Fabio Lo Verso
Il mare colore veleno
Indagine su uno dei più grandi disastri ambientali del paese
Fotografie di Alberto Campi
Prefazione di Enrico Bellavia
Postfazione di Alessandro Bratti
“Il quadrilatero della morte”. Così è stato ribattezzato il tratto della costa siciliana tra Augusta e Siracusa – nel dopoguerra «il più bel posto della Sicilia» secondo lo scrittore Tomasi di Lampedusa – dove ha sede il più grande polo petrolchimico d’Italia, il secondo in Europa, un Moloch che produce il 37% del PIL della regione: tre impianti di raffinazione petrolifera, due stabilimenti chimici, tre centrali elettriche, un cementificio, due fabbriche di gas industriale e decine di aziende dell’indotto.
In questi trenta chilometri di territorio dove fabbriche, cisterne e ciminiere si estendono a macchia d’olio sfigurando il paesaggio, ormai da mezzo secolo si consuma un disastro ambientale di proporzioni incalcolabili. Veleni industriali di ogni tipo – mercurio, piombo, idrocarburi, arsenico, benzene, biossido di zolfo e diossine – hanno contaminato il mare, la terra, l’aria e le falde acquifere, e sono entrati nelle case per mietere vittime, tra caduti sul lavoro, morti per tumore e malformazioni congenite nei neonati.
Una tragedia colossale e silenziosa che assume le tinte dell’assurdo, allorché si scontra con l’immobilismo e la corruttela delle istituzioni, con bonifiche abortite e indagini insabbiate e con il cosiddetto “ricatto occupazionale”, che porta taluni ad affermare che sia «meglio morire di cancro che di fame».
Il mare colore veleno è un lucido e appassionante reportage dai quattro comuni dello sciagurato quadrilatero: dalla città di Augusta al borgo di Melilli, da quello di Priolo Gargallo al capoluogo Siracusa.
Qui dove il miraggio industriale si è dissolto in una lunga agonia sanitaria, economica e sociale, Fabio Lo Verso ha raccolto le testimonianze di attivisti, ex operai, sindaci, politici, procuratori, esponenti della comunità scientifica e difensori dell’industria, ma anche gente comune, famiglie colpite da gravissimi lutti, i cui sentimenti oscillano tra rabbia, paura e rassegnazione.
Il mare colore veleno è un libro-denuncia urgente e dirompente che fa finalmente luce sui retroscena, i risvolti e le possibili soluzioni di una vicenda drammatica di cui si è colpevolmente parlato troppo poco e che rischia di inghiottire, come un buco nero, il futuro di un territorio e dei suoi abitanti.
Uno straordinario viaggio-inchiesta tra Augusta e Siracusa, lungo la costa più inquinata della Sicilia, dove la popolazione convive da mezzo secolo con i veleni di un gigantesco polo petrolchimico. Un reportage narrativo crudo e dolente sul disastro ambientale meno conosciuto d’Italia ma fra i più antichi e profondi.
«La distruzione dell’ambiente in Italia è stata resa possibile dal ricatto del lavoro: i cittadini sono stati costretti a scegliere la lenta morte per inquinamento pur di sfuggire alla più veloce morte per fame. La storia del petrolchimico di Siracusa è la stessa che spinge oggi tutto il pianeta sull’orlo del baratro. Conoscerla significa poter costruire antidoti culturali».
Tomaso Montanari
«Cercare la verità è come scendere in fondo al mare: puoi trovare di tutto e a quel punto non puoi più tirarti indietro».
Rosario Fiorello
«Un’inchiesta acuta che fa luce sull’Italia inquinata che si ribella e non vuole essere abbandonata nell’era della transizione ecologica».
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente