Rebecca West
Il ritorno del soldato
Traduzione e postfazione di Benedetta Bini
In una casa signorile sulle colline inglesi Kitty e Jenny, come molte connazionali, attendono trepidanti il ritorno di un uomo. Il soldato Chris Baldry, marito di Kitty e cugino di Jenny, si trova «da qualche parte in Francia» a combattere. Nessuna delle due immagina che a varcare la soglia sarà un estraneo, un uomo segnato dalla guerra in maniera indelebile, illeso nel corpo ma dalla psiche martoriata. Insieme al ricordo delle granate e delle membra dilaniate di tanti commilitoni, il trentaseienne Chris ha rimosso gli ultimi quindici anni della propria vita: non rammenta nulla del matrimonio con l’aristocratica Kitty né della tragica perdita del loro figlio, avvenuta poco prima della guerra. I suoi ricordi si fermano alle estati della giovinezza nella casa di famiglia e al primo amore, quello per Margaret, la figlia di un fattore locale. È a lei che scrive annunciando il proprio ritorno imminente e, per un crudele scherzo del destino, è proprio da lei che Kitty e Jenny ricevono la notizia. Le due donne dovranno affrontare una scelta difficile: lasciare che Chris rimanga felicemente inconsapevole della sua vera vita o aiutarlo a richiamare alla memoria i traumi del passato.
Il ritorno del soldato, dal quale fu tratto l’omonimo film del 1982, racconta la lotta di un uomo reduce dalla prima guerra mondiale e quella delle due donne che lo amano. Pubblicato per la prima volta nel 1918, l’esordio di Rebecca West, grazie al quale la critica la salutò come una delle scrittrici più promettenti del nuovo secolo, è uno straordinario romanzo sulla guerra e le sue conseguenze nella vita delle persone.
«Senza mai cadere in facili sentimentalismi, Rebecca West ritrae il potere redentore dell’amore».
Pat Barker
«Ammaliante… probabilmente il suo romanzo migliore».
«The Sunday Times»
«Rebecca West è stata una dei giganti della letteratura inglese e vi avrà un posto per sempre. Nessuno in questo secolo ha usato una prosa più abbagliante, o ha avuto più spirito, o ha osservato le tortuosità del carattere umano e gli aspetti del mondo in maniera più intelligente».
«The New Yorker»