne di oggi. Uscito per la prima volta nel 1898 in forma anonima, Il giardino di Elizabeth, primo romanzo di Elizabeth von Arnim, ebbe da subito un successo clamoroso. Presentato qui in una versione integrale fino a ora inedita in Italia, è un romanzo del passato che colpisce per la sua modernità.
La figlia femmina, Anna Giurickovic Dato
Sensuale come una versione moderna di Lolita, ambiguo come un romanzo di Moravia, La figlia femmina è il duro e sorprendente esordio di Anna Giurickovic Dato.
Ambientato tra Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra Giorgio e sua figlia Maria nasconde un segreto inconfessabile. A narrare tutto in prima persona è però la moglie e madre Silvia, innamorata di Giorgio e incapace di riconoscere la malattia di cui l’uomo soffre.
La figlia femmina mette in discussione ogni nostra certezza: le vittime sono al contempo carnefici, gli innocenti sono pure colpevoli. È un romanzo forte, che tiene il lettore incollato alla pagina, proprio in virtù di quell’abilità psicologica che ci rivela un’autrice tanto giovane quanto perfettamente consapevole del suo talento letterario.
Yeruldelgger – Tempi selvaggi, Ian Manook
È inverno inoltrato e la steppa è avvolta nella morsa dello dzüüd: le temperature si aggirano sui meno trenta, un vento gelido imperversa e il paesaggio è spazzato da tormente di neve. Sembra di respirare vetro. È la leggendaria sciagura bianca, che al suo passaggio lascia dietro di sé una scia di cadaveri. Milioni di vittime, uomini e animali. Da un cumulo di carcasse congelate, incastrata fra un cavallo e una femmina di yak, sbuca la gamba di un uomo. È solo il primo di una serie di strani ritrovamenti. Nel frattempo, in un albergo di Ulan Bator, viene assassinata la prostituta Colette, delitto del quale è accusato proprio il commissario Yeruldelgger.
Secondo capitolo della trilogia di Yeruldelgger, Tempi selvaggi non deluderà le aspettative. Il commissario più amato del momento è tornato.
Delitto al luna-park, Léo Malet
È maggio, a Parigi. Il XII arrondissement, un tempo teatro importante della Rivoluzione, è oggi pungolato dalla cosiddetta doccia scozzese: un acquazzone, un raggio di sole, un raggio di sole, un acquazzone… Nestor Burma è in stazione ad attendere il ritorno di Hélène da Cannes, ma dal treno la segretaria non scende. Così, il detective si mette a vagare per Parigi e finisce in un luna-park. Seguendo le gambe di una bella donna, sale sull’ottovolante, ma è ignaro di essere a sua volta pedinato: durante la corsa, viene aggredito da un passeggero seduto alle sue spalle. Neanche a dirlo, in un attimo il malcapitato viene scaraventato giù dalla giostra – e la caduta è fatale. Come se non bastasse, il detective scopre che l’anno prima una ragazza è precipitata giù dalla stessa giostra. Troppe coincidenze, per i gusti di Burma, che decide di approfondire. Ferma innanzitutto la donna che stava seguendo: il suo nome è Simone Blanchet, e ben presto si rivelerà coinvolta nella scomparsa di un bottino di 150 chili d’oro. La storia inizia così ad assumere dei contorni davvero singolari…
Una nuova, imperdibile avventura per Nestor Burma, il detective anarchico più famoso di Francia.
La rinascita delle città-stato, Parag Khanna
Parag Khanna ha scritto un testo fondamentale per capire in che direzione si stanno dirigendo le forme di governo. Chi lo leggerà avrà un’anticipazione di come sarà la democrazia del futuro.
Un’analisi spietata sui difetti strutturali delle democrazie occidentali.
Il futuro della democrazia risiede nella devolution e nelle tecnologie digitali. I piccoli Stati, come la Svizzera, o le città-Stato, sono gli unici esempi di governance efficace.
Le élite oggi sono inadeguate al compito loro assegnato, corrotte e lontane dal popolo. L’Europa dovrebbe guardare ad altri modelli di governo, in grado di tenere insieme tecnocrazia, tecnologia e competenze.
I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo, Vladimir Solov’ëv
Composta nel 1899, I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo rappresenta l’opera ultima ma non conclusiva del pensiero di Vladimir Solov’ëv. Lo sterile razionalismo della filosofia europea, la desacralizzazione mascherata da “nuova” religione e la dominante etica tolstojana ispirano in Solov’ëv la riflessione sul problema della realtà del male e sulla falsificazione del bene. Scegliendo la forma di un dialogo polemico e ironico, Vladimir Solov’ëv profetizza «l’epilogo del nostro processo storico» attraverso la parabola dell’Anticristo.
Altri consigli dal nostro catalogo: