Geert Mak
In Europa
Viaggio attraverso il XX secolo
Traduzione di Claudia Cozi, Claudia Di Palermo, Loredana Esposito, Gabriella Nocentini, Franco Paris, Francesca Sfondrini
Alla fine del secondo millennio, per un anno intero Geert Mak ha viaggiato su e giù per l’Europa: dalle metropoli ai villaggi abbandonati, da Amsterdam a Parigi, Vienna, Predappio, Verdun, Helsinki, Riga, Barcellona, Auschwitz, Roma, Cefalonia, Cassino, Dresda, Praga, Mosca, Srebrenica. In automobile, in treno, in barca o a piedi Mak ha ripercorso il XX secolo attraverso i luoghi e le epoche che lo hanno segnato, alla ricerca di tracce lasciate dalla storia. Durante ogni mese Mak esamina un periodo diverso del ventesimo secolo, e di volta in volta visita città e paesi, va a trovare politici e intellettuali, dissidenti e alti ufficiali, ma anche gente comune che ha un’esperienza personale da consegnare alla storia. A gennaio inizia da Parigi, dall’Esposizione universale del 1900: descrive l’atmosfera della capitale francese, l’architettura dei nuovi palazzi, le novità in mostra, ma soprattutto lo stato d’animo dei visitatori, il luminoso ottimismo con cui accolgono il nuovo secolo. In seguito, il nostro paese viene chiamato in causa soprattutto rispetto ai fatti e ai personaggi del ventennio fascista e della seconda guerra mondiale: la Romagna di Mussolini, le Fosse Ardeatine, la strage di Cefalonia, la battaglia di Montecassino. Il viaggio si chiude a dicembre, con Srebrenica e Sarajevo, teatri dell’ultima tragica guerra del secolo scorso. Mak, prima ancora che storico grandissimo narratore, è in grado di dare un volto alla storia dell’Europa del ventesimo secolo, di renderla visibile, tangibile, percepibile. In Europa dimostra come i grandi avvenimenti politici del XX secolo siano legati alle vicende dei popoli e dei singoli individui. Un affascinante viaggio nello spazio e nel tempo, un libro appassionante e scorrevole che dalla sua pubblicazione nel marzo 2004 ha venduto in Olanda oltre trecentomila copie.
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La Spoon River di Jan Brokken
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– 22/01/2007
GEERT MAK,PER L’EU NON BISOGNA MAI SMETTERE DI PEDALARE
“L’Europa è ormai una grande storia
di successi e conquiste, ma sta in equilibrio come una
bicicletta e non bisogna mai smettere di pedalare se non si
vuole finire subito a terra”, afferma lo storico e giornalista
olandese Geert Mak. “I giovani invece danno per scontato quel
che c’é – avverte – e non si rendono conto di quanto sia
precario. Bisogna ne prendano coscienza prima che rischi di non
esserci più”.
A capire cosa è successo e quanto è costato serve anche il
suo libro da poco pubblicato dall’editore Fazi, ‘In Europa –
Viaggio attraverso il XX secolo’ (pp. 990 – 31,50 euro), viaggio
storico ma anche fisico, nello spazio, che Mak racconta e ha
fatto alla vigilia dell’anno 2000 attraverso tutta Europa per
testimoniarne lo stato attraverso le voci della gente comune,
registrando, tra l’altro, un gran deficit democratico e lo
scollamento tra i sentimenti nazionalisti e le organizzazioni
sovranazionali.
“La generazione che sta sparendo, quella che ha vissuto la
guerra, magari la Resistenza, sentiva, dopo il disastro, la
necessità e l’urgenza di dare un volto nuovo all’Europa, mentre
i loro figli e nipoti giovani, come è oggi per esempio il primo
ministro olandese – per Mak – non hanno la stessa spinta e non
capiscono che questo periodo di crescita e equilibrio può
andare perso via molto velocemente se non si lavora duramente
giorno per giorno. Non è difficile rendersi conto che l’Europa
era più unita nel 1914, alla vigilia della prima guerra
mondiale, di oggi, dopo il disastro e la divisione tra un est
totalitario e un ovest troppo consumista”.
Quando finì il suo lungo peregrinare da Londra a Istambul,
da Mosca a Lisbona, due anni prima dell’ 11 settembre, racconta
che era meno pessimista sul futuro e la situazione mondiale
generale, ma che resta ottimista sull’Europa che è ancora per
l’uomo medio il posto migliore dove vivere e guardare avanti,
anche rispetto agli Usa, guardando per esempio ai servizi
sociali. Certo, trova che nell’allargamento ai nuovi paesi
bisognerebbe procedere meno velocemente: “Romania e Bulgaria,
ultime arrivate, fanno da sempre naturalmente parte dell’Europa
e stanno lavorando duro sui loro eccessi di corruzione e la
scarsità di democrazia, che per ora saranno comunque un
fardello e creeranno più problemi di quelli che potrebbe creare
l’ingresso della Turchia”.
A questo proposito, e della discussione sulle radici
cristiane dell’Europa e dei problemi di convivenza “Abbiamo
tutti una lunga storia di movimenti culturali e religiosi che ci
hanno segnato, dal cristianesimo al giudaismo, dal rinascimento
al protestantesimo, e certi paesi ne hanno vissute alcune e non
altre. La Spagna non ha avuto il Rinascimento, per alcuni il
carattere storico comune è l’illuminismo. Quindi – nota Mak –
parlare solo del cristianesimo come radice mi pare riduttivo. In
Turchia poi, la divisione tra stato e chiesa è moderna, del
tipo francese. Infine, venendo all’integrazione tra religioni,
penso che non sia un vero problema. La generazione di turchi o
marocchini nati in Olanda si sta trasferendo nei quartieri più
borghesi e si laurea spesso con belle tesi (che non possono far
leggere ai loro genitori analfabeti). C’é una paura generale –
conclude Mak – che non si accorge come il problema sia più l’
incontro tra chi viene da una realtà rurale o di piccolo paese,
con una metropoli. E’ un problema di identità e costumi, non
molto diverso che si sia europei o asiatici o africani. I
giovani hanno voglia di integrazione e sono il futuro. Il
problema sarà aiutarli a trovare una nuova identità”.
Geert Mak domani sera sarà a Genova, ospite della Fondazione
Carige, presentato e intervistato da Mario Baudino.
– 27/01/2007
Un viaggio nella memoria storica dell’Europa
Un lungo viaggio nell’Europa del Novecento. Un itinerario tortuoso dal passato al presente con cui proiettarsi nel prossimo futuro. Eventi centrali del nostro passato recuperati dal patrimonio storico del Vecchio Continente. Luoghi simbolici che evocano ricordi dolorosi e traumatici. Luoghi simbolici, ancora, nei quali gli europei si sono confrontati con lo sviluppo tecnologico e scientifico. In altre parole, un viaggio che lo scrittore olandese Geert Mak descrive nel volume ”In Europa. Viaggio attraverso il XX secolo” pubblicato dalla casa editrice Fazi.
Nel gennaio del 1999, dunque, Mak lascia Amsterdam per iniziare il suo percorso, che durera’ un anno, tra le memorie europee. Egli si muovera’ dalle piccole citta’ alle grandi metropoli utilizzando tutti i mezzi di trasporto. Copre, infatti, i lunghi tragitti sui treni ad alta velocita’, sulle navi, sui pullman come anche sulle automobili. Tappa dopo tappa ricostruisce l’identita’ ferita dell’Europa. Non basta. La sua ricostruzione trae origine dalla constatazione che gli europei condividono una tradizione culturale fondata su alcuni episodi storici imprescindibili che hanno coinvolto l’intero Continente. In realta’, la crescita dell’Impero romano, il Rinascimento, la Riforma, l’Illuminismo, il 1914, il 1945 e il 1989 fanno parte del recente passato di tutti gli europei. Mak, tuttavia, sottolinea che ”quel che fa la differenza sono le esperienze storiche individuali degli europei, tutto quanto e’ stato catalogato nella nostra memoria”.
E’ per questo motivo che, nella sua ricerca, egli ascolta le persone comuni. Ascolta i loro racconti e le loro piccole vicende ricostruendo il grande mosaico della storia europea. Mak, d’altra parte, effettua alcune soste obbligate che costituiscono degli ‘snodi’ fondamentali per la nostra coscienza. Soste, ad esempio, nel campo di sterminio nazista di Auschwitz, dove morirono oltre sei milioni di ebrei, oppure a Cernobyl, dove si consumo’, nel 1986, uno dei piu’ gravi incidenti nucleari degli ultimi decenni. ”L’Europa, cosi’ avevo notato nel corso dell’anno – scrive Mak nel prologo – e’ un continente in cui e’ possibile viaggiare facilmente avanti e indietro nel tempo. Tutte le fasi del XX secolo vengono da qualche parte vissute e rivissute. Sui traghetti di Istanbul e’ sempre il 1948. A Lisbona si vive nel 1956. Nella Gare de Lyon parigina e’ gia’ il 2020”. Il viaggio in Europa ha offerto la possibilita’ allo scrittore olandese di tracciare un quadro preciso dello sviluppo storico e politico dell’Europa. Tra le tante valutazioni che emergono dal suo viaggio affiora che l’Europa dell’Est e quella dell’Ovest rappresentano due realta’ incapaci di comunicare. ”Piu’ che mai – afferma l’autore – mi sono reso conto di come, generazione dopo generazione, fra europei dell’Est e dell’Ovest si sia formata una crosta di distanza e di estraniamento”. L’Europa unita, insomma, appare ancora come un orizzonte lontano e impalpabile.
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