
Sebnem Isigüzel
Edera
Traduzione di Elettra Ercolino e Pinar Gökpar
Capita che davanti agli occhi di un pittore i colori inizino a confondersi. Capita che un premio Nobel non sappia più scrivere, che perda, d’un tratto, il suo dono più grande.
Ali Ferah e Salim Abidin hanno sessant’anni, sono apparentemente estranei l’uno all’altro, ma condividono la tragedia di un’affezione neurologica che, per una sorte di beffa, li spoglia della loro arte. Un male implacabile e surreale sul quale s’innesta, per un caso o per un giro di vite del destino, la morte misteriosa di una giovane donna, una nuotatrice russa giunta a Istanbul per seguire la sorella Ludmilla e finita poi, tragicamente, in fondo al Bosforo.
Il mistero legato al suo omicidio e all’identità del suo assassinio resta in sospeso fino all’ultima pagina, ma diviene l’occasione per una catena di epifanie e d’incontri da parte di Ferah con Oleg Starov, un restauratore russo in cerca di fortuna, con Sedef, la sua giovane vicina in attesa di un bambino, con Celine, una collega parigina tornata da poco in città per chiudere i conti con un amante che le ha distrutto la vita.
Come l’edera a un muro che la sostenga, queste storie s’innervano lungo la trama di altre esistenze togliendo loro respiro, linfa vitale: una rete di relazioni che troverà in Istanbul, crocevia di culture per antonomasia, il suo doppio e la sua camera d’echi.
Sebnem Isigüzel, tra le più promettenti voci della letteratura contemporanea turca, attraverso un’indimenticabile galleria di personaggi declina qui al meglio la nozione di perdita – della memoria, dell’arte, della vita stessa – e di rinascita. Ma lo fa con occhi asciutti, senza cedimenti, forte di uno sguardo a piombo che rimane addosso come una seconda vista.
«A volte un libro rimane dentro di noi più a lungo di una persona. Edera di Sebnem Isigüzel è una delle più importanti coincidenze che influenzano le nostre vite».
Varlik
«Le relazioni create dai protagonisti con i luoghi e gli oggetti, l’attenzione attirata sulle cose che in realtà sono molto differenti da quello che sembrano e il candore del linguaggio con cui si racconta la bugia, il sospetto, la paura, la disperazione, l’offesa, la spietatezza: leggere Edera va oltre una semplice lettura».
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