Stefan Brijs
Due vite
Traduzione di Franco Paris
Immaginate una casa con le finestre a riquadri, in una fredda campagna del nord. Fuori cade la neve e, dall’esterno, quelle stesse finestre rimandano una luce calda, un’atmosfera di serenità casalinga: è la vigilia di Natale. Qui, in questa rassicurante cornice, Stefan Brijs restringe il suo campo visivo fino al punto in cui la superficie serena degli oggetti s’increspa e si lacera. In questo punto abitano un uomo e una donna. Sono sconosciuti l’una all’altro, vivono due vite del tutto diverse. Lui è un uomo in carriera, è sposato, e questa sera lo vediamo in casa dei suoceri: si appresta a prendere parte alla cena di sempre, con il menu di sempre, immerso nelle conversazioni di sempre. Nella sicurezza dei riti ripetuti e delle tradizioni familiari, l’uomo sente dilagare una strana ansietà, il mistero di un desiderio che non ha nome ma che gli parla d’altri luoghi, di altre e diverse notti. Nella casa accanto abita invece la donna. È una ex docente del conservatorio; si lascia cullare dalle note delle cantate di Bach mentre prepara la sua semplice, solitaria vigilia. Nella distanza di questi due interni opposti e speculari, di queste due esistenze soltanto fisicamente contigue, uno squarcio si aprirà d’un tratto a unirle e a portarle via, come fiocchi in questa notte ovattata di neve. Stefan Brijs ci regala qui un racconto di Natale nero, insieme delicato e struggente, e una nuova, perfetta prova di scrittura che conferma la limpidezza di toni di uno dei più grandi autori di lingua fiamminga.
«Un racconto di Natale che è una gemma».
Algemeen Dagblad
«La sensazione che Brijs evoca con questo capovolgimento di ruoli non è rassicurante quanto Racconto di Natale. Ma a Dickens stesso sarebbe piaciuta la parabola della trama drammatica».
De Volkskrant
– 12/01/2010
A Natale non tutti buoni