Rocco Fortunato
I reni di Mick Jagger
«A trentatré anni me e Gesucristo ci misero in croce. Lui: resuscita dopo tre giorni. Me: mi tocca di morire. In continuazione».
Così inizia il libro di Rocco Fortunato. Così inizia il racconto della sua lotta per rimanere attaccato alla vita con l’unica alleata che può schierarsi con lui: la dialisi. I suoi reni non riescono più a smaltire abbastanza creatinina – sostanza che il fisico deve eliminare per mantenersi in salute – e non sanno più star dietro alla freschezza di un giovane che suona in una banda rock heavy-metal, è innamorato di una brava ragazza, per laurearsi gli manca giusto la tesi e nelle orecchie ha solo i Rolling Stones.
I valori delle analisi mediche se ne stanno lì, sempre troppo alti, a ricordare a Rocco con pigra e beffarda crudeltà che il futuro che i giovani tendono a rimandare per non sentirsi adulti prima del tempo è improvvisamente arrivato. «Non mi facevo granché domande sul mio futuro, semplicemente aspettavo: la dialisi, la morte, il dolore, la pensione ma, soprattutto, che bollisse l’acqua».
Intorno a lui il mondo si popola improvvisamente di un’umanità che, messa alle strette, dà il meglio e il peggio di sé. Fra tutti, Michele e Farini, malati come lui. Giovanissimo il primo, innamorato di donne immaginarie, orgoglioso della calibro sette e sessantacinque che tiene gelosamente nascosta in un barattolo di vernice; grassissimo, di una disonestà disarmante, sempre affamato e continuamente coinvolto in giri loschi da genio criminale da bar-sport l’altro. Eppure teneri, indifesi e a volte sorprendentemente saggi. Unica speranza per tutti, il trapianto. Prima e dopo l’operazione, nei corridoi e nelle sale degli ospedali, nel letto di un amore nevrotico e tenero, il protagonista scopre che le cose non migliorano e non peggiorano: semplicemente cambiano. I reni di Mick Jagger è la straordinaria storia vera di un ragazzo che ce l’ha fatta, raccontata col ritmo scanzonato e commovente di un rocker alle prese con lo spartito stonato della malattia.
Rocco Fortunato, architetto, nella sua vita precedente vestiva i panni del rocker. Poi ha subito un trapianto di reni, di cui I reni di Mick Jagger è testimonianza diretta, seppure romanzata.
Questo libro, eroico e commovente, sorridente e doloroso, già da solo onora la povera letteratura italiana contemporanea».
Antonio D’Orrico, «Sette – Corriere della Sera»