Mary Elizabeth Braddon
Il segreto di Lady Audley
Postfazione di Sandra Petrignani
Traduzione di Chiara Vatteroni
Capolavoro di Mary Elizabeth Braddon, Il segreto di Lady Audley uscì a puntate tra il 1861 e il 1862 sulle pagine delle riviste letterarie del tempo, riscuotendo uno straordinario successo di pubblico che la consacrò come nuova stella del sensation novel e rivale di Wilkie Collins. Al talento nel tenere avvinto il lettore univa una sensibilità tutta femminile e una coscienza sociale attraverso cui sono filtrate le vicende dei suoi scritti.
Sir Michael Audley, vedovo da anni, sposa la giovane e bellissima Lucy Graham, un’istitutrice dall’oscuro passato i cui capricci scatenano la gelosia di Alicia, la figlia di primo letto poco più che adolescente. Un giorno Robert Audley, lo sfaccendato nipote, avvocato a tempo perso, porta con sé in visita George Talboys, un caro amico appena tornato dall’Australia e prostrato da una recente vedovanza – o almeno così sembra –, che d’un tratto scompare misteriosamente. Facendo i conti con le menzogne, l’inganno, e anche un tentato omicidio nei suoi confronti, sarà proprio Robert, le cui doti di tenacia e intelligenza erano state finora celate da un carattere indolente, a intraprendere un’indagine dai risvolti inattesi che condurrà allo scioccante e imprevedibile colpo di scena finale. La struttura del racconto, fondata sul meccanismo dell’indagine a ritroso, rende Il segreto di Lady Audley uno di quegli ingranaggi a orologeria perfetti, in cui sparizioni, delitti, identità multiple e altri ingredienti tradizionali del genere sono dosati con una maestria che non concede tregua alla tensione narrativa.
«Elizabeth Braddon ha regalato qualcosa di meraviglioso al mondo letterario».
Henry James
«Braddon è maestra nella sensation fiction: sa quando rallentare e quando far deflagrare i meccanismi nascosti della trama, calibra l’assolo e il concertato, esterni e interni, maschile e femminile, originalità e consuetudini, con quel tanto di salottiero che salva da slittamenti moralistici e con quel tanto di umorale che evade dalla pesante correttezza di ragionamenti inconfutabili».
Sandra Petrignani