Thomas Cahill
Desiderio delle colline eterne
Il mondo prima e dopo Gesù
Traduzione di Nazzareno Mataldi
Questo libro è un passaggio fondamentale nel cammino che Thomas Cahill ha intrapreso da un decennio alla scoperta degli eventi più importanti della nostra storia. Dopo Come gli irlandesi salvarono la civiltà e Come gli ebrei cambiarono il mondo, questa volta l’attenzione dell’autore si concentra su una figura cruciale per l’intera vicenda della nostra civiltà: Gesù di Nazaret. Una domanda percorre ogni singola pagina del libro: come ha potuto una religione nata in un angolo remoto dell’impero romano affermarsi con tanta forza ed esercitare un’influenza così grande sui popoli più diversi? Per rispondere ad essa Cahill racconta la vita di Gesù dalla nascita alla morte sulla croce, attraverso gli occhi di coloro che lo conobbero o che scrissero di lui, dai profeti dell’Antico Testamento ai quattro evangelisti e san Paolo, prima grande avversario poi instancabile divulgatore del cristianesimo. Il messaggio di Cristo, il sorgere e lo sviluppo della prima Chiesa sono visti e spiegati nel contesto del mondo antico, rappresentato da figure di conquistatori come Alessandro Magno e gli imperatori romani, dalla raffinata tradizione filosofica greca e dal potere di Roma. Grazie alla sua abilità nel ricreare le suggestioni e le atmosfere degli avvenimenti narrati, ancora una volta Cahill, senza rinunciare al rigore dello storico, propone un’opera piacevole e affascinante anche per il lettore meno esperto di vicende bibliche.
– 21/12/2003
Il mistero di un Credo che conquistò mezzo mondo
QUESTO libro costituisce un passaggio fondamentale nel cammino intrapreso da Thomas Cahill lungo la scoperta degli eventi più rilevanti della storia occidentale. L’attenzione è incentrata su una figura cruciale della nostra civiltà Gesù. Un domanda fondamentale sottende tutto il libro: come ha potuto una religione nata in un angolo remoto dell’Impero romano affermarsi con tanta forza ed esercitare un’influenza così grande sui popoli? Per rispondere l’autore narra la vita di gesù attraverso gli occhi di coloro che lo conobbero o che scrissero di lui, dai profeti dell’Antico Testamento ai quattro evangelisti e san Paolo.
– 20/12/2003
Gesù l’obiettore ironico
LIBRI
intervista “Presento Cristo attraverso diversi punti di vista, anche al di fuori della tradizione cattolica: per Giovanni ad esempio egli è prolisso, mentre per gli apostoli è sorridente Per me è uno che fa domande, protesta e rifiuta le categorie fisse” Parla lo scrittore e storico americano Thomas Cahill
“L’islam? È un nostro fratello minore, è più giovane del cristianesimo di 700 anni e non ha ancora avuto il suo Giovanni XXIII
.
Dobbiamo dargli tempo per trovare i suoi riformatori e non intrometterci nel suo processo di maturazione”
Tutti conoscono Gesù. Cristiani, ebrei, musulmani. E tutti sembrano avere un’idea incrollabile di chi era, cosa ha rappresentato, cosa ha lasciato.
Ne sa qualcosa Thomas Cahill. Lo scrittore newyorkese, noto in Italia soprattutto per il best seller Come gli irlandesi salvarono la civiltà, sapeva di giocare col fuoco dando alle stampe un libro sul cristianesimo. Ma non si aspettava la valanga di precisazioni, domande, lamentele, critiche ed elogi che la pubblicazione in America di Desiderio delle colline eterne ha suscitato. Per questo l’uscita in Italia lo rende un po’ nervoso e lo spinge a fare una precisazione: “Parlando di Gesù non è possibile attenersi ai fatti puri e semplici, perché c’è sempre un filtro personale – spiega durante mezza giornata di pausa in un massacrante tour statunitense –, ma non è mia intenzione fornire una nuova interpretazione storica o religiosa della figura di Gesù”.
Cahill è arrivato a parlare di cristianesimo durante un viaggio alla ricerca delle radici della civiltà occidentale, iniziato studiando il ruolo dei monaci irlandesi nel Medioevo e passato attraverso un saggio sull’ebraismo. Il quarto volume della serie, già nelle librerie Usa, è dedicato all’antica Grecia, mentre è in lavorazione un’opera che l’autore per ora descrive così: “Voglio spiegare come i romani sono diventati gli italiani”.
Quale è dunque lo scopo di “Desiderio delle colline eterne”?
“Quello che ho cercato di fare è trasportare i lettori all’interno del mondo e del tempo in cui Gesù predicava. Farli immedesimare, ricrearne il contesto sociale, l’atmosfera. Far capire come ci si doveva sentire a essere lì ed ascoltare le rivoluzionarie parole di quest’uomo, a essere toccati dalla sua mano, a essere guariti da lui”.
Nel libro sostiene che Gesù è la figura centrale della civiltà occidentale. Pensa sia importante ricordarlo?
“Assolutamente sì. Noi occidentali abbiamo bisogno di guardarci indietro. Altrimenti corriamo il rischio di diventare orfani. Tutto diventa relativo e contingente. Chi si chiede ancora come siamo diventati ciò che siamo? E perché? E quali valori stanno alla radice del nostro mondo?”.
L’ordine dei libri nella serie non è cronologico, ma il volume su “I doni degli ebrei” e quello su Gesù sembrano uno la continuazione dell’altro. È così?
“Ho scritto il libro sugli ebrei con in mente un pubblico cristiano, e quello su Gesù per un pubblico non cristiano. Voglio che sia evidente quanto abbiamo in comune, e si capisca che le radici sono le stesse. Non ho cercato di dare una spiegazione intellettuale di una o dell’altra religione, ma una percezione quasi istintiva del loro valore”.
Chi è il Gesù che emerge dal suo libro?
“In realtà presento diversi Gesù attraverso diversi punti di vista, prevantemente quelli degli evangelisti. Guardo a Gesù attraverso le testimonianze. Lo vediamo agire e parlare attraverso la bocca e gli occhi di altri e a volte non sembra neanche la stessa persona. Il Gesù di Giovanni ad esempio è verboso, prolisso: Giovanni lo investe di simbolismi e metafore. Ma il Gesù che emerge attraverso gli occhi degli apostoli è sorridente, ironico, e i suoi paradossi vincono contro le stupide forze del male”.
Lei è cattolico. Pensa si capisca dal libro?
“Spero che la fede non abbia influenzato il mio punto di vista. In realtà il Gesù che metto in luce va al di là del Gesù della tradizione cattolica. È un Gesù che fa obiezioni, che protesta, che rifiuta categorizzazioni. Sono coinvinto che la sua persona non possa essere spiegata da una sola tradizione religiosa. Per questo ho sentito il bisogno di riavvicinarmi alla fonte e riscoprire chi era. E di chiedermi che cosa significa veramente essere un seguace di Gesù”.
Ha trovato la risposta?
“L’ho trovata nella storia del buon samaritano. O quando Giovanni dice che si salverà chi fa qualcosa per gli altri. Che è poi il messaggio dei profeti ebraici: aiuta gli altri. La frase che Gesù ha ripetuto più di ogni altra, in molte varianti, è: “Mi troverai fra i poveri”. Ma continuiamo a dimenticarcene. Finché qualcuno ce lo ricorda. Succede in ogni epoca: emerge un movimento di riforma, un appello alla radice del messaggio cristiano. Nell’Italia di oggi vedo un richiamo del genere nell’attività della comunità di Sant’Egidio. Ma nuovi pensieri emergono ad ogni nuova lettura dei Vangeli. In epoche diverse, in contesti diversi, troviamo nuove risposte”.
Forse oggi dobbiamo cercare risposte sul nostro rapporto con l’islam.
“I Vangeli ci insegnano a guardare con compassione a questo fratello minore. È più giovane del cristianesimo di 700 anni e non ha ancora avuto una figura riformatrice e pacificatrice come è stato per noi Papa Giovanni. Anche nell’Occidente l’idea di tolleranza è emersa solo dopo secoli di guerre e sangue sparso in nome di Dio. Dobbiamo dare tempo all’islam e non intrometterci nel processo di maturazione che inevitabilmente verrà dal suo interno”.