Peter Manseau
Ballata per la figlia del macellaio
Traduzione di Giuliano Bottali e Simonetta Levantini
Itsik Malpesh, un ebreo russo-moldavo sfuggito alle persecuzioni antisemite, si autodefinisce con smisurato orgoglio il più grande poeta yiddish d’America. Le sue poesie hanno bisogno, tuttavia, di un traduttore che possa restituirne lo splendore in inglese così da renderle accessibili al grande pubblico. Per passione, e un insieme di bizzarre coincidenze, l’incarico viene affidato a un giovane e inesperto bibliotecario che lavora per un’organizzazione culturale ebraica. Decifrando le incerte grafie che ripercorrono le pagine di Malpesh, questi riuscirà a penetrarne il mistero della poesia e di una biografia straordinaria, dall’infanzia vissuta nei primi del Novecento in Moldavia alle peregrinazioni che lo hanno condotto a Odessa prima, e a New York e Baltimora poi.
Il suo sarà un viaggio in una lingua piena di tranelli, e tra gli snodi di una vita picaresca ove tutto tende a una terra promessa che poco ha a che vedere con la fede. Perché la patria che sogna Itsik – raggiunta dopo aver visto distruggere una fabbrica di piume e aver letto Dostoevskji a pagamento, aver viaggiato in una cassa e aver cucito per un sarto, aver scritto per un giornale rivoluzionario e aver rubato – è Sasha, la figlia del macellaio. Sasha che a quattro anni, durante un pogrom, ha avuto il coraggio di opporsi agli aggressori levando il suo minuscolo, tenace pugno; Sasha che, molti anni dopo, sarà la donna cui Itsik dedicherà ogni piuma, cassa, articolo, gugliata di filo o ballata nel corso della sua lunga, strabiliante vita.
Una fiaba ironica e lieve sul valore della vita e della letteratura, accostata dalla critica americana all’opera di Isaac Bashevis Singer e insignita del National Jewish Book Award 2008.
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Peter Manseau
Figlio di un prete e di una suora, ora sono uno scrittore ebraico