John Carroll
Il crollo della cultura occidentale
Per una nuova interpretazione dell'Umanesimo
Traduzione di Fabrizio Saulini
Prefazione di Alessandro Zaccuri
«John Carroll si è ricavato una nicchia tutta sua, in cui pochi altri si azzardano o hanno il fegato di entrare… Alcuni lettori troveranno questo libro illuminante, altri irritante; ma per tutti sarà impossibile smettere di girare le pagine».
Zygmunt Bauman
L’Umanesimo ha costruito la civiltà occidentale come essa è giunta fino a noi. Tra i suoi traguardi, ci sono la liberazione dell’individuo, la democrazia, i diritti universali e una prosperità diffusa. E i suoi ambasciatori sono gli eroi della cultura moderna: Erasmo, Holbein, Shakespeare, Velázquez, Kant, Freud. Coloro che hanno cercato di contenere l’orgoglio umanista in una cornice più alta di verità – Lutero, Calvino, Poussin, Kierkegaard – non sono riusciti ad arrestarne la travolgente ascesa. Coloro che hanno tentato di riformarne i principi – Marx, Darwin, Nietzsche – sono stati sorpresi dall’inatteso successo delle proprie profezie.
Questa almeno è la versione ufficiale. Non quella di John Carroll. L’autore presenta una teoria alternativa, suggestiva e dirompente, sulla civiltà occidentale dai tempi in cui il Rinascimento e la Riforma si diedero battaglia per far prevalere la propria visione del mondo.
L’autore ci offre qui un vigoroso studio sull’ascesa dell’Umanesimo e sulla sua rovinosa caduta in contraddizione. Uno sguardo revisionista sul fallimento del plurisecolare esperimento umanista in Occidente e sulle sue terribili conseguenze culturali che si conclude con l’11 settembre 2001.
– 23/09/2009
Il tramonto dell’umanesimo