Hilary Putnam
Fatto/Valore
Fine di una dicotomia
Traduzione di Gianfranco Pellegrino
Introduzione di Mario De Caro
Il contributo essenziale di uno dei mostri sacri della cultura filosofica mondiale, su una delle questioni più dibattute nel pensiero occidentale. Nella cultura occidentale, l’idea che fatti e valori vadano posti a livelli di realtà del tutto diversi e paralleli fra loro è ancora molto potente. Hilary Putnam è dotato di una impareggiabile capacità di discutere con semplicità questioni difficili. Nella prima parte del volume, Putnam ripercorre le origini della dicotomia nel pensiero di David Hume, di Kant e dei positivisti logici del Circolo di Vienna e mostra come, in realtà, le nozioni centrali del nostro pensiero morale facciano contemporaneamente riferimento a fatti impregnati di valori e a valori che possono essere specificati solo menzionando fatti. I fatti e i valori, pur distinguibili, sono “intrecciati”, conclude Putnam. Nella seconda parte del libro, Putnam, dopo aver colmato l’abisso fra fatti e valori, trae le conseguenze di questa mossa. I valori non sono frutto esclusivo dell’arbitrio, ma possono essere discussi e si può argomentare oggettivamente in loro favore. È scorretto separare nettamente le norme dai valori – come fa Jürgen Habermas. Non esistono scelte solo strumentali – come pretendono i teorici dell’economia classica: tutto il pensiero del grande economista indiano Amartya K. Sen, che Putnam ripercorre con chiarezza, mostra il ruolo innegabile dell’etica nella teoria economica. Tutto questo – ed è il principale merito del libro – con uno stile chiaro e colloquiale, che rende il volume accessibile a ogni lettore.