Dario Levantino
Di niente e di nessuno
Brancaccio, periferia di Palermo. Rosario è un adolescente solitario con la passione per la mitologia classica e il mare. Il padre, cinico e bugiardo, ha un negozio di integratori per sportivi in cui gestisce lo smercio illecito di sostanze stupefacenti; la madre, accudente e remissiva, dedica tutto il proprio tempo alla cura della casa e della famiglia. Solo di tanto in tanto, la donna si concede una pausa per lucidare il trofeo vinto come miglior portiere da nonno Rosario, morto prematuramente nel terremoto del Belice del 1968. Quando, per accontentare un inconfessato desiderio della madre, il ragazzo decide di giocare in quello stesso ruolo con la squadra di quartiere, il percorso che lo condurrà all’età adulta ha inizio: tra i pestaggi, la scoperta dell’amore e il disincanto, Rosario troverà la forza di emanciparsi dalla violenza e dalla menzogna che da sempre hanno oppresso la sua vita.
Un’intensa storia di formazione condotta con la voce, spietata e dolcissima, di un adolescente che lotta per sovvertire i morbosi equilibri di una famiglia infelice. Un giovane autore dalla scrittura agile e peculiare capace di raccontare la paura e l’audacia di un ragazzo che, nel Sud passionale e violento delle periferie, ha il coraggio di diventare un uomo.
Il mio quartiere. Un aborto urbano, un non luogo. Io, che ci sono cresciuto, cammino con sicurezza: non guardo le vie, mi oriento col naso. C’è puzza di grasso e di polvere e di soffritto di cipolla. C’è un odore saggio, che corrode, che mi conosce, quello del mare. Il Tirreno dista pochi metri da casa mia, quando indosso i vestiti che mia mamma stende fuori, profumano di smog e mareggiate.