Carme Riera
La metà dell’anima
Traduzione di Ursula Bedogni
«La memoria è imprescindibile, senza siamo come morti. La memoria è l’anima delle persone e forse per questo io cerco la metà della mia anima».
Il giorno di Sant Jordi, in Catalogna, si celebra la festa del libro. Una nota scrittrice sta autografando i suoi volumi quando un uomo le porge una cartellina e scompare. Solo dopo qualche mese ne scoprirà il contenuto: sono lettere d’amore, scritte tra il 1949 e il 1960 dalla madre a un amante lontano e adorato. Spinta da un’irrefrenabile curiosità che si fa urgenza, la donna si mette in viaggio. Da Barcellona a Parigi, da Avignone a Maiorca, il suo itinerario, fisico e interiore, sarà alla ricerca dei segreti della madre: Cecilia Balaguer, bellissima e assente, sempre elegante con il suo cappotto blu e il cappellino démodé, che appoggiava i dissidenti anti-franchisti e conosceva Albert Camus. Stringendoci a poco a poco attorno alla figura di questa donna voluttuosa e sola, in bilico tra due vite e due paesi – tra la famiglia e un amore lontano, tra la Spagna della dittatura in cui vive da ricca signora e la Francia letteraria degli esuli e della Resistenza – Carme Riera regala al lettore un palpitante thriller psicologico dove i personaggi storici hanno spesso a che fare con le vicende private della protagonista. La metà dell’anima è così anche un appassionato omaggio a una pagina drammatica – e per tanti versi ancora oscura – della storia europea.
«Con la sua formidabile potenza narrativa, La metà dell’anima inchioda il lettore fino all’ultima pagina».
«El País»
«Carme Riera inanella una sorpresa dopo l’altra, un mistero dopo l’altro, e al contempo tratteggia un quadro preciso del periodo postfranchista».
«El Mundo»
«Un romanzo sofisticato che condanna l’oblio e rivendica il ruolo della memoria».
«La Vanguardia»
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I segreti del passato
23 APRILE 2001, È IL GIORNO DI SANT JORDI, FESTA DEL LIBRO A BARCELLONA. Una scrittrice famosa sta firmando le copie del suo libro, le si avvicina un uomo a cui lei presta scarsa attenzione e le consegna una cartelletta blu, dicendole che contiene qualcosa che “interesserà soltanto lei”. E dalla mancanza di attenzione e di interesse immediati, da quell’attimo di negligente imprudenza in cui la scrittrice straccia il biglietto da visita dello sconosciuto, nasce il romanzo “La metà dell’anima”.
Come una richiesta di aiuto- c’è qualcuno tra i lettori che ha osservato lo sconosciuto e può aiutarla a rintracciarlo? Perché forse lui è detentore del segreto della vita della scrittrice stessa che ha scoperto, aprendo la cartellina blu, di non essere chi credeva di essere, che l’uomo che ha sempre creduto suo padre molto probabilmente non lo era- chi era suo padre allora?
Questo è solo uno degli interrogativi, tutti collegati l’uno all’altro in questo romanzo che è una storia di ricerca personale che porta alla luce anche la Storia di un paese. Il primo mistero da risolvere- dopo di quello su chi sia l’uomo-messaggero, perché avesse in mano quelle carte e come facesse a sapere la sua identità- è quello della scomparsa di sua madre: come è morta? È stato veramente un incidente? Segue quello su chi fosse stato l’amante che lei incontrava in Francia e che presumibilmente era il padre della scrittrice.
E poi quale fosse l’attività della madre, figlia di un deputato del Parlamento della Generalitat repubblicana, esiliato in Francia, deportato in un campo di concentramento come membro della Resistenza. Continuava a lottare a fianco degli oppositori del regime franchista o era una doppiogiochista? E anche se questo non è esattamente l’ordine di importanza dei quesiti su cui si arrovella la scrittrice, ritornano però di continuo alla sua mente, assillanti, riproponendosi con diverse alternative, in una costruzione di possibilità che vengono poi immediatamente decomposte e riassemblate in altra maniera.
Sono nove lettere complete e due incomplete scritte tra il 1949 e il 1959, quelle che la scrittrice trova nella cartelletta. Più cinque fotografie.
Una data viene spesso ripetuta, il 30 dicembre 1959 in cui la madre firma una lettera da Portbou, sulla frontiera franco-spagnola. E però l’avevano investita il 4 gennaio 1960 ad Avignone: perché era lì? Lo stesso giorno, otto ore prima, era morto Albert Camus in un incidente d’auto. E’ lo scrittore francese, noto per le sue simpatie di sinistra nonché per il suo amore per le donne, il vero padre della scrittrice?
Qualunque ricerca in un passato che è rimasto a lungo nascosto è dolorosa, si potrebbe dire che il peso della sofferenza che ne consegue è direttamente proporzionale al tempo trascorso, perché più grave il motivo della segretezza. E quando la scrittrice inizia a fare domande in giro, quando riporta vecchi bauli alla luce, quello che esce fuori è sia la storia drammatica della sua famiglia sia quella del suo paese. E tuttavia è impossibile non addentrarsi sul sentiero della memoria, “la memoria è l’anima delle persone e forse per questo io cerco la metà della mia anima…”
Carme Riera, La metà dell’anima, Ed. Fazi, trad. Ursula Bedogni, pagg. 231, Euro 16,00
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ALLA RICERCA DELLA VERA IDENTITA’
Roma, 21 lug. – (Adnkronos/Adnkronos Cultura) – Una scrittrice catalana partecipa, come tutti gli anni, alla festa del libro. Firma i suoi volumi circondata da una folla che l’acclama e la desidera. Tutto segue un andamento consolidato che si ripete anno dopo anno. All’improvviso, pero’, un uomo la blocca e gli consegna una cartellina e scompare senza lasciare tracce del suo passaggio. Nella cartellina che gli consegna sono conservati alcuni documenti riservati che la coinvolgono direttamente. ”Sono sicuro che le interesseranno”, le spiega, infatti, prima di dileguarsi lo sconosciuto. E’ questo lo spunto narrativo che la catalana Carme Riera utilizza per il suo ultimo romanzo ”La meta’ dell’anima”, pubblicato dalla casa editrice Fazi.
Durante il giorno di Sant Jordi, dunque, in Catalogna si celebra la festa del libro. Come sempre C., una scrittrice di successo, vi partecipa proponendo i suoi titoli. Un signore sconosciuto la blocca e le consegna dei documenti preziosi. Per molti mesi, C. non si preoccupa del contenuto della borsa che gli e’ stata affidata. Si tratta di una serie di lettere scritte tra il 1949 e il 1959 da sua madre ad un amante lontano. Un amante di cui la scrittrice ha sempre ignorato l’identita’.
Spinta dalla curiosita’ di conoscere nuovi particolari su sua madre, C. inizia un viaggio alla scoperta dei segreti misteriosi di Cecilia Balaguer, una donna affascinante e sempre elegante. ”La memoria e’ imprescindibile – si legge infatti nel romanzo – senza siamo come morti. La memoria e’ l’anima delle persone e forse per questo io cerco la meta’ della mia anima”. La protagonista del libro si muove tra Barcellona a Parigi, da Avignone a Maiorca. Nei suoi lunghi viaggi incontra persone di ogni genere che hanno a che fare con la sua storia. Persone che, meglio ancora, gli racconteranno vicende strane e impensabili che le faranno perdere tutte le sue certezze. La sua vita cambiera’ radicalmente e il ricordo della sua famiglia d’origine svanira’ completamente.
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