Aspettando il 28 febbraio l’uscita di L’annusatrice di libri di Desy Icardi, Alessia Ragno ha scritto una bella riflessione sulle protagoniste femminili del romanzo.
Il romanzo di Desy Icardi, L’annusatrice di libri, è una favola di tempi passati. La protagonista è Adelina, una ragazzina tanto per bene ed educata che viene dalla campagna e si ritrova, a 14 anni, a frequentare una rinomata scuola per signorine a Torino. È così che il padre decide di proteggerla dai “fannulloni che potrebbero coricarla in un fienile” e destinarla ad un matrimonio sbagliato che le rovinerebbe la vita. Il dono incredibile della giovane Adelina è la capacità di sentire l’odore dei libri e leggerli non con gli occhi, ma con il naso: la giovinetta segue le vicende de “I promessi sposi”, “Orgoglio e pregiudizio” e di tutti gli altri libri che le capitano sotto tiro, seguendo una scia profumata di fiori o un odoraccio pestilenziale che gli raccontano le vicende e gli umori dei romanzi che annusa. Ad accoglierla nella grande città la zia Amalia, tanto ricca quanto oculata nelle spese, burbera e tirchia in altre parole, una vita passata a conservare le sue proprietà acquisite in maniera rocambolesca. Contrapposti alle due protagoniste un composto studioso diventato professore della scuola per signorine, l’americano Don Edward Kelley, e l’astuto e affascinante notaio Vergnano, che si insinuerà nelle vite altrui per il proprio esclusivo tornaconto.
Si sentono fortissimi tutti i profumi di questo romanzo: l’odore del pane stantio con la frittata che la zia prepara ad Adelina e che è triste e unticcio, sempre avvolto in un fazzoletto lavato e rilavato per risparmiare sulla carta; il sentore di vecchio e consunto della casa di Amalia, spartana e spoglia per non sprecare nemmeno un briciolo di ricchezza dopo la morte del facoltoso consorte; l’odore di carta antica e muffa dei libri del buon avvocato vicino di casa e della oscura biblioteca scolastica; e infine l’odore di belletti e costumi dei teatranti degli anni ’30, parte della vecchia vita di Amalia, quando era una ragazzotta “alta, slanciata, con un corpo florido, ma non pingue” e aveva le più belle gambe di Torino. Sono questi i dettagli entusiasmanti che compongono il romanzo come fosse un mosaico intricato, ed è grazie a questi particolari che Adelina e Amalia vivono nelle pagine de L’annusatrice di libri come protagoniste assolute della scena. Desy Icardi ne cesella le vicende personali e la psicologia con trasporto e momenti di comicità assoluta; ne illustra le ingenuità senza mai sminuirle e ne costruisce, soprattutto, il buon cuore e la preziosità. Sembra quasi di essere tornati ai tempi di don Camillo e Peppone: personaggi d’altra tempra, rassicuranti e lontani, il ritratto di una Italia che sembra lontanissima da quella attuale, dove equivoci, sotterfugi, momenti comici e sincera suspance si alternano con passo veloce. Si innesca, allora, un effetto nostalgia che rapisce sin dalle prime pagine, fino a raggiungere quel riscatto che Adelina, nella sua semplicità e compostezza, si merita senza condizioni.
Il bello di questo romanzo sono proprio loro, queste figure femminili, Adelina, Amalia e tutte le altre, ricordi di quel tempo passato in cui il rossetto era “sudiciume”, cappellini e accessori provenivano dalle più rinomate modisterie e l’obiettivo di vita principale era un buon matrimonio per scappare dalla miseria. È un tempo fatto di pattine da indossare per girare per casa, gelati preziosi come oro da mangiare passeggiando per la città, ma solo se un è uomo ricco a offrirtelo, e un codice, non dichiarato, fatto apposta per maritarsi “senza lasciar cadere la monetina tra le ginocchia”. Si ride di questi manierismi d’epoca e ci si affeziona istantaneamente a queste figure femminili di umili origini, profondamente semplici, eppure dotate di tutta la saggezza del mondo. Sono sveglie Amalia e Adelina, fiutano gli inganni degli uomini attorno a loro e cercano di tenersi alla larga dalle malignità altrui. Pura, purissima la giovane Adelina, più calcolatrice la zia Amalia, dagli inconfondibili metodi spicci, ma entrambe piene di risorse per sopravvivere in un mondo di uomini deboli, cattivi e talvolta anche parecchio tonti. A chiudere il quadro delle donne raccontate da Desy Icardi una corte di governanti imponenti e calcolatrici, frizzanti soubrettine a caccia di fortuna, meste suorine timorate di Dio e cuoche e istitutrici amanti degli intrighi di famiglia, che pur nelle scenate, mantengono il rigore della buona educazione. Quanto ci tengono queste donne alle buone maniere, a ciò che penserà la gente di loro, alla facciata più che la sostanza, eppure le loro risorse sono infinite. Non giudicatele velocemente con gli occhi frettolosi del ventunesimo secolo, ma date loro modo di crescere pagina per pagina, mostrare le loro debolezze, per poi trionfare a colpi di libri.
È questa, allora, la forza de L’annusatrice di libri: una vicenda fantastica che l’autrice costruisce a partire da una sua personale suggestione, il profumo dei libri, ma soprattutto una costellazione di dettagli da raccogliere con attenzione per costruire i ritratti, sorprendentemente vivi e tangibili, di questi personaggi.
Alessia Ragno