Charlotte Brontë
Villette
Introduzione di Antonella Anedda
Traduzione di Simone Caltabellota
Quando Lucy Snowe ottiene il posto di istitutrice in un collegio femminile in Belgio, per la prima volta la fortuna sembra sorriderle. Orfana e indigente, timida e sgraziata, per la ragazza quel trasferimento oltremanica è l’occasione per lasciarsi i grigi sobborghi inglesi alle spalle e ricominciare da zero. Ma iniziare una nuova vita non è un’impresa da poco: arrivata a Villette – città immaginaria plasmata da Charlotte Brontë sul modello di Bruxelles –, in un ambiente che le è estraneo, senza parenti né amici, Lucy ci mette del tempo a superare l’iniziale spaesamento e a prendere in mano le redini della propria esistenza.
Grazie alla propria forza di carattere, la giovane riesce a guadagnarsi la stima dell’autoritaria direttrice del collegio, Madame Beck, e a entrare in confidenza con suo cugino, il professor Paul Emanuel, un uomo gentile e brillante ma poco portato per la vita mondana a causa del suo temperamento focoso. E proprio nel momento in cui tra i due sembra essere scoccata la scintilla di un’intensa e tormentata storia d’amore, irrompe sulla scena John Bretton, affascinante amico d’infanzia di Lucy, che costringerà la ragazza a fare i conti con i dubbi e le scelte che s’impongono a ciascuno di noi quando cerca il proprio posto nel mondo.
Villette, ultima opera dai toni nettamente autobiografici, non è solo «il romanzo più bello di Charlotte Brontë», ma anche il più profondo. La vivace descrizione della vita in un collegio femminile del XIX secolo e l’accurato studio psicologico dei personaggi lo rendono un piccolo gioiello nascosto della letteratura anglosassone.
«Il romanzo più bello di Charlotte Brontë».
Virginia Woolf
«È un libro ancor più stupefacente di Jane Eyre. C’è qualcosa di quasi soprannaturale nel suo potere».
George Eliot
«Scritto prima della formulazione dell’esistenzialismo, la visione del mondo del romanzo non può essere definita che esistenziale. Letto e discusso oggi con maggior incisività rispetto agli altri romanzi di Charlotte Brontë, molti critici ritengono Villette un vero capolavoro, un’opera di genio».
Susan Fromberg Schaeffer, «The New York Times»
«È la luce etica del romanzo ciò che ne fa davvero un testamento e una rivelazione. La maturità di Charlotte Brontë come donna coincide con la sua maturità di pensiero e di scrittura».
Antonella Anedda
«Villette è il romanzo più bello di Charlotte Brontë: un libro drammatico, angoscioso, tenero, lirico, ma anche spiritosissimo, com’è spiritosa la protagonista, Lucy Snowe».
Pietro Citati, «Corriere della Sera»