Jennifer Johnston
Ombre sulla nostra pelle
Traduzione di Lucia Olivieri
La vita difficile e solitaria di Joe è popolata di piccole fantasticherie che spezzano la noia delle lunghe giornate a scuola, soprattutto durante le interminabili lezioni di geometria di Miss McCabe, e il triste squallore delle ore passate a casa. Joe abita a Derry, nell’Ulster, e ogni pomeriggio, al ritorno da scuola, trova ad aspettarlo un padre vecchio e malato, che vive nel ricordo dei giorni in cui ha eroicamente combattuto per l’indipendenza dell’Irlanda. Riesce ad alzarsi dal letto solo per andare al pub in cerca di qualcuno che abbia ancora voglia di offrirgli una birra e ascoltare le solite vecchie storie. È la madre di Joe a mantenere la famiglia, ma anche lei è una donna ormai stanca, amareggiata e prostrata. Un inaspettato spiraglio di luce sembra aprirsi all’improvviso nella vita del ragazzo. All’uscita da scuola, per ritardare un po’ il ritorno a casa, va spesso a sedersi su un muretto in cima alla collina, da dove osserva la città e il fiume. Un pomeriggio su quel muretto c’è anche una giovane insegnante, Kathleen. Tra loro nasce una simpatia che in breve si trasforma in sincera amicizia. Nonostante la differenza di età, Joe e Kathleen sono legati da un’affinità profonda. Li accomuna la passione per la dolcezza delle parole e della poesia, l’amore per la libertà ma anche un incontenibile desiderio di allegria e spensieratezza. Ma il ritorno dall’Inghilterra del fratello di Joe, Brendan, scatenerà, tuttavia, una serie di eventi che finiranno per minare profondamente la nuova felicità di Joe, fino all’inaspettato finale in cui l’odio e la violenza rivelano prepotentemente la propria forza tirannica e devastatrice. Questa storia, ambientata in Irlanda del Nord negli anni Settanta, anni in cui gli scontri tra cattolici e protestanti raggiunsero apici di violenza inaudita, raccontata attraverso gli occhi innocenti e al tempo stesso acuti e penetranti di un ragazzino, è di grande forza drammatica e straordinariamente attuale.
– 08/07/2002
Il silenzio violato
Mentre il mondo, fuori, va a rotoli nella guerriglia tra cattolici e protestanti, mentre una famiglia irlandese si scarnifica, si coagula nei suoi ideali e nelle sue connivenze di comodo, un bambino di nome Joe, Joseph Logan, ama scrivere poesie, in rima perché “sono le rime che fanno la differenza, che le rendono diverse dalle frasi normali”.
Sulla strada per tornare a casa da scuola, dove è conosciuto come studente svogliato, soprattutto in geometria, Joe incontra una giovane insegnante, Kathleen Doherty, che lo attira e forse lo fa innamorare di un delicatissimo, ingenuo amore. Ma il giovane, estroso protagonista che recita a tutti una poesiola in gaelico e abita volentieri il suo mondo, i suoi legami privati e a loro modo ribelli, deve fare i conti con Brendan, il fratello, che torna a Londonderry, nonostante là, in Inghilterra, avesse un lavoro ben remunerato: torna per ribellarsi agli inglesi, alla vita cruda che i familiari e gli amici cattolici sono costretti a sopportare, senza l’artificio creativo della poesia. Torna per la libertà della sua gente, della sua città, del suo Paese, ma spezza gli equilibri interiori ed esteriori del piccolo.
È dunque una situazione, per lo più un conflitto di tensioni, di speranze, di desideri, che dà corpo a Ombre sulla nostra pelle, opera della scrittrice irlandese Jennifer Johnston pubblicata dall’editore Fazi di Roma, ora, a venticinque anni dall’uscita in lingua originale. Nonostante manchi un’aspettativa precisa, nonostante sia assente dal romanzo qualsiasi appiglio narrativo di massima, una trama, per trascinare il lettore fino all’ultima pagina, la prosa di Jennifer Johnston, che vive di sottotrame, sa creare un’attesa continua e inebriante, ammalia con le sue pagine splendide, rapisce col suo ritmo sempre puntato sull’animo del piccolo protagonista. Joe, per di più, prende spesso la parola, la strappa alle tristi vicende che ancora non è capace di affrontare: il suo monologare semplice e suggestivo vorrebbe riempire tutte le pagine del romanzo con i versi che gli sgorgano buffi e irridenti.
Difficilmente un fanciullo può esser descritto con tanta personalità con tanta ricchezza di dettagli e insieme ricamato con quel fascino assoluto che hanno solo i bambini quando pensano e vivono i propri sogni (per dare un’idea, noi pensiamo ai ragazzini invasati di fantasia di Elsa Morante).
Ma i sogni di Joe sono destinati a essere interrotti, non dai dialoghi, densi e numerosissimi, perché i dialoghi sono sempre magistrali nella misura e nella grazia, né da qualche esplicitezza di troppo che sporca il silenzio alato del bimbo: è il mondo esterno che vuol sfondare un universo intero, il suo sinistro bussare, con i rimbombi degli spari e degli attentati militari, con la sua musica. Ombre sulla nostra pelle annega nei suoni, nella musica, alcune pagine sembrano essere poco più di un controcanto a una melodia o a un rumore, a una filastrocca o a un inno, al ricordo di una marcia, e lo stesso titolo prende spunto da una canzone, incisa dagli Horslips nel 1973, Time to kill!, da cui traspare un’irrequietezza disperata, la stessa di ogni singola anima del romanzo. E sono così ben disegnate, queste anime, così ben caratterizzate in tutte le loro manifestazioni nella realtà concreta, palpabile eppure sempre sospesa, mai monocroma in cui sono nate, che si sarebbe tentati di vedervi un film o un copione teatrale (del resto l’autrice è figlia di uno dei maggiori drammaturghi irlandesi del ‘900, Denis Johnston, e di un’attrice, Shelagh Richards).
È davvero difficile credere si tratti di vite di carta, basta un soffio per farle respirare, lo sfogliare stesso delle pagine – impudico gesto d’amore e di pietà – perché queste creature fragili e reali volino subito via abbarbicate alla magia del loro silenzio.
– 17/02/2002
Ombre sulla nostra pelle
Sembra incredibile che un romanzo definito a ragione
“unico, perfetto”, “profondo e indimenticabile”, abbia dovuto aspettare 25 anni per essere pubblicato in Italia. Grazie, quindi, all’editore Fazi, la Johnston (nata a Dublino nel ’30) ci introduce con palpitante delicatezza nel mondo del piccolo Joe, un bambino che vive nell’Irlanda del Nord, a Derry, dove per le strade il rumore degli spari e dell’odio è un sottofondo continuo. Una guerra che non si placa neppure quando rientra a casa dove il padre, che è stato un eroe del ‘Movimento’, vive rancorosamente di ricordi e birra, disprezzata dalla madre costretta a farsi in quattro per tirare avanti. Joe tenta di astrarsi da tanta brutalità scrivendo poesie e coltivando una solare amicizia con una giovane insegnante; Ma il ritorno del fratello ‘grande’ farà esplodere anche questo piccolo ritaglio di felicità.
– 14/02/2002
Ombre sulla nostra pelle
Considerato uno dei migliori romanzi di Jennifer Johnston arriva in Italia, Ombre sulla nostra pelle, in cui la figlia del celebre drammaturgo Denis Johnston racconta, attraverso le tragedie di una famiglia di Derry, l’aspirazione a un’Irlanda libera. Al centro della storia, ambientata negli anni Settanta, il piccolo e solitario Joe Logan, costretto ad assumersi responsabilità da adulto. Sua madre manda avanti da sola la casa e si prende cura del marito malato che aspetta con ansia il ritorno di Joe da scuola per lamentarsi con lui e farsi portare birra e sigarette. Il fratello più grande, Brendan, vive in Inghilterra, ma quando ritorna con una pistola in tasca e più soldi, l’equilibrio familiare si spezza definitivamente. Joe si consola con la poesia e una nuova fidanzata, ma dura poco. Il fratello si intromette nella sua storia, i soldati inglesi perquisiscono la sua casa: è arrivato il momento di prendere in mano la situazione. Considerata una delle più raffinate scrittrici irlandesi, la Johnston, 72 anni, è originaria di Dublino e vive vicino a Derry.
– 01/04/2002
Ombre sulla nostra pelle
Stiamo seguendo da tempo la pubblicazione in Italia delle opere di Jennifer Johnston, autrice irlandese molto interessante. Tra le sue principali doti narrative vi è la capacità di reinventarsi romanzo dopo romanzo, pur mantenendo la sua identità di autrice attenta alle sfumature psicologiche dei propri personaggi e più propensa a una scrittura meditata rispetto al racconto viscerale scritto “di getto”. Al centro di Ombre sulla nostra pelle c’è la drammatica situazione che negli anni Settanta (e in quelli successivi) ha attraversato il popolo nordirlandese. La città di Derry è al centro di una serie di attentati terroristici e chi cresce tra queste mura no può non essere interessato dallo spirito che vi aleggia. Accade così per Brendan, figlio maggiore di una famiglia tormentata, ma non per Joe, il più piccolo, che vorrebbe dimenticare il contesto terribile in cui vive per dedicarsi alle cose belle del mondo. Purtroppo la realtà non si può ignorare e anche Joe dovrà fare i conti con la violenza per salvare il fratello.
– 17/02/2002
Ombre sulla nostra pelle
Sembra incredibile che un romanzo definito a ragione
“unico, perfetto”, “profondo e indimenticabile”, abbia dovuto aspettare 25 anni per essere pubblicato in Italia. Grazie, quindi, all’editore Fazi, la Johnston (nata a Dublino nel ’30) ci introduce con palpitante delicatezza nel mondo del piccolo Joe, un bambino che vive nell’Irlanda del Nord, a Derry, dove per le strade il rumore degli spari e dell’odio è un sottofondo continuo. Una guerra che non si placa neppure quando rientra a casa dove il padre, che è stato un eroe del ‘Movimento’, vive rancorosamente di ricordi e birra, disprezzata dalla madre costretta a farsi in quattro per tirare avanti. Joe tenta di astrarsi da tanta brutalità scrivendo poesie e coltivando una solare amicizia con una giovane insegnante; Ma il ritorno del fratello ‘grande’ farà esplodere anche questo piccolo ritaglio di felicità.
– 16/02/2002
Ombre sulla nostra pelle
Irlanda anni Settanta: sulla città di Derry aleggia un odore di fumo, che è l’odore della guerra e della paura per le irruzioni notturne dei soldati inglesi. Una povera casa, il padre malandato che tanti anni prima era stato “un eroe”, il fratello maggiore che sogna l’Irlanda libera, la madre col volto segnato dalle lacrime. In questo misero mondo, un bambino incantevole e poeta che “sogna di far danzare le parole come gli uccelli nel cielo”, costretto invece a diventare anch’egli un eroe. Ma c’è pure una giovane donna su cui fantasticare, di cui innamorarsi.
– 01/02/2002
Ombre sulla nostra pelle
Anni Settanta. Joe abita a Derry, nell’Ulster, e non se la passa bene: da una parte la noia della scuola, dall’altra l’amarezza contagiosa dei suoi genitori. Finché un pomeriggio, su quel muretto dove spesso indugia a fantasticare, conosce una giovane insegnante. Il comune amore per la poesia, la loro voglia di libertà e spensieratezza: e se quest’amicizia servisse finalmente a portare un po’ di felicità non così passeggera nella vita di Joe? No, non è così semplice.
– 17/02/2002
Ombre sulla nostra pelle
Sembra incredibile che un romanzo definito a ragione
“unico, perfetto”, “profondo e indimenticabile”, abbia dovuto aspettare 25 anni per essere pubblicato in Italia. Grazie, quindi, all’editore Fazi, la Johnston (nata a Dublino nel ’30) ci introduce con palpitante delicatezza nel mondo del piccolo Joe, un bambino che vive nell’Irlanda del Nord, a Derry, dove per le strade il rumore degli spari e dell’odio è un sottofondo continuo. Una guerra che non si placa neppure quando rientra a casa dove il padre, che è stato un eroe del ‘Movimento’, vive rancorosamente di ricordi e birra, disprezzata dalla madre costretta a farsi in quattro per tirare avanti. Joe tenta di astrarsi da tanta brutalità scrivendo poesie e coltivando una solare amicizia con una giovane insegnante; Ma il ritorno del fratello ‘grande’ farà esplodere anche questo piccolo ritaglio di felicità.
– 16/02/2002
Attentati, segreti, un’infanzia desolata
Figlia del drammaturgo Dennid, dublinese, Jennifer Johnston si cala negli anni Settanta: Ombre sulla nostra pelle è un romanzo ambientato a Derry, fra attentati e irruzioni dell’esercito inglese. Un uomo e il figlio uniti dal sogno di un ‘Irlanda libera. L’equilibrio familiare si spezza quando Brendam, il figlio, torna dall’Inghilterra con qualche soldo, una pistola, molti segreti. La poesia e un’amica lo allontaneranno dall’odio…
– 11/02/2002
Ombre sulla nostra pelle
Shadows on Our Skin venne pubblicato per la prima volta negli anni ’70. Anthony Burgess descrisse la sua arte come “unica e perfetta”. La storia del piccolo Joe Logan, un bimbo che deve convivere con l’odio che sommerge il suo paese, è quella di un piccolo costretto dalle circostanze a crescere in fretta. E se riesce nonostante tutto a scoprire le cose belle del mondo insieme a una giovane amica, qualcosa lo porterà ad assumersi responsabilità da adulto.