Pierre Drieu la Rochelle
La commedia di Charleroi
Introduzione di Arnaldo Colasanti
Traduzione di Attilio Scarpellini
A cento anni dalla Prima Guerra Mondiale un’opera fondamentale per comprendere il periodo che, con il conflitto del ’14-’18, ha segnato la fine di un’epoca e schiuso l’inizio del Novecento.
«La guerra, un tempo, erano gli uomini in piedi. La guerra di oggi, sono tutte le posture della vergogna».
“Sono partito, non sono più ritornato, questa volta”. Così Drieu La Rochelle chiude l’ultimo racconto di questa raccolta, scritta nel 1934, che ci svela cosa sia per lui il senso della guerra: l’impossibilità di fare ritorno alle commedie della vita civile dopo aver provato il disgusto e l’ebbrezza del grande conflitto del ’14-’18. Eroismo e viltà, esaltazione e disincanto, ideologia e cinismo si confondono nei personaggi della Commedia, che narrano la loro esperienza sapendo di non poter essere creduti da chi nella pace è ansioso di ritrovare soprattutto le proprie illusioni. Come la signora Pragen, la borghese arricchita del primo racconto, che cerca le tracce del figlio sul campo di Charleroi, ma fugge la realtà di una guerra che, nei massacri di massa, ha perso anche le sue retoriche e le sue finzioni romantiche. Gli uomini che hanno vissuto il furore delle trincee sono già quelli che, incapaci di abbracciare una condizione diversa dallo stato d’eccezione, andranno a popolare le grandi mobilitazioni totalitarie del Novecento. In questo senso, ’14-’18 La commedia di Charleroi, con la sua lingua intensa, oscillante tra lucidità e follia, è emblematica di uno scrittore che, al di là di ogni etichetta politica, ha fatto della propria opera e della propria sofferenza la testimonianza tragica del disagio di un’intera generazione.
Pierre Drieu La Rochelle nato a Parigi nel 1893, fu poeta, saggista e romanziere. Dopo la guerra, durante la quale rimase ferito tre volte, denunciò nei suoi saggi la decadenza della società borghese materialista e tecnicista, cui contrappose la grandezza della tradizione umanistica europea. Aderì al nazismo e durante l’occupazione diresse la «Nouvelle Revue Française», punto di riferimento dell’establishment letterario francese. Arrestato dopo la liberazione, morì suicida nel 1945. Tra le sue opere ricordiamo L’uomo pieno di donne (Passigli, 2000), Gilles, Strano viaggio (Passigli, 2001), Racconto segreto (SE, 2005), Fuoco fatuo (SE, 2006), da cui Louis Malle nel 1963 trasse un film di successo con musiche di Erik Satie.
«I sei racconti che compongono La commedia di Charleroi di Pierre Drieu La Rochelle hanno, per la storia, valore ben maggiore di un saggio sulla Grande Guerra».
Il Sole 24 Ore
«Drieu è fra gli scrittori francesi che hanno avvertito più tragicamente e intensamente la crisi dell’uomo occidentale».
Alfredo Cattabiani
«Drieu è stato un letterato di altissimo livello, un fine critico letterario e un saggista di qualità».
David Bidussa
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