Paolo Flores d'Arcais

Il ventennio populista

COD: 53fde96fcc4b Categoria: Tag:

da Craxi a Berlusconi

Collana:
Numero collana:
130
Pagine:
268
Codice ISBN:
9788881127504
Prezzo cartaceo:
€ 17,00
Data pubblicazione:
17-03-2006

Il ventennio populista raccoglie saggi usciti su “MicroMega” nel corso dei suoi due decenni di vita; saggi che, volta a volta, approfondiscono l’esame di una vicenda cruciale per la storia italiana recente: quella del populismo al potere. Quando “MicroMega” nasce, è ancora solido il muro di Berlino e in Italia si vivono anni trionfali per il craxismo e la “Milano da bere”. La rivista si caratterizza subito per lo spazio dato ai dissidenti dell’Est e per la critica impietosa del CAF e della partitocrazia italiana, prendendo posizioni da sinistra “eretica”, in duro contrasto con quella istituzionale; e affronta ben presto la questione morale come questione politica ineludibile. Pochi anni dopo, saluterà la stagione di Mani Pulite come l’occasione per realizzare in Italia la “rivoluzione liberale” di gobettiano auspicio. Molte delle preoccupazioni contenute nelle analisi qui ripubblicate si sono poi puntualmente realizzate: una sinistra troppo burocratica, incapace di reinventarsi aprendosi massicciamente alla società civile, ha finito per essere subalterna a una destra che con Berlusconi mostra il suo vero volto illiberale e populista. Ecco il motivo del titolo: con Craxi e il CAF la partitocrazia comincia a trasformarsi in regime; con Berlusconi la transizione si compie. Vi è stata una continuità, secondo Flores d’Arcais, nella subalternità della sinistra agli uni e all’altro, nella sua paura di essere troppo radicale, nella scarsa intransigenza, scambiata per realismo, che l’ha gettata invece nella palude dell’inciucio e l’ha resa incapace di comprendere l’importanza dei “girotondi” e delle manifestazioni di massa per la pace e i diritti sindacali. Ed è questa incomprensione che oggi, alle soglie di elezioni politiche cruciali per il futuro dell’Italia, occorre per Flores d’Arcais urgentemente superare.

IL VENTENNIO POPULISTA – RECENSIONI

 

Angelo d’Orsi, TTL LA STAMPA
– 20/05/2006

 

Non ci sarà riformismo senza etica

 

 

 

APCOM
– 03/05/2006

 

DA CRAXI A BERLUSCONI: 20 ANNI DI “REGIME”

 

“Il ventennio di cui si parla, il ‘ventennio populista’, NON è il fascismo. Il manganello mediatico non è mai il manganello che rompe le ossa, l’asservimento videocratico dei porta a porta e dell’ostracismo alle notizie non è mai l’olio di ricino per umiliare e violentare il libero pensiero. Ma ‘regime’, nel senso di strangolamento della democrazia liberale, non è solo il fascismo”. Si apre con questa premessa molto chiara la raccolta di saggi di Paolo Flores d’Arcais “Il ventennio populista – Da Craxi a Berlusconi (Passando per D’Alema?)”, edita da Fazi nella collana Le Terre. Subito dopo però il direttore di MicroMega, nonché animatore del movimento dei girotondi, parte all’attacco a testa bassa: evitare di usare la parola regime “come termine riferito a Berlusconi vorrebbe dire occultare e rimuovere la distruzione di istituzioni e pratiche liberali con cui il padrone di Mediaset, privatizzando la cosa pubblica a forza di leggi ad personam, ha ridotto l’Italia in macerie”.
Il libro di Flores raccoglie articoli apparsi su MicroMega tra il 1986 e il 2005 e non risparmia critiche durissime neppure alla sinistra. “L’opposizione di centrosinistra – scrive il giornalista e filosofo – continua a confondere come suggestione e volontà di antipolitica, come qualunquismo, insomma, questa richiesta di restituzione della politica, di riappropriazione della politica. […] Da questo punto di vista le attuali opposizioni (ossia il centrosinistra, ndr) sono purtroppo parte del problema e non possono, ‘sic rebus stantibus’ costituirne la soluzione”. Ecco dunque due caratteristiche ricorrenti negli articoli riproposti nel volume: l’accento sul ritorno al coinvolgimento diretto delle persone nella politica – il più possibile lontano dalla partitocrazia di craxiana memoria – e il costante ricorso a una terminologia ricercata e forbita, talvolta forse anche oscura per il lettore comune caro a Virginia Woolf (la “mitridatizzazione delle coscienze” è un concetto che ricorre più volte, tanto per fare un esempio).
Venendo ai contenuti specifici del libro, ecco che ci troviamo di fronte a una lettura del craxismo come stile politico nel quale “già vent’anni fa vengono analiticamente individuati i tratti di un incombente regime populista, che quasi nessuno, anche a sinistra volle per lungo tempo vedere”. Un populismo che si poggiava sul proporsi del leader socialista come antagonista tanto dell’alleata Dc, quanto dell’avversario Pci, per essere percepito al tempo stesso come capo del governo e come capo dell’opposizione. Franato sotto i colpi di Mani Pulite – che per Flores d’Arcais ha rappresentato “un’occasione irripetibile” poi tradita da ambo i poli – il progetto di Craxi viene riproposto da Berlusconi, la cui vittoria alle elezioni del 1994 è definita dal filosofo la “rivincita del vecchio regime”.
L’entusiasmo per l’affermazione di Prodi nel 1996 (“L’Italia ha scelto. Il pericolo è passato”) è mitigato dalla lucida analisi su una vittoria che nasce soprattutto dalle divisioni della destra, e lascia poi il posto alla rabbia di Flores per il “tradimento del programma” e per gli “inciuci” di cui Massimo D’Alema viene continuamente accusato. Tra un’analisi politica e un richiamo al valore della partecipazione diretta alla politica, si arriva al passato più recente e alla lettera aperta a Romano Prodi nella quale Flores invita il professore a “reinventare le pratiche della democrazia rappresentativa, proprio per salvarla dalle sirene della deriva populista che la sta minacciosamente svuotando di funzione”. Tutt’altro che un compito da poco.

 

 

Alessandro Gnocchi, LIBERO
– 21/04/2006

 

Da comunisti a luogocomunisti. L’ironia rossa

 

 

 

Paolo Bianchi, IL GIORNALE
– 17/03/2006

 

La campagna elettorale prosegue in libreria

 

 

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