Le protagoniste del romanzo L’annusatrice di libri sono due donne: la giovane Adelina, dotata della straordinaria facoltà di leggere con l’olfatto, e sua zia Amalia, austera e apparentemente arida, che nasconde un passato “birichino”.
Alcuni lettori mi hanno tuttavia smentito, sostenendo che le protagoniste del romanzo siano in realtà tre: Adelina, Amalia e Torino, la città nella quale le due donne si muovono e vivono la loro storia.
In virtù del legame tra L’annusatrice di libri e Torino, che tanto è stato apprezzato dai lettori, nei giorni del Salone del libro di Torino, ho organizzato, col prezioso supporto di Fazi Editore, una passeggia letteraria per le vie del centro storico, sulle tracce di Adelina e Amalia.
Nel precedente articolo ci eravamo fermati alla seconda tappa del tour letterario, mentre Adelina, all’ombra dei Ginko Biloba dei giardini Lamarmora, si stava impratichendo con il suo straordinario dono: la lettura olfattiva.
Riprendiamo il nostro cammino…
Terza tappa: via Botero – Banco dei pegni
Lasciandoci alle spalle i giardini Lamarmora, imbocchiamo via Botero alla volta di via Garibaldi. Lungo il cammino, possiamo ancora notare alcune vecchie botteghe di preziosi e argenteria, che sorsero attorno al banco dei pegni. In uno di questi bugigattoli, uno dei personaggi de L’annusatrice di libri acquistò un anello che ebbe una certa importanza nello sviluppo della storia.
Quarta tappa: via Garibaldi – Libreria Paravia
Ci immettiamo su via Garibaldi e, alla nostra destra, troviamo la sede storica, ormai dismessa da quattro anni, della Libreria Paravia. La storia di questa libreria è un po’ triste: dopo più di un secolo di vivace attività, il palazzo che la ospitava dal 1863 è stato venduto e il nuovo proprietario ha messo libri e libraie alla porta.
Ne L’annusatrice di libri, la libreria è invece al massimo del suo splendore, e Adelina vi si reca in cerca di una copia “odorosa” de I promessi sposi.
Era passata tante volte, praticamente tutti i giorni, davanti alla libreria Paravia di via Garibaldi, ma fino a una ventina di ore prima non aveva mai sentito l’impulso di visitarla. Tornando da scuola si era spesso soffermata a guardare le vetrine e le belle immagini delle copertine, ma a che pro entrare quando non sarebbe stata in grado di decifrare nemmeno una goccia di tutto quell’oceano di pagine scritte?
Quinta tappa: via Garibaldi – Chiesa di San Dalmazzo
Seguendo via Garibaldi in direzione di piazza Statuto, incontriamo, all’angolo con via delle Orfane, la chiesa di San Dalmazzo dove, nel 1935, Amalia convolò a rocambolesche nozze col suo colonnello Peyran.
Sesta tappa: via Corte D’Appello – la scuola (inesistente) di Adelina
Imbocchiamo via delle Orfane, e svoltando a sinistra, in via Corte d’Appello, incrociamo un portone che si apre su un androne malconcio, dalle imponenti colonne. Questo luogo è in realtà una casa privata (dove, tra l’altro, ho vissuto per un certo periodo), ma mi ha fornito l’ispirazione per “disegnare” l’atrio della scuola di Adelina, che colloco tuttavia in un’altra zona del centro, in una non meglio identificata traversa di via Po.
A casa sua, sulle colline del Monferrato, le cose da gente ricca erano nuove fiammanti come il frigorifero laccato di bianco che sua madre aveva fatto arrivare da Milano, o il televisore Phonola che suo padre aveva acquistato l’anno precedente e che era l’invidia di tutto il paese. Quella scuola, invece, di ricco aveva soltanto qualche remoto ricordo, come gli ampi scaloni di pietra e le imponenti colonne dell’atrio, tutte stinte e scrostate al pari delle pareti del refettorio.
Settima tappa: Piazza Savoia – la farmacia Ferrero
Proseguendo per via Corte D’appello giungiamo nella tondeggiante e barocca piazza Savoia, al centro della quale svetta l’obelisco che commemora le “Leggi Siccardi”, che abolivano alcuni dei privilegi del clero. Prima di imboccare via del Carmine, soffermiamoci un istante davanti alle vetrine dell’antica farmacia Ferrero, che secondo Adelina odorava come un erbario medioevale.
In quell’angolo in penombra il puzzo dei libri era meno intenso, tanto che finalmente poté scostare il fazzoletto dal naso. L’odore prevalente in quella porzione di spazio le ricordava il sentore di erbe, strano ma piacevole, che percepiva nella farmacia di piazza Savoia, quando vi si recava per acquistare qualche medicinale.
Ottava tappa: via del Carmine – la casa di Amalia e dell’avvocato Ferro
Proseguiamo per via del Carmine sino all’omonima chiesa, il cui campanile nottetempo distoglieva Adelina dalle sue letture. Di fronte all’imponente facciata barocca, è sito l’elegante palazzo nel quale ho immaginato che vivessero Amalia, al piano nobile, e l’avvocato Ferro, al mezzanino.
Nona tappa – la nuova libreria Paravia
Concludiamo il tour con un luogo che ai tempi di Adelina e Amalia ancora non esisteva, ma che mi preme comunque di mostrarvi: si tratta della nuova sede della libreria Paravia, che si trova nella vicina via Bligny, all’angolo con piazza Arbarello. Quando quattro anni fa la libreria venne sfrattata dalla sede che occupava dal 1863, le libraie non si arresero a quello che sembrava l’ennesimo e inevitabile tramonto di un’antica libreria, e decisero di cercare una nuova sede nei dintorni di quella storica. Ora i locali occupati dalla Paravia sono moderni, ma l’amore per i libri resta quello di una volta.
(link libreria https://www.libreriaparavia.it/la-libreria/ )
Desy Icardi
Il tour sulle tracce de L’annusatrice di libri è terminato, grazie per aver passeggiato con me, seppur virtualmente, nel centro storico di Torino.
TAPPE DEL TOUR LETTERARIO